I reportage di Ando Gilardi nell’Italia del dopoguerra scossa dai conflitti sociali sono in mostra alla Fondazione Corrente.
Parafrasando le parole dello stesso Ando Gilardi, visitando la mostra che la Fondazione Corrente di Milano gli dedica, non si può non esclamare “dice con 30 foto quello che altri non saprebbero dire con 30 discorsi”.
Ci mostra uno spaccato dell’Italia che sembra lontano secoli… anche se in realtà potrebbe essere il domani che ci attende: racconta di quando tra il 1950 ed il 1962 quasi otto milioni di proletari persero il proprio lavoro e di come tanto gli operai delle fabbriche del Nord quanto i braccianti del Mezzogiorno più povero si organizzarono per rivendicare i propri diritti. Erano gli anni gloriosi dei sindacati, la rivista Lavoro – il settimanale della CGIL nazionale – raggiunse tirature di svariate centinaia di migliaia di copie e Gilardi, che era uno dei suoi collaboratori di punta, da quelle pagine tracciò le linee guida dell’iconografia delle lotte sociali rimaste valide per oltre un decennio.
Le stampe in mostra sono state ricavate dai negativi originali custoditi alla Fototeca Storica Nazionale Ando Gilardi, digitalizzati e restaurati; parallelamente Fabrizio Urettini – il curatore – ha operato un lavoro di lettura dei testi appuntati meticolosamente dal fotografo durante quei viaggi, riproponendoli come didascalie esplicative dei ritratti in mostra e aprendo alle generazioni più giovani le porte di un mondo a volte sconosciuto. Nelle teche, oltre a copie di quotidiani e riviste d’epoca troviamo anche lettere autografe, le macchine fotografiche con cui sono stati realizzati i servizi e le vecchie scatole di latta in cui si conservavano le preziose pellicole distribuite a piene mani a guisa di filo conduttore della narrazione.
Anche a Milano, dopo l’allestimento realizzato nel 2009 alla Fondazione Benetton di Treviso, i visitatori si confrontano con gli sguardi fieri di braccianti ed operai piuttosto che con spaccati di vita quotidiana dei proletari: la famigliola che nel ’52 festeggiava l’acquisto di uno scooter; il composto orgoglio di una coppia di contadini lucani che nel 1957 viaggia a dorso del proprio mulo; i bambini in pose seriose da ritratto ufficiale o con l’aria già beffardamente esperta di chi lavora per contribuire allo scarno bilancio domestico. I visi intensi di uomini e donne concentrati nella rivendicazione dei propri diritti tra le bandiere sventolanti piuttosto che esultanti con la falce in mano dopo una vittoria contro il padrone del latifondo o intenti a elencare alla stampa le proprie motivazioni; ma anche semplicemente lo sguardo curioso della ragazza che scruta quel forestiero con la macchina fotografica senza però distogliere nemmeno per un attimo le mani dal lavoro che stavano compiendo.
Scenario di molte immagini è Melissa, lo stesso borgo visitato e ritratto innumerevoli volte anche da Ernesto Treccani: Toni Nicolini, che accompagnò il fondatore di Corrente durante il viaggio del 1963, ama sottolineare come le foto dei due artisti presentino uniformità di linguaggio denunciando oltre ad un indubbio uniformarsi a quello che era lo stile dei reportage dell’epoca, anche un’identità di valori socio culturali. Melissa è il simbolo delle lotte dei contadini e, più generalmente, delle classi subalterne: in questo paese si registrò il drammatico epilogo delle lotte agrarie che imperversavano nell’Italia meridionale e, particolarmente, nel Crotonese. Quando il 30 ottobre 1949 i poveri abitanti occuparono il latifondo di Fragalà con la mera intenzione di coltivarlo per trarne di che sopravvivere, vennero circondati e caricati dalle forze dell’ordine che li decimarono; l’eccidio scosse le coscienze della nazione, attirando nel tempo esponenti di spicco del panorama politico e culturale della sinistra sia per rendere omaggio alle vittime che per osservare l’evoluzione della situazione sociale.
Gilardi ha sempre dimostrato di avere una visone lucida, quasi profetica, sull’evoluzione del gusto dell’immagine e dei linguaggi della comunicazione; ormai novantenne, è ancora attivo ed amante delle moderne tecnologie tanto che nel 2008 ha concepito TubArt – il suo canale personale su YouTube dove si occupa di fotografia digitale – e quotidianamente posta pensieri sulla bacheca di Facebook. Le moderne tecnologie il 12 gennaio gli consentiranno di collegarsi con la sede della Fondazione Corrente e dialogare col pubblico in sala per la proiezione della videointervista realizzata da Giuliano Grasso sulla sua esperienza di inviato tra le rivolte sociali intitolata Piedi scalzi mani nere. Braccianti e operai degli anni ’50 nei reportage di Ando Gilardi.
Riproponendoci di tornare per la proiezione, usciamo sorridendo pensando al gruppo di bimbi di Melissa che ci saluta col pugno chiuso – senza probabilmente capire il significato del gesto – come i padri, braccianti aderenti alla locale sezione del PCI, avevano chiesto loro di fare ogniqualvolta fotografi ed operatori cinematografici fossero giunti ad immortalarli.
Silvana Costa
© Fototeca Storica Nazionale Ando Gilardi. Tutti i diritti riservati. All rights reserved.
La mostra continua alla:
Fondazione Corrente
via Carlo Porta 5 – Milano
sino a venerdì 27 gennaio 2012orario: martedì, mercoledì e giovedì ore 9.00-12.30 e 15.00-18.30, venerdì ore 15.00-18.30 (ingresso libero)
su prenotazione sono possibili visite guidate per gruppi e scuole sia alla fondazione che alla mostra
www.fondazionecorrente.orgAndo Gilardi. Olive e bulloni. Lavoro contadino e operaio nell’Italia del dopoguerra (1950-1962)
30 fotografie realizzate da Ando Gilardi tra il 1950 ed il 1961 oltre a pubblicazioni e documenti d’epoca
promossa dalla Fondazione Corrente in collaborazione con la Fototeca Storica Nazionale Ando Gilardi, grazie alla mediazione ed al contributo del curatore Fabrizio Urettini
comitato scientifico della mostra: Fiorella Mattio e Toni Nicolini -Fondazione Corrente,
Elena Piccini e Patrizia Piccini – Fototeca Storica Nazionale Ando Gilardi,
Fabrizio Urettini – Associazione XYZ
con il patrocinio di: Provincia di Milano – Assessorato alla Cultura
Comune di Milano – Assessorato alla Cultura, Expo, Moda, Design
CGIL
con il parziale contributo: Fondazione Cariplo, CGIL
Catalogo:
edizioni Fototeca Storica Nazionale
con testi di Ando Gilardi, Domenico Lucani, Elena e Patrizia Piccini, Sergio Polano, Fabrizio Urettini
formato cm 22×22,5 – 80 pagine – 70 fotografie in bianco e nero – rilegatura a punto metallico
disponibile presso la sede della mostraEventi collaterali:
Conferenza sulla Fototeca Storica Nazionale Ando Gilardi
a cura di Patrizia ed Elena Piccini
martedì 13 dicembre – ore 17.00
Proiezione del documentario Piedi scalzi mani nere. Braccianti e operai degli anni ’50 nei reportage di Ando Gilardi
con la partecipazione del regista Giuliano Grasso e in videoconferenza Ando Gilardi.
giovedì 12 gennaio 2012 ore 18.00