Vincent van Gogh pittore colto

Al Museo delle Culture di Milano si indaga la complessità degli interessi culturali alla base della visione della vita e dell’arte di Vincent van Gogh attraverso il suo rapporto con libri e riviste che continuamente chiede al fratello Theo e di cui nelle lettere restituisce approfonditi commenti critici.

Francesco Poli con l’ausilio di Mariella Guzzoni e Aurora Canepari è il curatore della mostra Vincent van Gogh pittore colto visitabile al MUDEC di Milano fino al 28 gennaio.
Il titolo esprime chiaramente l’intento di sfatare l’immagine romantica del pittore restituita da tanta critica per mostrare cosa effettivamente stia dietro le vedute dei contadini al lavoro nei campi o ai numerosi autoritratti. Il percorso di visita si sviluppa con andamento al contempo cronologico e tematico attraverso dieci sezioni che, a partire dalle circa quaranta opere di van Gogh – tra dipinti ad olio, opere a matita, gessetti e acquerello e schizzi tratteggiati sui taccuini che teneva sempre in tasca – descrive lo spessore culturale di questo artista liquidato troppo frettolosamente con gli epiteti di pazzo, autodidatta, semplice o bucolico.
I libri e le riviste sono il filo rosso che guida il visitatore attraverso le sezioni, mostrando come l’attenzione dell’autore dai testi di natura sociale lentamente scivoli verso le pubblicazioni d’arte, per approfondire lo studio delle più recenti tendenze artistiche senza mai aderire a nessun movimento. Testi che letteralmente divora, scritti indifferentemente in olandese ma pure in inglese e francese. Un percorso ricostruito dai curatori grazie al fitto carteggio di Vincent con il fratello Theo, lettere in cui riporta citazioni, chiede di procurargli testi specifici o in cui si dilunga in interessanti considerazioni sulle proprie letture.
Un percorso che inizia con l’arrivo di van Gogh nel dicembre 1878 nel bacino carbonifero belga del Borinage in veste di predicatore evangelico laico. È lì che matura la decisione di diventare pittore e, dopo gli iniziali studi su manuali di disegno, su consiglio di Theo, si trasferisce a Bruxelles per seguire i corsi dell’Accademia di Belle Arti. La scelta nasce sull’onda del trasporto per le opere di Jean-François Millet nominato da van Gogh suo padre per gli insegnamenti ricevuti per quanto mai per via diretta. Due stampe di Millet dedicate al lavoro nei campi sono poste in dialogo in mostra con disegni di van Gogh a tema analogo tra cui una sua riproduzione del celeberrimo Angelus della sera eseguita nel 1880. I contadini, analogamente ai minatori de Le portatrici del fardello (aprile 1881), chinati a terra per la fatica del lavoro, sono l’emblema della sofferenza che segna i poveri e i diseredati mentre il seminatore è la metafora del predicatore che divulga le Sacre Scritture.
La lettura della Bibbia è tuttavia affiancata a Storia della Rivoluzione Francese di Jules Michelet, che restituisce al popolo un ruolo attivo nel decidere la propria sorte, e La capanna dello zio Tom di Harriet Beecher Stowe dedicato alla presa di coscienza antischiavista in America. Risale invece ai mesi trascorsi a del l’Aja tra il 1882 e il 1883 la scoperta di Zola e la rilettura di Dickens e, proprio osservando le illustrazioni della povera gente che ne accompagnano i romanzi, matura il proposito di guadagnarsi da vivere come illustratore. Alla mostra al MUDEC catalizzano l’attenzione il ritratto di Sien, sua compagna in quei mesi, dipinta nel ruolo di una Donna sul letto di morte (aprile 1883) su sfondo nero come nelle illustrazioni della rivista Graphic che tanto ammira, e le due sofisticate vedute Essiccatoio per il pesce a Scheveningen e Laboratorio di carpentiere e lavanderia (entrambe maggio 1882) ispirate a loro volta alle raffigurazioni della periferia londinese, preferite agli scorci del centro città, viste sempre su Graphic.
Vincent van Gogh, al termine della relazione con Sien lascia la città per la provincia e dal 1884 al 1885 risiede coni genitori a Nuenen dove il padre predicatore è stato trasferito: lì si dedica a riprodurre con varie tecniche interni di case contadine tra cui I mangiatori di patate (aprile 1885), la serie dei nidi e molti paesaggi. A Nuenen si dedica pure allo studio della Grammaire des Arts du Dessin di Charles Blanc e, in particolare, alla sua Stella dei colori in cui sintetizza il rapporto tra i colori. Insegnamenti che metterà a buon frutto nel 1886 quando, giunto a sorpresa a Parigi, il fratello Theo lo introduce tra gli artisti all’epoca all’avanguardia: gli impressionisti e i pointilliste. Le opere di van Gogh abbandonano le tinte cupe per abbracciare i colori della città e mostrano una personale rilettura delle tecniche pittoriche dei colleghi e amici come si nota in Interno di un ristorante (estate 1887) e nell’autoritratto datato aprile-giugno 1887. I curatori sottolineano come nel periodo trascorso nella Ville Lumière van Gogh dipinga ventisette autoritratti, molti più che nel resto della sua vita: ciò gli consente da un lato di esercitarsi con il genere e di raffinare la tecnica ma dall’altro pure di compiere un percorso introspettivo sul proprio rapporto con l’arte.
A Parigi, in quegli anni, si assiste al dilagare della passione per le stampe giapponesi, gli  ukiyoe, le immagini del Mondo Fluttuante, e van Gogh ne diviene un attento collezionista. In mostra compaiono alcuni pezzi tratti dalle celeberrime serie di Utagawa Hiroshige intitolate Trentasei vedute del Monte Fuji, Otto vedute della provincia di Ōmi e Cento vedute di luoghi celebri di Edo tra cui Il giardino degli iris a Horikiri, il giardino con uno dei fiori più amati e dipinti da van Gogh. Le stampe sono messe a confronto con le opere eseguite nella primavera e nell’estate 1888 in Provenza, caratterizzate da colori intensi, campiture solide e contorni mutuati dall’arte giapponese. La stessa evoluzione nello stile si coglie anche nella ritrattistica: si notino le analogie tra gli attori immortalati da Kunichika Toyohara e il Ritratto di Joseph-Michel Ginoux (fine ottobre 1888), il marito della celebre Arlesienne. Nelle ultime sale della mostra sono poi esposti, uno in fianco all’altra, dipinti di Van Gogh e stampe di Hiroshige e di Hokusai accomunati da temi analoghi ed è interessante soffermarsi a lungo per studiare le opere con attenzione, cercane assonanze non tanto nel mero soggetto quanto nella sensibilità con cui è trattato, il punto di vista e le sensazioni che trasmettono.
Theo in una lettera data 16 giugno 1889 sottolinea la potente esplosione di colori caratterizzante il lavoro del fratello nel corso del soggiorno all’ospedale di Saint-Rémy dove Vincent è ricoverato tra il 1889 e il 1890 e dove ha a disposizione una stanza per dipingere. I soggetti abbandonano tuttavia la serenità ammirata in La vigna verde (ottobre 1888), Veduta di Saintes-Maries-de-la-Mer (1-3 giugno 1888), Frutteto circondato da cipressi (aprile 1888) o in Salici al tramonto (marzo 1888).I Pini al tramonto (dicembre 1889) del giardino dell’ospedale emozionano per il dolore che trasuda dalle pennellate nervose e dal verde che va a spegnere e, al contempo, inasprire le calde tonalità del cielo al calar del sole, trasmettendo il disagio che attanaglia la mente di van Gogh. Un dolore che caratterizza il declino emotivo dell’artista sino al drammatico epilogo a tutti tristemente noto. Un dolore alleviato dall’esercizio della pittura e dal piacere della rilettura dell’opera completa di Shakespeare – commentando le grandi tragedie nelle lettere alla sorella Wil –, di Dickens e di Beecher Stowe.

