Ventidue opere inedite, scelte da Vera e Fausto, figli di Aldo Rossi, per presentare al pubblico un lato più privato, e allo stesso tempo strettamente connesso con il lavoro di progettista e designer, storico e teorico dell’architettura.
La Galleria Jannone ci propone una nuova emozionante esposizione di disegni di Aldo Rossi. È infatti dagli anni Settanta che la nota gallerista milanese ci riserva, ciclicamente, rassegne dedicate alla produzione grafica di uno dei più estrosi e prolifici architetti e designer italiani. In realtà Aldo Rossi è molto di più, è stato anche un critico di indubbio valore e un teorico fondamentale per l’architettura contemporanea.
In occasione di questo nuovo appuntamento, Autobiografia Poetica, Antonia Jannone, grazie alla collaborazione con Fondazione Aldo Rossi, mette in mostra il lato più intimo dell’autore. Venti opere – realizzate dal 1974 al 1996 facendo ricorso alle tecniche più disparate – meglio di una seduta di analisi, ci spalancano le finestre sui pensieri, le fantasie oniriche e le inquietudini di Aldo Rossi. Gettati giù in fretta, come appunti personalissimi fissati su carta durante un viaggio, tra le mura domestiche o in studio, questi schizzi sono il naturale contrappunto dei suoi dettagliatissimi e variopinti disegni di architettura. Non possiamo che sorridere sarcastici leggendo che ai tempi dell’Università c’era chi lo aveva dissuaso dal proseguire a disegnare: «Al Politecnico di Milano penso di essere stato uno dei peggiori allievi anche se oggi penso che le critiche che mi venivano rivolte sono tra i migliori complimenti che abbia mai ricevuto. Il professor Sabbioni mi dissuadeva dal fare architettura dicendomi che i miei disegni sembravano quelli dei muratori o capomastri di campagna che tiravano un sasso per indicare all’incirca dove si doveva aprire una finestra. Questa osservazione, che faceva ridere i miei compagni, mi riempiva di gioia».
L’allestimento, come a riproporre il flusso continuo di pensieri di un professionista sospeso tra la famiglia e il lavoro, tra un nuovo incarico e un cantiere appena concluso, espone i disegni senza un’apparente logica, aprendo il percorso con un autoritratto a penna: Architetto pensando a una villa in cui Aldo Rossi, come in un fumetto, si tratteggia pensoso davanti a una soluzione di case a schiera dal tetto spiovente. Proseguendo nella visita troviamo progetti appena abbozzati quali la Porta di Levante (1993) o il Palasport di Milano (1989) ed elaborazioni più sofisticate come il collage del Cimitero di Modena; in Famiglia al mare (1988) Rossi invece si dedica a ritrarre i bambini mentre giocano tra le cabine della spiaggia.
Viene spontaneo soffermarsi davanti allo schizzo della cucina di casa – in cui possiamo riconoscere la caffettiera Cupola sul tavolo e, di fianco all’armadio, la Sedia Milano – o al divertente Dieci e un quarto (1993) dove all’orologio da parete è affiancato un gallo. Sono indubbiamente le nature morte a dominare la scena della Galleria Jannone: composizioni di vasellame vario, eseguite in epoche differenti con grafite, matite colorate, pastelli o una semplice penna, sui supporti più disparati, inclusa la pagina di un quotidiano, ormai ingiallita dal tempo. In un contorto gioco di rimandi mentali, Aldo Rossi associa alle suppellettili visioni architettoniche multicolori, ne Il vaso di vetro (1983), per esempio, sullo sfondo possiamo riconoscere il Teatro del Mondo. Non sveliamo oltre, lasciando a ciascuno il piacere di cercare di identificare i luoghi schizzati velocemente sul blocco, identificare il progetto che fa da quinta alla composizione o svelare l’identità della misteriosa signora in giardino.
Silvana Costa
leggi anche Aldo Rossi. Disegni 1980 – 1996
La mostra continua:
Antonia Jannone – disegni di architettura
c.so Garibaldi 125 – Milano
fino a martedì 16 dicembre 2014
orari: dal martedì al sabato dalle 15.30 alle 19.30
la mattina su appuntamento
ingresso libero
www.antoniajannone.it
Aldo Rossi
Autobiografia Poetica
a cura di Vera e Fausto Rossi
in collaborazione con Fondazione Aldo Rossi
disegni su carta e su tavola dal 1974 al 1996 circa
catalogo in galleria con testo di Morris Adjmi