Le allegre comari di Windsor

Le comari del Teatro Ringhiera attendono il pubblico nel salotto della signora Page per una versione tutta al femminile della commedia shakespeariana e tantissime risate come, vi assicuriamo, non se ne facevano da tempo.

Era maggio 2017 quando ATIR comunica la chiusura sino all’autunno del Teatro Ringhiera per lavori di ristrutturazione. Da quel momento sono passati ormai quattro anni e mezzo e ancora non si sa se e quando riaprirà. I teatri di Milano nel frattempo fanno a gara per mettere a disposizione della compagnia i propri palcoscenici e Manifatture Teatrali Milanesi ospita fino a domenica 7 novembre nella sede di Teatro Leonardo Le allegre comari di Windsor.
La storia si sviluppa intorno alle astruse macchinazioni ideate davanti a una tazza di tè dalle comari Ford e Page per punire Sir John Falstaff reo, lui così vecchio, grasso e scialacquatore, di aver osato corteggiare entrambe le amiche usando le stesse identiche lusinghe.
Leggenda vuole che William Shakespeare abbia scritto la commedia su invito della regina Elisabetta I desiderosa di assistere a nuove avventure di Falstaff, il buffo gentiluomo compagno di bevute del giovane erede al trono in Enrico IV. Shakespeare dimostra grazie a questo personaggio la straordinaria capacità di saltare dalla tragedia alla commedia con grande agilità, trattando i generi con pari dignità di scrittura e complessità di trama, con dialoghi capaci di coinvolgere il pubblico trascinandolo in un vorticoso susseguirsi di eventi.
Ulteriore pregio delle opere teatrali shakespeariane è l’estrema duttilità di adattamento cui si prestano e l’esilarante risultato ottenuto da Edoardo Erba con questa produzione di ATIR diretta da Serena Sinigaglia ne è l’ennesima conferma. Agli albori del Seicento, quando Le allegre comari di Windsor debutta per la prima volta sulle scene, è ancora in vigore il divieto per le donne di recitare; ora, quasi volesse sottoporre la commedia alla severa legge del contrappasso, Erba la riscrive eliminando la presenza di qualsiasi figura maschile. Le azioni e le battute degli uomini, a iniziare da Falstaff, sono riportate al pubblico dalle due comari, da Anne, la figlia della signora Page, e da Quickly, la sua domestica che, a dispetto del nome, è veloce solo nel lanciare fendenti con la lingua. A interpretarle un affiatato quartetto di attrici formato da – rispettando l’ordine dei personaggi sopra citati – Annagaia Marchioro, Virginia Zini, Cristina Parku e Chiara Stoppa.
Unico uomo ammesso in scena è Fenton, lo spasimante di Anne inviso ai suoi genitori, ma interpretato dalla fisarmonicista Giulia Bertasi: “un ruolo “en travesti” come vuole la tradizione shakespeariana (ma al contrario!)”, come sottolinea Serena Sinigaglia. Shakespeare ha infatti aggiunto anche una contrastata storia d’amore, una di quelle a lieto fine, vissute tra sotterfugi, scambi di persona, travestimenti e astuti piani che tanto piacciono al pubblico.
Questa è, a nostra memoria, una delle versioni più divertenti de Le allegre comari di Windsor cui abbiamo assistito. Una parte del merito è sicuramente di Erba che nell’adattamento non compromette la vivacità dei dialoghi al vetriolo delle comari, indubbiamente annoiate dalla quotidianità e ormai insofferenti verso i mariti, che all’ora del tè si ritrovano per scambiarsi confidenze e frecciatine. Esse commentano con talmente tanto cinismo e sarcasmo gli eventi e i conoscenti – ritenuti, a prescindere, inferiori – che per loro la costumista Katarina Vukcevic si ispira ai ritratti della regina Elisabetta I: impiastriccia i volti con uno spesso strato di cerone, usa parrucche vaporose di cui una rosso Tiziano e applica ai tailleur bizzarre sovrastrutture a strizzare l’occhio ai volumi degli abiti seicenteschi. Anne ha invece un vestito lieve e svolazzante come il suo animo di giovane innamorata mentre la signora Quickly indossa una spessa imbottitura più per proteggersi dalle vergate della padrona che per rendere comode le lunghe ore passate al lavatoio.
Il resto del merito è da dividersi tra Serena Sinigalia e il cast che dirige con brio, a iniziare dalla coppia formata da Annagaia Marchioro e Virginia Zini, superbe nei tempi comici e nel serrato battibeccare delle due comari, completando l’una i discorsi, i gesti e i pensieri dell’altra, o nel burlarsi dei rispettivi mariti ma sempre senza perdere l’aplomb da signora inglese. Contende loro la scena un’altra amata protagonista degli spettacoli di ATIR, Chiara Stoppa, che offre un’eccezionale prova d’attrice combinando recitazione, canto e tanta mimica a caricare di ulteriore ironia ogni battuta. Cristina Parku è deliziosa nel muoversi per il palco, intromettendosi nei discorsi delle signore “esperte della vita”, burlandosi di loro quasi fosse un folletto sgattaiolato via dal Sogno di una notte di mezza estate, quasi fosse Alice nel Paese delle Meraviglie intenta a prendere il tè con ben due Regine di Cuori.
Non mancate l’appuntamento al Teatro Leonardo per prendere un tè anche voi con le allegre comari: tutto è apparecchiato nel salotto buono della signora Page, ricavato nel prezioso centrino in pizzo che, aprendosi a conchiglia, accoglie la scenografia ideata da Federica Pellati. Vi divertirete come non mai ma state attenti: il finale riserva una sorpresa rispetto all’originale.

Segnaliamo inoltre che dal 30 novembre al 2 dicembre ritroveremo Annagaia Marchioro e Virginia Zini in scena al Teatro Leonardo con Modern Family 1.0.

Silvana Costa

Lo spettacolo continua:
MTM Teatro Leonardo
via Andrea Maria Ampère, 1 – Milano
fino a domenica 7 novembre 2021
orario: da martedì a sabato 20.30
domenica 16.30
con obbligo di Green Pass
www.mtmteatro.it

Le allegre comari di Windsor
di William Shakespeare
adattamento Edoardo Erba
con Annagaia Marchioro, Chiara Stoppa, Cristina Parku, Virginia Zini
alla fisarmonica Giulia Bertasi
regia Serena Sinigaglia
assistente alla regia Giada Ulivi
scene Federica Pellati
costumi Katarina Vukcevic
luci Giuliano Almerighi
consulente musicale Federica Falasconi
coproduzione Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini e ATIR Teatro Ringhiera