Lungo il percorso di visita è ricavata una saletta video dove viene proiettato a ciclo continuo Vincent: una passione irresistibile volto a descrivere la passione di van Gogh per i libri attraverso citazioni tratte dai suoi scritti.
Vincent van Gogh pittore colto è accompagnata da un catalogo edito da 24 ORE Cultura mentre lungo il corridoio che conduce il pubblico all’ingresso della mostra sono esposte le illustrazioni di Alice Alves Esteves de Oliveira, artista brasiliana con studi di disegno compiuti a Lisbona e Bologna, intese a ripercorrere le tappe fondamentali della vita di van Gogh poi approfondite all’interno dell’esposizione.

Silvana Costa

La mostra continua a:
MUDEC – Museo delle Culture

via Tortona 56 – Milano
fino a domenica 28 gennaio 2024  
orari: lunedì 14.30 – 19.30
martedì, mercoledì, venerdì, domenica 9.30 – 19.30
giovedì, sabato 9.30 – 22.30
la biglietteria chiude un’ora prima
www.mudec.it
 
Vincent van Gogh
Pittore colto
a cura di Francesco Poli
con Mariella Guzzoni, Aurora Canepari
in collaborazione con Kröller-Müller Museum,Otterlo, Paesi Bassi
una mostra 24 ORE Cultura
progetto di allestimento Cesare Mari – Panstudio Architetti Associati
con Carlotta Mari
con il patrocinio di Ambasciata e Consolato Generale dei Paesi Bassi in Italia

Catalogo:
Vincent van Gogh

Pittore colto
a cura di Francesco Poli
24 ORE Cultura, 2023
23×28 cm, 240 pagine, cartonato
prezzo 32,00 Euro
www.24orecultura.com