L’avaro

Al Teatro Leonardo di Milano torna a gran richiesta la messinscena degli avidi piani di Arpagone, alla maniera irriverente di Quelli di Grock.

A cinque anni dal debutto L’avaro è ormai a tutti gli effetti un irrinunciabile cavallo di battaglia della compagnia meneghina Quelli di Grock. Il grande classico, nell’adattamento di Valeria Cavalli, si contamina con L’improvvisazione di Versailles, un’alta opera di Molière, e si trasforma in un divertente esempio di meta-teatro, come ci tiene a sottolineare, con fare dotto, a inizio spettacolo una delle attrici. Per enfatizzare tale escamotage narrativo sul palcoscenico è posizionato un piccolo palco girevole, dotato di insegna, sipario e luci a far risaltare l’insegna del Theatre Francais.
Al Teatro Leonardo, non appena le luci in sala si abbassano, arrivano correndo da ogni dove i comici e la scena si riempie di risate e battibecchi nel tentativo di accordarsi su quale spettacolo rappresentare.
Compiuta la scelta e designato lo spettatore da incoronare re per la serata – mai che si opti per una regina! – la commedia prende il via tra battute scordate, scene da tagliare, indicazioni del regista urlate col megafono, canzoni cullate dalle note di Gipo Gurrado  e capricci del primattore. Valeria Cavalli offre così ai vari componenti del cast, tutti rigorosamente made in Grock, di mettere in risalto i propri poliedrici talenti. Non ci riferiamo solamente ad Andrea Robbiano (il capocomico) protagonista di tanti successi della compagnia o all’imponente Pietro De Pascalis (Arpagone) ma anche a Jacopo Fracasso, Cristina Liparoto, Sabrina Marforio, Roberta Rovelli, Simone Severgnini e Clara Terranova, in rigoroso ordine alfabetico, vestiti con i costumi ideati da Anna Bertolotti.
Il chiassoso gruppo di comici racconta al pubblico dell’avido Arpagone innamorato più della cassettina contenente un piccolo tesoro che dei figli Elisa e Cleante; dell’irriverente serva Frosina guidata dal buonsenso e dall’affetto per i padroncini; del compiacente Valerio e della modesta Marianna. Ogni personaggio nasconde nel profondo del cuore dolori e progetti, ordendo goffi piani alle spalle di Arpagone, salvo poi trovarsi tra i sospettati per il furto della preziosa cassettina.
Valeria Cavalli nelle doppie vesti di autrice e regista – ruolo quest’ultimo che condivide con Claudio Intropido – dà vita a una riscrittura del testo scoppiettante come non mai, arricchendo l’azione principale di un corollario di gag ad alto tasso di comicità, confermando la vocazione a una messinscena giocata molto anche sulla componente fisica della recitazione.
Valeria Cavalli, con la consueta levità, permette a un altro Maestro del teatro di parlare agli spettatori del XXI secolo senza snaturare il senso originario dell’opera, senza caricarlo di inutile pathos, limitandosi semplicemente ad attualizzarlo. L’avaro racconta molto del mestiere dell’attore perché, anche se in inglese recitare si traduce con to play, lo stesso verbo utilizzato per giocare, è un lavoro duro. Ogni spettacolo è solo il frutto finale di un lungo impegno ripartito tra prove e allestimento, tra audizioni e attese. Un lavoro dove il pubblico pagante è il cliente da soddisfare, si tratti della zia o del re: dagli applausi – e dagli incassi – dipende il successo della produzione e, di conseguenza la sopravvivenza della compagnia.
Un lavoro che, alla pari di qualsiasi altro, merita rispetto e considerazione anche da parte del Governo. Invece, come denuncia il capocomico, le leggi sembrano soffermarsi sull’aspetto ludico del teatro, tralasciando la capacità di generare cultura e introiti: come troppo spesso accade in Italia, l’intelligenza del pubblico è invitata a sopperire alle carenze dello Stato, carenze ahimè non di sola natura economica.

Silvana Costa

Lo spettacolo continua:
MTM Teatro Leonardo
via Andrea Maria Ampère, 1– Milano
fino a domenica  13 gennaio 2019
orario: da martedì a sabato ore 20.30
domenica ore 16.30
www.mtmteatro.it
 
L’avaro
da Molière
traduzione e adattamento Valeria Cavalli
regia Valeria Cavalli, Claudio Intropido
con Pietro De Pascalis, Jacopo Fracasso, Cristina Liparoto, Sabrina Marforio, Roberta Rovelli, Andrea Robbiano, Simone Severgnini, Clara Terranova
assistente alla regia Pietro De Pascalis
musiche Gipo Gurrado
musiche eseguite da Nema Problema Orkestar
costumi Anna Bertolotti
scenografia e disegno luci Claudio Intropido
realizzazione scene Maria Chiara Vitali
produzione Manifatture Teatrali Milanesi