La passione per l’arte non ha misura e Cesare Zavattini l’ha dimostrato con la sua collezione “eccezionale” per formato e numero: circa millecinquecento quadri piccolissimi, solo otto centimetri per dieci.Cesare Zavattini è noto al pubblico principalmente per il grande contributo alla stagione del neorealismo cinematografico, guadagnandosi la candidatura agli Oscar per le sceneggiature di tre film diretti da Vittorio De Sica, ormai entrati nell’Olimpo di celluloide: Sciuscià (1946), Ladri di biciclette (1948) e Umberto D. (1952). In realtà è autore a tutto tondo che all’attività di sceneggiatore alterna quella di commediografo ma anche di poeta e narratore; uomo dalla grande ironia, nel periodo antebellico idea e dirige alcune riviste umoristiche.
Zavattini si applica con un discreto successo anche nella pittura e, nel 1941, conseguita l’affermazione in ambito lavorativo, si può finalmente cimentare con il collezionismo di opere d’arte; non potendo comunque permettersi “quadri grandi perché costavano troppo”, ripiega sui “piccoli” e si inventa il collezionismo di “opere minime”. La dimensione ridotta va richiesta e Zavattini, committente esigente ed appassionato, stabilisce lo standard dimensionale 8×10 cm delle tele, lasciando agli artisti libertà di scelta di materia, tecnica e soggetto, premurandosi di chiedere comunque a ciascuno di essi un autoritratto. Nel giro di pochi anni la collezione, raccolta nella casa romana di via Sant’Angela Merici, arriva a catalogare quasi 1.500 pezzi: nature morte, paesaggi, soggetti astratti, ritratti e, appunto, autoritratti.
Ragioni economiche, nel 1979, obbligano Zavattini ad alienare l’amata collezione, smembrandola tra i vari acquirenti; nel 2008 alla Pinacoteca di Brera si presenta l’opportunità di acquisire un gruppo di 152 dipinti, tutti autoritratti: occasione prontamente colta ed ora è possibile ammirarli in una mostra appositamente allestita lungo il consueto percorso di visita del museo. Nella Sala XV si stagliano due setti dalle tonalità neutre a creare un’area cubica che, come uno scrigno, al suo interno raccoglie piccole creazioni di grandi artisti, disposte su quattro file, in rigoroso ordine alfabetico, dalla A di Carla Accardi alla Z di Alberto Ziveri. Seppur uniformati dalle dimensioni del supporto, oltre che dal tema, ogni tassello di questa raccolta si differenzia per lo stile, permettendoci di veder scorrere sotto i nostri occhi un compendio della pittura italiana del XX secolo: Burri, De Chirico, Savinio, Capogrossi, Severini, Rosai, Casorati, Sironi, Mafai, Soffici, De Pisis, Campigli, Afro, Consagra, Depero, Guttuso, Dorazio, Manzù, Leoncillo, Melotti, Marini, Vedova, Rotella, Festa, Turcato, Pistoletto, Plessi, Baj, Funi, Ligabue, Pericoli, Perilli, ma anche di scrittori come Dorfles, Scheiwiller, Soldati. Sassu si dipinge con in capo la mitria cardinalizia, Fontana non si esime dal rappresentarsi con la classica tela squarciata mentre Schifano propone un collage di campioni di perspex; divertito il geometrico volto bicolore di Munari, mentre quello di Balla si nasconde nell’ombra e il ritratto di Buzzati è tracciato in stile graphic novel. Ogni tela, prima di questa esposizione è stata sottoposta ad un accurato restauro e ha ritrovato la propria cornice originale, ciascuna diversa dall’altra concepita per sottolineare il carattere dell’opera, perduta al momento della vendita. Questi piccoli capolavori testimoniano l’affetto e l’ammirazione che gli autori provano nei confronti di Zavattini, come possiamo constatare leggendo le lettere esposte nelle teche allestite al centro dello scrigno. Scrive Depero nel 1952 “è con vero piacere che le comunico di averle spedito in data di oggi cinque dipinti a tempera del soggetto e del formato da lei desiderato. Mi auguro di averla accontentata e sono lieto di essere presente nella sua già famosa collezione, scelga ciò che meglio crede più corrispondente al suo desiderio e per il compenso faccia lei. La ringrazio della stima e pazienza dimostrata.” Sottolineando ben due volte le parole stima e pazienza.
