Nanda Vigo | Light Project

La ricerca espressiva di Nanda Vigo è protagonista a Milano di una mostra antologica che ne ripercorre sessant’anni di fitto lavoro.

La luce è componente fondamentale del linguaggio sperimentale elaborato da Nanda Vigo nel corso della seconda metà del XX secolo come ben testimonia, sin dal titolo, la mostra che la sua città natale le dedica in quest’estate 2019: Light Project a cura di Marco Meneguzzo.
L’evento, realizzato in collaborazione con l’Archivio Nanda Vigo, si inserisce nel progetto elaborato dal Comune di Milano con Palazzo Reale che, da quattro anni a questa parte, promuove mostre gratuite per far conoscere i tanti artisti attivi a Milano dal secondo dopoguerra a oggi.
Nanda Vigo torna a Palazzo Reale a vent’anni di distanza da Piero Manzoni. Milano et Mitologia – la mostra dedicata al grande amore della sua vita, morto troppo giovane – con un’antologica che la vede non più solo curatrice ma anche protagonista. Artista e architetto sono infatti le due anime creative che convivono in questa forte donna, sviluppate ciascuna a contatto con i massimi esponenti del settore attivi sulla scena milanese alla fine degli anni Cinquanta: Lucio Fontana e Gio Ponti.
Ritroviamo la capacità di contaminazione tra le discipline, i linguaggi e gli stili nell’estrosità di un allestimento che gioca con la maestosità delle stanze dell’Appartamento Reale cui oppone il rigore delle forme delle sculture luminose. Il percorso si snoda attraverso un’ottantina di opere che coprono esattamente sessant’anni di attività, mostrando come si sia evoluto il linguaggio di Nanda Vigo a partire dal 1959, quando inizia a esporre le sue creazioni in gallerie e in musei europei e italiani.
Dopo la sala introduttiva con i ritratti dell’artista eseguiti da alcuni dei più celebri nomi della fotografia, ci si immerge nella contemplazione dei Cronotopi che l’hanno resa famosa sin dagli anni Sessanta. Si tratta di scatole spartane, con telaio di alluminio, che al loro interno racchiudono una sorgente luminosa. La luce esce mediata da lastre di vetro contraddistinte dalla varietà di texture e colori conferiti loro dal processo di stampa industriale: una scelta che permette a Nanda Vigo di ricavare una ricca gamma di luci ed effetti. L’occhio del pubblico fruga curioso attraverso il fascio luminoso cercando di cogliere le caratteristiche del filtro utilizzato dall’artista e, quasi senza rendersene conto, ne resta ipnotizzato. I Cronotopi divengono così portali d’accesso a una nuova dimensione dove il pensiero si libra leggero, libero dalle catene spazio-temporali del mondo reale.
Vi lasciamo la sorpresa di scoprire e testare la Global Chronotopic Experience (2017) nata dal desiderio del collezionista Luca Preti di ridare vita all’Ambiente Cronotopico realizzato da Nanda Vigo nel 1967 per la Galleria Apollinaire di Milano.
Un importante salto temporale trasporta quindi il visitatore negli anni Novanta con le serie Deep space, Light progression e la trilogia di Omaggio a Gio Ponti, a Lucio Fontana e a Piero Manzoni (1993). Sono opere che appaiono una rielaborazione formale dei Cronotopi in composizioni più raffinate, forse anche per l’eleganza della luce blu che emanano, a evocazione del primo colore che si dice sia apparso nell’universo dopo il Big Bang. I progetti però non si preoccupano più di attrarre il pubblico a sé ma intraprendono una complessa esplorazione spaziale per conto proprio: cerchi, quadrati e rettangoli si combinano e si compenetrano tra loro esaltando il contrasto di materiali e tinte. Nel caso di Galactica sky (2015) i parallelepipedi si deformano per dar vita a nuove figure geometriche centripete, allungate nel tentativo di avvicinarsi agli altri elementi che costituiscono la galassia: in un simile contesto pure lo spazio vuoto tra le forme si carica di inatteso valore.
Le ultime due sale sono movimentate dai pezzi di Trigger of the Space sviluppati a partire dagli anni Settanta. La serie consta di specchi appesi ai muri o accostati in volumi da posizionarsi al suolo affinché riflettano all’infinito frammenti dell’ambiente in cui sono disposti. Il titolo della serie è concepito da Nanda Vigo a partire dal verbo inglese “to trigger” traducibile con “scatenare”, “innescare” o “dare il via” ad alludere alla capacità di un semplice specchio – elemento mimetico per antonomasia – di inserirsi nel contesto rompendo l’unitarietà della scena osservata, rendendola imprevedibile e mutevole in base allo spostamento del punto di vista e all’inserimento di dettagli rubati alla scena circostante. Per tale peculiarità sovente li si definisce anche Stimolatori di spazio.
Per enfatizzare questo gioco, nella spoglia Sala dell’Aurora a Palazzo Reale si sarebbero forse potute posizionare più opere, sfruttando appieno le sue grandi dimensioni, per un allestimento dall’alto coefficiente scenografico perché, nella soluzione messa in atto, a essere riverberati sono solamente i tristi infissi marroni. L’effetto è invece pienamente raggiunto nella stanza adiacente dove le piramidi di Trigger of the Space dialogano con Galactica 2°, collocata a parete, con un intenso scambio di immagini e bagliori luminosi.
In coda al percorso di visita c’è la sezione multimediale, con una parete rivestita di video in cui scorrono gli aneddoti, i messaggi di stima e i giudizi di colleghi – architetti, artisti, fotografi, designer – e critici, tutti parimenti concordi nel riconoscere a Nanda Vigo un ruolo di primo piano nel panorama artistico contemporaneo.

Silvana Costa

La mostra continua a:
Palazzo Reale – primo piano

piazza Duomo, 12 – Milano
fino a domenica  29 settembre 2019
orari: lunedì 14.30 – 19.30
martedì, mercoledì venerdì e domenica 9.30 – 19.30
giovedì e sabato 9.30 – 22.30
ultimo ingresso un’ora prima della chiusura 
ingresso libero
www.palazzorealemilano.it

Nanda Vigo. Light Project
a cura di Marco Meneguzzo
progetto di allestimento Nanda Vigo
grafica in mostra casatibuonsante architects
promosso da Comune di Milano – Cultura, Palazzo Reale
in collaborazione con Archivio Nanda Vigo
www.nandavigo.com

Catalogo:
Nanda Vigo. Light Project
a cura di Marco Meneguzzo
testi di Marco Meneguzzo, Andrea Pinotti
Silvana Editoriale, 2019
24 x 28 cm, 240 pagine, 150 illustrazioni, brossura
edizione bilingue italiano / inglese
prezzo: 28,00 Euro
www.silvanaeditoriale.it