Una mostra alla Triennale di Milano per celebrare una delle più importanti istituzioni culturali del Paese, attraverso i sessant’anni della sua televisione e i novant’anni della sua radio.
È molto difficile parlare della Rai e del suo ruolo sociale senza cadere in frasi fatte; certamente l’esposizione allestita alla Triennale di Milano, a pochi passi dal centro di produzione di corso Sempione, non ci semplifica il compito. 1924–2014 – La RAI racconta l’Italia è una piccola mostra concepita per celebrare il profondo legame storico, affettivo e culturale tra gli italiani e l’ente radiotelevisivo pubblico; la curatela è di Costanza Esclapon, Direttore Comunicazione e Relazioni Esterne della Rai, Alessandro Nicosia, Presidente di Comunicare Organizzando e Barbara Scaramucci, Direttore di Rai Teche.
Il percorso di visita si apre con una selezione di documenti che segnano le tappe significative dell’ente: dal 27 agosto 1924, data di costituzione dell’Unione Radiofonica Italiana – URI, alla trasformazione prima in Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche – EIAR il 15 gennaio 1928 e, successivamente, in Radio Audizioni Italiane – RAI il 26 ottobre 1944. Solamente il 10 aprile 1954 il nome ufficiale della società, ormai completamente passata da azionisti privati al Ministero delle Comunicazioni, diviene Rai Radiotelevisione Italiana. Tra i tanti documenti esposti nelle teche si scoprono vere curiosità, ciascuna simbolo di un’epoca, come l’ordine di servizio emanato dal Direttore dell’EIAR in epoca fascista in cui si dispone l’uso del “voi” o del “tu” al posto del “lei” nelle trasmissioni. L’approfondimento sull’epopea radiofonica spazia dalla raccolta delle figurine Perugina Buitoni dedicate alla versione de I quattro moschettieri (1934) con i testi di Nizza e Morbelli al più impegnato Norme per la redazione di un testo radiofonico, scritto da Carlo Emilio Gadda nel 1973. Nella sezione dedicata alla produzione televisiva sono citati grandi classici come L’albero degli zoccoli (1978) – di cui è esposto il copione manoscritto – piuttosto che il recente Leone d’oro attribuito a Sacro GRA (2013), il documentario di Gianfranco Rosi, alla 70ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.
La mostra è l’occasione per spalancare le porte di quella bottega delle meraviglie che sono gli studi televisivi. Se nella sezione introduttiva sono esposti i bozzetti per i costumi di Rita Passeri per Giovanna, la Nonna del Corsaro Nero (1961), poco più avanti, su una gradinata che ricorda le sontuose scalinate da cui scendono le regine di tanti show del sabato sera, sono disposti dei manichini con luccicanti costumi di scena. Osservando la variazione dei colori, come salgono gli orli o come scendono le scollature, possiamo effettuare un’incursione nella storia del costume italiano; i più preparati possono osare associarli anche al personaggio che li ha indossati, constatando che i più arditi, i più spettacolari, i più suntuosi siano stati tutti concepiti per un’unica, poliedrica, diva: Mina. Di fianco, con gli strumenti e gli apparati originali degli anni ’70 giunti in prestito dal Museo della Radio e Televisione di Torino, è stato anche ricostruito un intero set televisivo.
Una serie di sezioni tematiche, ciascuna curata da un personaggio di punta della redazione Rai, ci ricorda come i programmi televisivi in settant’anni abbiano, tutto sommato, contribuito ad elevare il livello culturale degli italiani, a rinsaldarne il senso di unità di popolo e a spalancarne le menti. Sergio Zavoli ha curato e spiega la scelta dei filmati per la sezione dedicata all’Informazione; Emilio Ravel per lo Spettacolo; Andrea Camilleri per la Cultura; Piero Angela per la Scienza; Bruno Vespa per la Politica; Piero Badaloni per la Società; Arnaldo Plateroti per l’Economia e, infine, Bruno Pizzul per lo Sport. Soffermandosi alle postazioni audio-video è possibile assistere a trasmissioni storiche quali Non è mai troppo tardi con Alberto Manzi (1961); rivivere eventi epocali quali lo sbarco dell’uomo sulla luna; rievocare gioie sportive con le vittorie degli atleti azzurri; riaprire pagine nere della cronaca con l’intervista di Enzo Biagi a Tommaso Buscetta (29 marzo 1988) o deliziarci con i vecchi sceneggiati in bianco e nero. Una selezione analoga la compie Marcello Sorgi su novant’anni di trasmissioni radiofoniche riascoltando l’ormai mitico “Qui da Nuova York vi parla Ruggero Orlando” o le argute Interviste impossibili (1973-1975) che mettono a confronto autori del calibro di Italo Calvino, Umberto Eco, Oreste del Buono, Paolo Portoghesi, Luigi Santucci, Alberto Arbasino, Maria Bellonci o Andrea Camilleri con gli spiriti di personaggi storici realmente esistenti o di fantasia.
Lungo il percorso è possibile ammirare anche una parte delle ricca collezione di opere d’arte di proprietà Rai: tele firmate da autori del calibro di Guttuso, De Chirico, Casorati, Nespolo, Cremona, Campigli, Turcato o Vedova.
Una piccola mostra, dicevamo in apertura, ma, per visitarla, come avrete capito, mettete in preventivo svariate ore: è questa la potenza della multimedialità! In uno spazio esiguo sono condensate ore ed ore di programmi televisivi e registrazioni radiofoniche: accedendo al menù di ciascuno dei touch screen disseminati nella sala, ci viene offerta l’occasione di fare un tuffo indietro nel tempo, ripercorrendo quasi un secolo di storia e cultura dell’Italia, immedesimandoci nei sogni e nelle paure di un popolo intero
Silvana Costa
La mostra continua:
Triennale di Milano
viale Alemagna, 6 – Milano
fino a domenica 15 giugno 2014
orari martedì – domenica 10.30 – 20.30
giovedì 10.30 – 23.00 lunedì chiuso
ingresso gratuito
www.triennale.it1924–2014 La RAI racconta l’Italia
a cura di Costanza Esclapon, Alessandro Nicosia, Barbara Scaramucci
con la partecipazione e collaborazione di Piero Angela, Piero Badaloni, Andrea Camilleri, Bruno Pizzul, Arnaldo Plateroti, Emilio Ravel, Marcello Sorgi, Bruno Vespa, Sergio Zavoli
per la sezione costumi Fabiana Giacomotti
organizzazione generale e realizzazione Comunicare OrganizzandoCatalogo:
La RAI racconta l’Italia. 1924–2014
a cura di Alessandro Nicosia, Costanza Esclapon, Barbara Scaramucci
edizioni Skira / RAI Eri, 2014
24 x 28 cm, 152 pagine, 260 colori e b/n, brossura
prezzo 30,00 Euro