Il Tertulliano di Milano dà il via alla Stagione 2019/20 con il debutto in prima nazionale di Giacobbe Fragomeni. Forse… “lassù qualcuno mi ama”. La sala gremita ed emozionata applaude in piedi a lungo questo nuovo monologo scritto, diretto e interpretato da Giuseppe Scordio.
Scordio, direttore artistico dello Spazio Tertulliano, è un professionista che Artalks segue da anni, apprezzandone la recitazione, il meticoloso lavoro dietro le quinte e la capacità di circondarsi in scena di attori di primordine, sia coinvolgendo protagonisti di fama sia giovani talenti. Questa volta tuttavia, in Giacobbe Fragomeni. Forse… “lassù qualcuno mi ama”, l’attore è solo sul palcoscenico a recitare un monologo di cui è autore unico.
Questa volta non attinge al ricco archivio di testi della storia del teatro o alle pièce dei contemporanei: propone una sua creazione originale.
Questa volta racconta una storia che lo tocca da vicino, la biografia di un amico cui è legato sin dai tempi dell’infanzia: Giacobbe Fragomeni.
Questa volta lo si applaude perché oltre a una bella prova di recitazione, a uno spettacolo montato e diretto in modo estremamente suggestivo, emoziona il pubblico toccandogli in profondità l’anima come solo con le storie vere e personali si riesce a fare.
Giacobbe Fragomeni è il puglie che il 24 ottobre 2008 ha inciso il nome nella hall of fame della boxe aggiudicandosi, in un memorabile incontro al Palalido di Milano, il titolo di campione mondiale WBC per la categoria pesi massimi leggeri. In quell’occasione – e poi di nuovo nel 2016 quando vince l’ennesima edizione del reality L’isola dei famosi – sono pubblicati articoli e volumi a descriverne il duro precorso dalla periferia milanese all’Olimpo sportivo. Un percorso segnato dalla violenza, non tanto quella sul ring quanto quella tra le mura domestiche; un percorso che lo conduce negli abissi della dipendenza da cui, dimostrando animo pugnace e disciplina, esce con le sue sole forze.
Giuseppe Scordio, nato come Fragomeni nel quartiere popolare di Stadera, lo frequenta sin da bambino: fanno parte dello stesso gruppo di monelli; iniziano a tirare di pugilato in coppia; si suggeriscono a vicenda i nomi dei tanti giovani morti per droga nel vicinato negli anni Ottanta. Forte di un rapporto talmente privilegiato, Scordio nello scrivere Giacobbe Fragomeni. Forse… “lassù qualcuno mi ama” lascia in secondo piano la componente epica della biografia per dare spazio alle dinamiche intime che spingono l’amico prima sull’orlo del suicidio e poi al riscatto. Sul palcoscenico Giuseppe si cala nei panni tormentati di Giacobbe e in quelli del di lui padre, un immigrato calabrese, spesso ubriaco e violento in famiglia. In contemporanea, sullo sfondo, scorrono le immagini del celebre scontro cinematografico padre-figlio di Lassù qualcuno mi ama (1956) di Robert Wise.
Nel monologo i lunghi silenzi hanno valore pari, se non superiore, al recitativo perchè consentono la sedimentazione nella mente e nell’animo dello spettatore di situazioni che mettono KO, come un diretto di Fragomeni. Silenzi riempiti da spezzoni video del film di Wise citato nel titolo dello spettacolo, da combattimenti del pugile e da docu-interviste che lo portano a ripercorrere la carriera sportiva. Una carriera iniziata più per perdere peso che per spirito agonistico ma che finisce per infondergli valori che il padre – un uomo mai calatosi nel ruolo che tale titolo presuppone – ha sempre trascurato. I video indugiano sul volto di Ottavio Tazzi, “il nonno”, il celebre allenatore che oltre a tattica, fiducia e incitamenti sa trasmettere a questo ragazzo di periferia il calore dell’affetto paterno.
Il parallelo con Lassù qualcuno mi ama, al di là della professione dei protagonisti, evoca la vita degli immigrati – nel quartiere dove sorge lo Spazio Tertulliano si mischiano vecchi e nuovi arrivati, dal Sud Italia e dai quattro angoli del mondo, in un pot-pourri di razze e tradizioni – che non sempre riescono a superare le difficoltà d’integrazione, la nostalgia di casa e la delusione delle aspettative ancora irrealizzate. In un simile contesto, in assenza di sostegno sociale, è un attimo scivolare nel vizio, confortati dalla facilità con cui offre stordimento e l’accesso a una realtà alternativa.
Il palcoscenico è organizzato in modo spartano tra la cucina di casa, la palestra ma anche la gabbia psicologica da cui uscire, facendosi largo a suon di pugni verso una vita normale, fatta di cose semplici. Il progetto delle luci aumenta la suggestione dell’insieme e sottolinea i cambi di scena, rapidi come le virate di un volo pindarico. La colonna sonora affonda le mani nei successi degli anni Ottanta e il ritmo martellante delle sonorità elettroniche accompagna i colpi sferrati al sacco e il pulsare dei pensieri nella testa di Giacobbe Fragomeni.
Buio e luce; dolore e desiderio di riscatto; musica e pugni; parole e silenzio: tutto è dosato con estrema attenzione da Giuseppe Scordio. Tutto tranne l’emozione che arriva in platea a forti ondate, travolgendo con la potenza di una storia vera. L’applauso, come un sospiro di sollievo per il lieto fine conquistato con forza di volontà, esplode potente e inarrestabile.
Silvana Costa
Lo spettacolo continua:
Spazio Tertulliano
via Tertulliano 70 – Milano
21 novembre – 1 dicembre e 12 – 15 dicembre 2019
orario: giovedì e venerdì 21.00
sabato 20.00, domenica 16.30
www.spaziotertulliano.itForse… “lassù qualcuno mi ama”
Giacobbe Fragomeni: una storia vera
scritto e diretto da Giuseppe Scordio
produzione Spazio Tertulliano
durata 70 minuti