Ad accogliere e preparare alla visione i visitatori, sul lato esterno, campeggia il grande autoritratto eseguito nel 1969 da Zavattini, in cui si raffigura, quasi timidamente, come una sagoma grigia intenta a contemplare la miriade di piccole tele che rivestono con continuità la parete a guisa di una preziosa, quanto originale, carta da parati. Di fianco, realizzati nello stesso anno, due altri autoritratti in formato 8×10 e, ai loro piedi, il registro di questa Collezione minima su cui Zavattini appuntava meticolosamente per ogni pezzo il numero di catalogo, il numero di esposizione oltre, ovviamente, al nome dell’autore.
Il lavoro fatto dai curatori, in primis Marina Gargiulo, direttore delle collezioni del XX secolo della Pinacoteca di Brera, poi dell’ArchivioCesare Zavattini – Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia che ha fornito il supporto scientifico con il contributo di esperti dei diversi aspetti della poliedrica produzione culturale zavattiniana, è molto accurato. A corredo dei dipinti, il pubblico può assistere alla proiezione di un video con immagini e filmati d’epoca che ripercorre la storia della collezione, alternando interviste al collezionista – circondato dai suoi quadretti – e testimonianze attuali di artisti contemporanei, che ricordano oggi la loro prova d’autore eseguita allora, in formato 8 x 10.
Segnaliamo infine, per quanti volessero approfondire la complessità della figura di Cesare Zavattini, gli incontri organizzati alla Pinacoteca e la rassegna organizzata a giugno allo Spazio Oberdan dalla Cineteca Italiana.
Silvana Costa
La mostra continua:
Pinacoteca di Brera – Sala XV
via Brera, 28 (accesso disabili da via Fiori Oscuri, 2) – Milano
sino a domenica 8 settembre
orario: 8.30-19.15 da martedì a domenica; chiuso lunedì
(la biglietteria chiude alle 18.40)
www.brera.beniculturali.it“A tutti i pittori ho chiesto l’autoritratto”
Zavattini e i Maestri del Novecento
a cura di Marina Gargiulo
con il supporto scientifico dell’Archivio Cesare Zavattini-Biblioteca Panizzi di Reggio EmiliaCatalogo
“A tutti i pittori ho chiesto l’autoritratto”
Zavattini e i Maestri del Novecento
a cura di Marina Gargiulo
editore Skira/Piancoteca di Brera
128 pagine, 24×28 cm, 158 colori e 49 b/n, brossura
prezzo 32,00 euroIncontri su Zavattini uomo, pittore, scrittore
Zavattini e la pittura
mercoledì 8 maggio, ore 17.30 – Sala della Passione
Renato Barilli, Il posto dell’arte nel pianeta Zavattini
Marina Gargiulo, “A tutti i pittori ho chiesto l’autoritratto”: Zavattini e gli artisti della collezione 8 x 10
Tullio Pericoli, Incontro con ZavattiniZavattini uomo e scrittore
mercoledì 15 maggio, ore 17.30 – Sala della Passione
Giorgio Boccolari, Roberta Ferri, La documentazione cartacea, grafica e multimediale dell’Archivio Cesare Zavattini
Valentina Fortichiari, Zavattini e gli epistolari
Maria Laura Gargiulo, Il cinema di Zavattini tra etica e poiein
Gianni Berengo Gardin, Un paese vent’anni dopoRassegna cinematografica
Spazio Oberdan Cineteca Italiana
viale Vittorio Veneto 2 – Milano
www.cinetecamilano.itdal 29 maggio e per tutto il mese di giugno
saranno proposti 15 titoli tra i quali tutti i suoi più importanti lavori da sceneggiatore – da Sciuscià a Ladri di biciclette, da Bellissima a Umberto D a Miracolo a Milano – e i due film di cui firmò invece la regia, La veritàaaa e I misteri di Roma, e anche incontri e proiezioni con ospiti.Campus estivo
Museo Interattivo del Cinema
Area ex-Manifattura Tabacchi
viale Fulvio Testi 121 – Milano
mic.cinetecamilano.itMiracolo a Milano
3 settimane di Campus estivi per ragazzi dedicato a piccoli collezionisti di arte, cinema e fantasia, ispirato alla figura di Cesare Zavattini collezionista