Steve McCurry per l’inaugurazione di MUDEC Photo propone un variopinto affresco delle molteplici relazioni in cui si declina il rapporto uomo-animale. Lungo un percorso di visita che conduce il pubblico attraverso tutti i registri emotivi, dalla tenerezza al dolore, dalla paura all’ironia, sfilano le specie più comuni accanto alle più inconsuete, non tutte parimenti entusiaste di essere immortalate dal Maestro della fotografia.
A pochi giorni dal Natale il Museo delle Culture di Milano inaugura MUDEC Photo, un nuovo spazio destinato esclusivamente a esposizioni temporanee di fotografia d’autore. L’istituzione, che nei pochi anni di vita ha saputo conquistarsi un posto di tutto rispetto nel cuore e negli interessi meneghini, sancisce in questo modo il ruolo strategico della fotografia quale strumento di comunicazione contemporaneo e accosta – non solo idealmente – i fotoreporter agli esploratori lombardi i cui reperti, raccolti nel corso di spedizioni in terre remote, sono confluiti nella collezione permanente del MUDEC.
Evento nell’evento la prima mostra in calendario rende omaggio a un autentico Maestro del genere, artefice di immagini consegnate alla storia, premiato da giurie di esperti e amato dai bambini per la magia dei suoi scatti: Steve McCurry. L’autore ha portato a Milano Animals, una selezione di 60 fotografie che raccontano il rapporto tra l’uomo e gli altri esseri viventi che popolano la Terra, alcune assolutamente inedite, altre autentiche icone dell’era moderna. La rassegna costituisce il cuore di un progetto più complesso cui McCurry lavora da alcuni mesi e che si concretizzerà verso fine 2019 in un corposo volume e in ulteriori esposizioni.
Biba Giacchetti, curatrice della mostra, afferma che “Steve è un esploratore del genere umano”. L’attenzione di McCurry infatti, sin dagli esordi dietro l’obiettivo, è focalizzata sull’uomo e sulle sciagurate conseguenze delle sue azioni: egli è in prima linea per documentare guerre e distruzioni, da Beirut all’Afghanistan, dal Sud Est asiatico al golfo Persico, da spedizioni in luoghi esotici – incluse quelle commissionate da Lavazza per raccontare come si coltiva il caffè alle diverse latitudini – a incursioni con piglio da etnologo nelle principali metropoli. Scorrendo l’archivio dei lavori svolti Steve McCurry ha realizzato come gli animali siano presenza tutt’altro che tangenziale nelle centinaia di storie raccontate: sono compagni di vita e di lavoro, fonte di sostentamento, pericoli in agguato, vittime o fonte di divertimento; sono soprattutto espressione di cultura e follia umane.
Anche in Animals ritroviamo la sorprendente capacità di Steve McCurry di sintetizzare in uno scatto una storia e non importa che sia vera o frutto della fantasia dell’osservatore perché sarà comunque straordinaria. Ne è un esempio lampante la fotografia dell’elefantino appoggiato a un ragazzo che legge (Chiang Mai, Thailandia 2010). L’immagine – utilizzata anche per la copertina di un volume dedicato al piacere della lettura – sembra spiare un momento di grande intimità: il giovane legge una storia all’amico a quattro zampe che, da dietro le spalle, sbircia le figure proprio come fanno i bimbi in simili frangenti. In realtà, senza poesia alcuna, l’elefante, volendo grattarsi il dorso, non ha trovato nulla di meglio che farlo contro il proprio addestratore. Se con i suoi simili Steve McCurry può anche pensare di far mettere in posa il soggetto, quando si tratta di animali nulla può aiutarlo se non la prontezza di riflessi – e la fortuna – di saper cogliere il momento e la luce propizi per scattare fotografie magiche come accade nel caso appena descritto. O con l’esemplare di macaco dalla faccia rossa di cui fa emergere l’umanità e il fastidio nell’avere intorno osservatori mentre si concede un bagno (Jigokudani Yaen-koen park, Japan 2018). Al contrario, il tricheco incontrato nel 2008 alle Isole Svalbard sembra quasi desideroso di approfondire la conoscenza con l’uomo con uno strano marchingegno al collo.
