A Milano apre al pubblico GAM Manzoni con una mostra dedicata al Divisionismo: 35 dipinti dei principali interpreti del movimento tra cui Giovanni Segantini, Giuseppe Pelizza da Volpedo ed Emilio Longoni.Lungo uno dei lati che delimitano il quadrilatero della moda, in prossimità del polo di piazza Cavour intorno cui gravitano interessanti centri espositivi dedicati all’arte moderna e contemporanea (il PAC, la Fondazione Corrente, la Permanente solo per citare le prime che ci attraversano la mente), in una sera di autunno inoltrato, all’interno di uno dei tipici cortili milanesi, ha aperto le porte al pubblico GAM Manzoni Centro Studi per l’Arte Moderna e Contemporanea. Questa nuova istituzione culturale si pone l’obiettivo di avvicinare il pubblico al mondo dell’arte moderna e contemporanea, dall’Ottocento alle ultime tendenze, con un ricco programma di rassegne espositive, conferenze, convegni e pubblicazioni; per il debutto ha puntato su una corposa mostra dedicata ai Divisionisti con importanti tele provenienti da collezioni private, curandone anche l’esaustivo catalogo. Un evento interessante quanto dovuto per rispondere alle numerose mostre-evento in corso dedicate ai coevi artisti francesi e ricordare al pubblico i movimenti artistici, oltre che i talenti, nostrani.
Negli anni ’70 del XIX secolo, gli Impressionisti utilizzano colori puri, mischiandoli tra di loro sulla tavolozza e stendendoli in brevi pennellate; successivamente, con i neo-Impressionisti, la tecnica muta e le tinte vengono trasferite sulla tela con piccoli tocchi divisi – tanti piccoli punti da cui deriva i termine Pointillisme per definire il movimento artistico – che, accostate tra loro, esaltano a vicenda la propria luminosità e si ricompongono in mille sfumature, come insegnavano gli studi nel campo dell’ottica condotti da Michel Eugène Chevreul. Contemporaneamente, anche a Milano, negli ambienti antiaccademici della Scapigliatura si procede al rifiuto della scuola classica e delle rappresentazioni a sfondo storico mitologiche ad essa care ma, a differenza del ritorno alla natura abbracciato oltralpe, si predilige il tema del ritratto di introspezione psichica o sentimentale. In questo scenario si inserisce la voglia di innovazione di Victor Grubicy de Dragon, critico, mecenate ma soprattutto pittore, che, prendendo spunto da quanto visto nei suoi numerosi viaggi, indirizzò gli artisti lombardi verso il Divisionismo il cui atto di nascita è ufficialmente identificato nella Triennale di Brera del 1891. Nella mostra alla GAM troviamo ben 35 dipinti eseguiti dagli esponenti più significativi del movimento che ebbe una durata di circa una ventina d’anni: opere mirabili che è raro poter vedere esposte al pubblico ma degne sorelle di quelle presenti, per esempio, alla Pinacoteca di Brera. Ci sono tele come quelle di Carlo Fornara o di Giovanni Battista Ciolina che ci raccontano di una cultura popolare di cui molti di noi conservano ancora il ricordo; i colori ed i gesti fissati nel dipinto ci trasmettono un senso di appartenenza a questa terra ed alle sue origini contadine vissute in simbiosi con la natura. Ci sono ancora, retaggio del Realismo, i volti pensierosi delle fanciulle ritratte da Angelo Morbelli tra cui la bellissima Meditazione ma, soprattutto, ci sono i cantori della poesia dei monti tra cui spicca uno dei capostipiti del movimento: Giovanni Segantini. L’artista, di origini trentine, dopo la parentesi milanese durante la quale studia pittura e gode delle influenze d’oltralpe – in particolare quella di Millet – torna a dipingere sugli amati monti, prima nei Grigioni e poi in Engadina, riuscendo addirittura a creare intorno a sé un’aurea di mito consolidata dall’ode dedicatagli da D’Annunzio in Elettra. Alpe di Maggio, che possiamo ammirare esposto insieme ad altri suoi dipinti, è un bellissimo esempio del suo stile, una pittura che aderisce alla natura senza cadere nel celebrativo ma nemmeno nell’illustrativo; possiamo affermare che, come Millet, anche Segantini ambisca ad ammantare anche le figure umane presenti nella veduta di quell’atmosfera di serenità spirituale che pervade la natura e gli animali che placidamente le circondano.
Di Angelo Morbelli sono presenti in mostra esempi afferenti alle sue due anime: quella sociale che ci racconta della quotidianità, siano essi braccianti o gli anziani ospiti del Pio Albergo Trivulzio (dove organizza anche lo studio tra il 1902 ed il 1903), e quella naturalistica. A prescindere dal filone tematico affrontato, Morbelli restituisce la scena sulla tela stendendo i colori, puri, in piccoli tratti orizzontali, che, osservati da distanza ravvicinata, ricordano i fili di una matassa melange, con uno stile che egli si compiace nel definire “la prospettiva dell’aria”. Un suggestivo esempio della tecnica Divisionista, cui è destinata una posizione di rilievo nella seconda sala, è Ultimi raggi di Carlo Fornara dove il riverbero azzurrognolo della luce del tramonto sulla neve è reso da una miriade di linee nei toni del celeste e del rosa che si fondono tra loro. Forse però è Emilio Longoni, con Alba in alta montagna, che ci affascina di più riuscendo a restituire oltre alla ricca tavolozza cromatica di quella precisa ora del giorno anche la lieve foschia che si dirada progressivamente sotto lo sguardo dell’osservatore.
Al GAM possiamo ammirare anche una bellissima opera di Pelizza da Volpedo, noto ai più per lo sfondo sociale dei suoi lavori tra cui il celeberrimo Quarto Stato, che in questa occasione è rappresentato da un meraviglioso L’amore nella vita: il pannello, parte di un polittico allegorico, costituisce uno dei punti di arrivo delle ricerche del pittore sulla luce e sulla scomposizione dei colori; le calde tonalità oltre che il ricco simbolismo della composizione ci sembrano inoltre alludere al lavoro dei preraffaelliti. In realtà sarà però il Futurismo l’evoluzione successiva del Divisionismo, un nuovo stile in cui Boccioni, Balla e Severini stendono i colori puri in linee con andamento questa volta verticale ed obliquo nel tentativo di restituire il senso del moto e della velocità.
Silvana Costa
La mostra continua:
GAM Manzoni Centro Studi per l’Arte Moderna e Contemporanea
Via A. Manzoni, 45 – Milano
Orario: martedì-sabato 10.00-13.00 e 15.00-19.00
Visite guidate su prenotazione anche fuori orario (min. 10 persone – max. 25 persone) della durata di 45 min. circa
www.gammanzoni.comDivisionismo da Segantini a Pelizza
aperta sino a domenica 23 dicembre 2012
Catalogo della mostra Antiga Edizioni: 30,00 Euro