Medea

Romina Mondello è la protagonista di Medea, il grande classico di nuovo in programma al Teatro Menotti. La messa in scena di Emilio Russo, dalla forte carica allegorica e dal taglio estremamente moderno, enfatizza l’abilità di Euripide nel descrivere le pulsioni ancestrali che da sempre caratterizzano la natura umana sino a spingerla ad azioni estreme.

È il 431 a.C. quando ad Atene va in scena per la prima volta Medea di Euripide. A distanza di millenni le vicende narrate nella tragedia – fatta eccezione per la componente mitologica – sono ancora di grande attualità. La figura della moglie emancipata, artefice del proprio destino, che non si piega ai voleri del marito ha anzi ancora molto da insegnare alle donne del XXI secolo.
Una carica dirompente che il tempo non ha minimamente scalfito come dimostra l’allestimento dal taglio moderno e minimalista proposto da Tieffe Teatro. Lo spettacolo debutta in prima nazionale il 4 ottobre 2019 al Teatro Olimpico di Vicenza nell’ambito del 72° ciclo di spettacoli classici e nelle settimane successive fa tappa al Teatro Menotti di Milano dove ora è nuovamente in scena sino a domenica 20 ottobre.
Emilio Russo, ancora una volta alla regia di una produzione targata Tieffe Teatro, esalta l’abilità di Euripide nel descrivere pulsioni istintive, peculiari della natura umana, che trascendono lo spazio e il tempo, proponendo una versione di Medea dalla forte carica simbolica ed emozionale. La trama originale è infatti qui asciugata ai passaggi principali, ponendo in primo piano, senza digressione alcuna, il rapporto tra azione e reazione che si viene a creare tra la corte di Corinto, di cui ormai Giasone è parte, e la principessa della Colchide.
La scenografia ideata da Dario Gessati segue un approccio analogo. Il palcoscenico è spoglio e mancano persino le quinte laterali che celano alla vista del pubblico il retropalco. In scena qualche cassa che funge da seduta e una barca presso cui sta Medea nel corso dell’intera rappresentazione. La barca allude alla fuga compiuta dieci anni prima dalla terra natale insieme agli Argonauti, tradendo la fiducia del padre e uccidendo il fratello. Sembra essere rimasta lì per tutto il tempo, qualora la principessa avesse nuovamente bisogno di mettersi in salvo da pericoli. È infatti il mezzo con cui poi scappa da Corinto – nel testo originale è il carro di Apollo, dio del Sole – recando con sé i corpi esanimi dei figli, dopo essersi vendicata di Giasone che rinnega i voti nuziali per sposare Glauce, la figlia di re Creonte, e salire al trono della città. La barca è dunque la prospettiva di un persorso verso la felicità, è un luogo sicuro presso cui ritrovare la calma e la lucidità necessarie a vendicare un cuore ferito e umiliato.
Romina Mondello è Medea, ruolo che nel 2020 le è valso il Premio Enriquez come Miglior Attrice per quanto in scena affascini con la presenza fisica ma non convinca completamente, restando a tratti molto, troppo distaccata dal personaggio. Al suo fianco Gianluigi Fogacci svela l’inettitudine di Giasone, proponendo un personaggio immaturo e opportunista, sospeso tra la brama di potere e il non essere disposto ad affrontarne le conseguenze, snob nel sottolineare la propria appartenenza alla civiltà greca eppure, a suo tempo, sedotto dalla donna che lo aiuta nell’impresa di rubare il vello d’oro. Paolo Cosenza restituisce Creonte come un’altra figura maschile debole e pavida, incapace di nascondere dietro il tono stentoreo e la corona il timore derivante sia dal confronto diretto con Medea, sia dal pensiero dei malefici che possa ordire contro la sua famiglia.
Debora Zuin nel ruolo della nutrice, Nicolas Errico e Claudio Pellegrini hanno funzione di coro della tragedia, gemendo e muovendosi all’unisono attraverso il palcoscenico mentre si levano canti di dolore. A loro è demandato l’infelice compito di descrivere quanto accade alla corte di Corinto, cucendo le parti, sopperendo così con maestria ai tagli inferti al testo di Euripide.
Ultima in questo nostro elenco – ma non certamente per ragioni di merito – è Camilla Barbarito la cui voce esalta le musiche di Andrea Salvadori riempiendo di grande pathos i lunghi momenti senza parole. Medea grazie a tali scelte di messa in scena operate da Emilio Russo acquista una forte carica allegorica poiché, proprio asciugando le parole, esalta le brevi parti di dialogo e i soliloqui. L’impatto emotivo è innegabile come dimostra il lungo applauso tributato dagli spettatori al cast al termine della rappresentazione.

Silvana Costa

Lo spettacolo continua:
Teatro Menotti
via Ciro Menotti 11 – Milano
fino a domenica 20 ottobre 2024
orario: martedì – sabato 20.00
domenica 16.30

lunedì riposo
www.teatromenotti.org

 
Medea
di Euripide  

regia di Emilio Russo
con Romina Mondello, Gianluigi Fogacci, Camilla Barbarito, Paolo Cosenza, Nicolas Errico, Claudio Pellegrini, Debora Zuin
scenografia Dario Gessati
musiche Andrea Salvadori
costumi Pamela Aicardi
realizzazione costumi Lara Friio
collaborazione di Domo Adami Vintage Couture per il costume di Romina Mondello  

produzione Tieffe Teatro
spettacolo realizzato per il 72°Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico di Vicenza