Non recensiti

Come per magia dall’archivio di Gabriele Basilico riemerge il materiale di una ricerca iniziata quasi per caso a Rimini a metà degli anni Settanta. Un viaggio nel mondo di teatrini e night club, ritraendo spogliarelliste, ballerine, presentatori, comici ma anche maestri di ballo e tecnici che si adoperano per la riuscita dello spettacolo.

Sono passati esattamente 45 anni da quando Gabriele Basilico, a Rimini per realizzare un servizio sul Grand Hotel, negli scenografici ambienti del monumentale edificio Liberty trova lo spunto per un nuovo lavoro. Sembra quasi che dietro il percorso del volume Non recensiti, pubblicato per i tipi della casa editrice Humboldt, dal tema alle traversie affrontate, ci sia la fantasiosa mano di Federico Fellini, il regista premio Oscar che fa dell’albergo la sua residenza in Romagna.
Gabriele Basilico al Grand Hotel fa la conoscenza di alcuni artisti che si esibiscono al Lady Godiva, un night club sito nelle vicinanze, un luogo dove gli spettacoli che vanno in scena non sono appunto mai recensiti dalla critica. Ottenuto il permesso, il fotografo realizza una prima serie di scatti che, al rientro a Milano, vengono accantonati per un paio d’anni sino a quando con l’amica Tamara Molinari, una giornalista collaboratrice di Abitare, li riprende in mano e – talvolta accompagnato anche da Cesare Colombo – visita i locali notturni milanesi chiedendo di fissarne su pellicola il quotidiano tran tran: il cinema Smeraldo, Il Colibrì, Il Teatrino o l’Hermes solo per citare i più famosi. In breve tempo accumula abbastanza materiale tra cui selezionare le immagini per un libro ma, poiché non è possibile contattare gli artisti fotografati per ottenere la liberatoria alla pubblicazione, Basilico finisce prima per riporne la bozza in archivio e poi per perderne le tracce.
La prima impressione che si ha sfogliando Non recensiti è quella di compiere un viaggio a ritroso nel tempo sino agli anni Settanta e ai loro canoni estetici: la foggia degli abiti – quando presenti – e delle calzature, le chiome vaporose – non solo sul capo – e il trucco appariscente. È un mondo dove la tecnologia è allo stadio larvale, i biglietti si pagano ancora solo in contanti e gli artisti nei camerini conversano tra loro invece di isolarsi ciascuno con il proprio smartphone.
Lo sfondo delle fotografie è spoglio, non all’insegna del minimal chic imperante a Milano ma piuttosto della decadente desolazione di una civiltà incamminata verso un inarrestabile declino. Il mondo del porno infatti da lì a breve risentirà, come altri settori lavorativi, dello sviluppo tecnologico, a iniziare dall’arrivo dell’home video e poi di Internet. I camerini hanno un aspetto triste, le scenografie e le poltrone in platea hanno visto tempi migliori, i manifesti – così come i cartelli con avvisi e divieti – sono realizzati a mano, con bella grafia e disegni naïf. I lustrini e il lamé dei fantasiosi costumi di scena sono, insieme ai sorrisi degli artisti in posa, l’unica nota – letteralmente – brillante dei ritratti di Non recensiti.
Sono ritratti in cui si respira un’aria colloquiale tra soggetto e fotografo, privi di qualsiasi aspetto voyeuristico o morboso. Pagina dopo pagina del volume si colgono ora l’orgoglio di improbabili culturisti, ora la noia delle ballerine, ora il divertimento delle spogliarelliste nel mimare per il fotografo le mosse provocatorie utilizzate per eccitare il pubblico in sala.
Siamo abituati ad associare il nome di Gabriele Basilico alla fotografia di architettura e di paesaggio eppure il ritratto non è per lui un genere inconsueto: si pensi per esempio agli architetti immortalati per le copertine di Domus negli anni della prima direzione di Alessandro Mendini (1979/84). Non vanno scordate poi, sempre in quel periodo, le inchieste per la rivista Modo sui dancing in Emilia Romagna e per il film Proletariato giovanile proiettato nel 1977 all’ultima Biennale di Architettura di Venezia – quella definita “del dissenso” – diretta da Vittorio Gregotti.
Ho già detto che in me incide molto la formazione da architetto. In un certo modo, è tutto architettura. L’architettura è molto di più dell’arte della costruzione, è un modo di vedere il mondo, è un’espressione di valori. […] Quando fotografo le persone, tengo bene a mente il fatto che i corpi hanno un’architettura, esattamente come gli edifici hanno un’anatomia. Il mio lavoro può essere rigoroso e sistematico, voglio mostrare le persone e i luoghi in cui si muovono, ma la mia priorità è arrivare a cogliere la loro umanità, vale a dire, la loro architettura interiore” (pag. 93). Un approccio alla disciplina spiegato da Gabriele Basilico a Ximo Berenguer in un immaginario dialogo scritto dal collega spagnolo Joan Fontcuberta per Non recensiti. Un’analogia tra i generi che emerge forte anche nelle immagini di architettura dove ogni edificio, ogni segno sul territorio riesce a raccontare la propria storia. Un approccio evidente per esempio sin da quel “ritratti” utilizzato per il titolo del celeberrimo progetto di catalogazione delle realtà industriali milanesi: Milano. Ritratti di fabbriche (prima edizione 1981). Non recensiti è un volume che non può dunque mancare nelle raccolte degli amanti della fotografia in generale, degli estimatori di reportage sociali e di quelli interessati ai progetti di ricerca di Basilico in particolare. Come evidenziato da Fontcuberta è il perfetto complemento ai volumi dedicati all’architettura e al territorio, di cui mutua l’approccio, utilizzando l’obiettivo per scandagliarne l’essenza più profonda e cogliere con essa utili informazioni sulla società di cui sono il prodotto.
Berenguer e Basilico si confrontano quindi sul beffardo destino che li accomuna. Il fotografo di Valencia è autore di un reportage sulla vita notturna di Barcellona ma viene stroncato da un incidente automobilistico prima di riuscire a pubblicare il proprio lavoro: il libro vedrà la luce solo dopo diversi anni, esattamente come accade con Non recensiti. Berenguer in realtà è un parto della fantasia di Fontcuberta, nato per smascherare le astuzie della comunicazione, sebbene le sue avventure – così come il dialogo sopracitato – costruite meticolosamente a tavolino, siano estremamente realistiche.
Una storia magica è il titolo del testo di Giovanna Calvenzi che chiude il volume in cui si ricostruiscono le vicende del progetto sui night club e del libro che ne è stato tratto. La maquette, una volta che Basilico e l’editore si sono resi conto non fosse possibile pubblicare le immagini, finisce per perdersi nel gran quantitativo di materiali archiviati dal fotografo nel proprio studio e riemerge, quasi per magia, dal fondo di un armadio in cui a lungo si era già guardato.
Il progetto grafico di Non recensiti, come di molti altri libri di Gabriele Basilico, è realizzato da Maurizio Zanuso, oggi affermato grafico editoriale ma in quel lontano 1976 assistente del fotografo a Rimini, ulteriore esempio della labilità del confine tra le discipline.

Silvana Costa

Gabriele Basilico
Non recensiti
contributi di Giovanna Calvenzi, Joan Fontcuberta
design Maurizio Zanuso
Humboldt, 2021
22,5 x 26,2 cm, 112 pagine, copertina flessibile
prezzo: 25,00 Euro
www.humboldtbooks.com