Al MUDEC Photo sono esposte anche molte altre fotografie meno spensierate che presentano animali in situazioni di difficoltà, di sofferenza – più o meno condivisa con l’uomo – sempre frutto delle azioni umane. A iniziare dall’imponente disastro ambientale conseguente all’incendio di seicento pozzi di petrolio kuwaitiani da parte dell’esercito iracheno in fuga, rappresentato in mostra da fotografie dal sapore apocalittico, popolate da cormorani intrappolati in laghi di petrolio, cammelli spaventati allontanarsi dalle fiamme, mucche da latte e purosangue arabi vagare tra bombe inesplose alla ricerca di acqua e cibo.
Osservata da lontano la foto dell’uomo in bicicletta che attraversa la città semidistrutta dalla guerra con il suo cane sul portapacchi (Kabul, Afghanistan 2002) scalda di nuovo il cuore, interpretandola come un gesto d’affetto tra i sue soggetti. Avvicinandosi si scorgono invece le cinghie che tengono la bestia ferma e si legge la didascalia in cui si spiega che quel bell’esemplare di pastore Kuchi è destinato ai combattimenti: uno degli aspetti negativi della caduta del regime dei talebani è infatti lo sdoganamento dei combattimenti tra animali, di qualsiasi razza o specie, come evidenzia lo scatto rubato all’incontro tra uccelli esposto poco oltre.
Se, come dimostrano le tante fotografie presenti, il cane è da sempre e ovunque il miglior amico e alleato dell’uomo, colui che fa giocare i suoi cuccioli, veglia sul suo sonno e lo protegge anche a costo della vita, c’è anche un’ampia fetta di popolazione che ha eletto ad animale da compagnia specie inconsuete. Si veda per esempio la ragazza che con i due topolini accovacciati sulle sue spalle ha catturato l’attenzione del fotografo durante il viaggio in treno da Peshawar a Chittagong, intrapreso per realizzare un servizio per Time (Chennai, India, 1996). McCurry per primo ammette che la curiosità verso la diversità – che spesso sfocia in comportamenti bizzarri – è fondamentale per svolgere bene il proprio lavoro e, durante il reportage commissionatogli agli inizi degli anni Novanta su quanto accade lungo il Sunset Boulevard di Los Angeles, di situazioni insolite ne ha incontrate davvero molte. In un simile contesto McCurry non si stupisce nemmeno più nell’imbattersi al supermercato in persone con il pitone al collo o nel vederle strusciare il viso con amore contro la cresta dell’iguana di casa.
Sono molte le inconsuetudini cui si assiste lungo un percorso di visita in cui la curatrice si diverte ad accostare le immagini per assonanza, giustapponendo situazioni simili interpretate dall’uomo in modo differente, in base al background culturale e alla fauna locale, e catturate dall’obiettivo di Steve McCurry con pari entusiasmo.
Silvana Costa
La mostra continua a:
MUDEC Photo
via Tortona 56 – Milano
fino a domenica 31 marzo 2019
orari: lunedì 14.30 – 19.30
martedì – mercoledì – venerdì – domenica 9.30 – 19.30
giovedì – sabato 9.30 – 22.30
la biglietteria chiude un’ora prima
www.mudec.it
Steve McCurry
Animals
a cura di Biba Giacchetti
progetto di allestimento Corrado Anselmi Architetto
una mostra 24 ORE Cultura
in collaborazione con SUDEST57Catalogo:
Steve Mc Curry, Animals
a cura di Biba Giacchetti
24 ORE Cultura, 2018
25 x 29 cm, 128 pagine, cartonato
prezzo 25,00 Euro
www.24orecultura.com