Amore e disonore nella Calabria del secondo dopoguerra

Sul palcoscenico del Teatro Elfo Puccini, rivive la storia amara di una donna d’altri tempi.

Un’anima piena, ricca di sentimenti e di pensieri, anche se a volte povera di parole, quella a cui Saverio La Ruina ha saputo dar voce in Dissonorata, sul palcoscenico del Teatro Elfo Puccini, tra  gli appuntamenti della personale dedicata all’ottimo attore calabrese, che ha visto avvicendarsi sulla scena del teatro milanese anche gli spettacoli Polvere e La borto.
L’opera della compagnia teatrale Scena Verticale, scritta e interpretata dallo stesso La Ruina e vincitrice di numerosi riconoscimenti, tra cui il prestigioso premio UBU nel 2007, affronta le difficili e dolorose condizioni di vita di una donna nel secondo dopoguerra, in una Calabria ripiegata su se stessa, pervasa dalla povertà e dall’ignoranza.
Pasqualina è una donna semplice, dal cuore puro, ingenuo, capace però di provare sentimenti profondi e totali, per lei così intensi e nuovi da non riuscire a descriverli a parole. L’amore “traditore” per un giovane compaesano, che la porta per un momento ad “alzare lo sguardo”, a non camminare più tenendo gli occhi bassi e contando le pietre che lastricano le strade, la conduce alla rovina, alla vergogna. Irretita dal giovane uomo, si lascia ingannare dalle sue belle e beffarde parole e, suo malgrado, rimane incinta e non sposata. La vergogna è tale da indurre i familiari a tentare di ucciderla. Ma lei darà alla luce suo figlio, nonostante tutto il male subito, la notte di Natale, «in cui è nato Gesù, il santo più importante di tutti».
L’intenso monologo riesce a rievocare efficacemente la realtà di un piccolo paese in cui vigono “leggi non scritte” bigotte e spietate, in cui non c’è spazio per le sfumature, ma tutto è bianco – come gli abiti delle spose invidiate dalle zitelle – o nero – come il lutto portato per tutta la vita – e al tempo stesso a descrivere la complessa psicologia di una donna di altri tempi, ma dal cuore aperto e sincero. Attraverso le parole fortemente evocative di Pasqualina, è possibile “vedere” la guerra e tutto il dolore che ne è derivato, non solo per gli uomini partiti e mai tornati, ma anche per le donne che sono rimaste, «lasciate sole a invecchiare nelle loro case», vittime di un’altra guerra, silenziosa e lenta, in grado di uccidere senza colpi di fucile.
All’interno di una scena vuota e buia, Pasqualina sta seduta su una sedia, rannicchiata e leggermente ingobbita, con i piedi e le gambe serrati, come a proteggersi dal gelo della solitudine e dall’occhio indiscreto e inquisitorio del suo paese.
Interamente in dialetto calabrese e inframmezzata dalle musiche originali scritte ed eseguite dal vivo da Gianfranco De Franco, che punteggiano i momenti di maggiore intensità, l’opera è un affresco semplice e vivo di un’epoca che, anche se cronologicamente distante da noi, rimane così sorprendentemente vicina.

Nicoletta Fabio


Guarda Dissonorata “zitellone” e Dissonorata “la nascita”

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Elfo Puccini
corso Buenos Aires, 33 – Milano

da martedì 27 a giovedì 29 gennaio
www.elfo.org
 
Dissonorata
Un delitto d’onore in Calabria
di e con Saverio La Ruina
musiche dal vivo da Gianfranco De Franco
disegno luci Dario De Luca
produzione Scena Verticale
Premio UBU 2007 Migliore attore italiano, Migliore testo italiano, Premio Hystrio alla Drammaturgia 2010

Altri appuntamenti nella stessa serie:
Polvere

dal 20 al 25 gennaio
La borto
dal 30 gennaio al 1° febbraio