Ulisse, il ritorno

La nuova produzione della Compagnia Corrado d’Elia racconta di uno struggente viaggio attraverso i Balcani emulando Theo Angelopoulos.

L’estro creativo di Corrado d’Elia dimostra una volta ancora quanto le vicende narrate da Omero possano essere declinate in differenti modi, tempi o luoghi senza fiaccarne il messaggio originale. Alcuni anni fa l’attore è andato in scena con Iliade e ha conquistato il pubblico con il racconto originale delle epiche gesta di Ettore, Aiace e Agamennone, l’astuzia di Ulisse e la supplica di re Priamo ad Achille per riavere le spoglie del figlio morto in battaglia. Ulisse, il ritorno, al debutto in questi giorni, è invece una trasposizione nel XX secolo del lungo viaggio di Odisseo verso casa, un’esperienza che lo porta a confrontarsi con le numerose guerre che hanno incendiato la Penisola Balcanica.
L’espediente drammaturgico di Corrado d’Elia affonda dichiaratamente le radici nell’opera del regista greco Theo Angelopoulos, in particolare in Lo sguardo di Ulisse (1995), vincitore quello stesso anno del Grand Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes. Le vicende, articolate in una dozzina di capitoli, concernono la traversia di un autore teatrale attraverso l’Europa dilaniata dalla guerra, alla ricerca di un teatro dove allestire il proprio spettacolo e di parole per comporre un nuovo testo. È un viaggio nella poesia e nella bellezza ma ancor più nella memoria personale del protagonista, intersecata con la storia famigliare e le vicende dei popoli che abitano la regione. Lo spettacolo stratifica i ricordi, risalenti a epoche e luoghi diversi, impastandoli sul palcoscenico creando un continuum temporale, come accade nella mente quando i pensieri volano da un evento all’altro, mossi da una suggestione, da un gesto, da una parola, da un rumore.
In Ulisse, il ritorno si ritrovano elementi cardine del film di Angelopoulos: la celebrazione della cultura greca; il taxista che accompagna il protagonista sino al confine in pieno inverno; il lungo bacio sul treno per Bucarest; la guerra nell’ex-Jugoslavia; l’argenteria infilata in fretta e furia in valigia prima di fuggire ma pure i cittadini che cercano di trovare un’apparenza di normalità nonostante i bombardamenti; la fusione temporale di una sequenza di capodanni pregnanti per le vicende famigliari.
Corrado d’Elia è un viaggiatore alla ricerca di ispirazione e di bellezza: per tale motivo i capitoli sono sovente contrassegnati dalla presenza di Raffaella Boscolo cui spetta il compito di calarsi nei panni delle varie donne incrociate dall’uomo nel corso della vita, a iniziare dalla prima, la più importante, la madre. Al loro fianco sul palcoscenico Angelo Zampieri, parimenti eccelso nel dar vita ai personaggi maschili che nei differenti quadri intrecciano i propri pensieri con quelli del protagonista.
Il vagare nello spazio e nel tempo è ricondotto a un’unica ambientazione ideata da Fabrizio Palla: la sala di un ristorante, decorata con le luminarie a rimandare all’idea di una festa. È una scenografia che, come le note melanconiche della fisarmonica di sottofondo, evoca un altro successo di Corrado d’Elia: Don Chisciotte tratto dal romanzo di Miguel de Cervantes. I due testi, ispirati ad altrettanti capolavori della letteratura mondiale, sono accomunati dal fitto intreccio dei ricordi, dal tema della scrittura e dal clima onirico enfatizzato dalla nebbia che cala sugli edifici e sulle piazze impastando immagini e sensazioni. Un clima onirico attraversato da figure silenti che, in questo periodo di celebrazioni per il centenario della nascita di Federico Fellini, volenti o nolenti, accosta istintivamente queste produzioni di Corrado d’Elia a tanti capolavori del regista riminese, primo tra tutti Amarcord (1973).
Il pubblico segue con grande trasporto emotivo il viaggio di d’Elia, novello A. – il protagonista di Lo sguardo di Ulisse interpretato da Harvey Keitel – a sua volta moderno Odisseo e il naufragar gl’è dolce in questo racconto come testimonia il lungo, meritato, applauso rivolto agli attori a fine rappresentazione.

Silvana Costa

Lo spettacolo continua:
MTM Teatro Leonardo
via Andrea Maria Ampère, 1 – Milano
fino a domenica 9 febbraio 2020
orario: da giovedì a sabato 20.30
domenica 16.30
www.mtmteatro.it

Ulisse, il ritorno
progetto, drammaturgia e regia Corrado d’Elia
assistente alla regia Sabrina De Vita
con Corrado d’Elia, Raffaella Boscolo, Angelo Zampieri
scene Fabrizio Palla
organizzazione Caterina Mariani
grafica Chiara Salvucci
produzione Compagnia Corrado d’Elia
un omaggio a Theo Angelopoulos
durata dello spettacolo: 60 minuti
https://corradodelia.it