A La Casa di Vetro è in corso un’altra emozionante mostra di fotografia.
Come ormai tradizione vuole, Alessandro Luigi Perna alterna rassegne di fotografie storiche a personali di artisti contemporanei dalla spiccata personalità e dall’indiscutibile talento. È questa la volta di Antonella Sacconi, fotografa di origini toscane con all’attivo importanti riconoscimenti quali un quarto posto conquistato nell’edizione 2014 del Wiki Loves Monuments Italia – premio di risonanza internazionale – e l’ingresso, l’anno successivo, nell’agenzia Alidem.
Nude Forme non è una mera rassegna di belle immagini di edifici, più o meno famosi. Antonella Sacconi va oltre la documentazione del costruito e ricorda con veemenza che anche l’architettura è una forma d’arte. Eliminando il colore ed utilizzando il contrasto tra luce ed ombra mette in risalto la sinfonia di pieni e vuoti per conferire plasticità all’edifico; rivela l’efficacia di un taglio da cui il sole penetra e crea giochi di forme su pavimenti e muri, come accade alla Cantina Antinori (Bargino, Firenze, 2016); esaspera la scansione degli elementi di facciata della Citta della Scienza (Valencia, 1 marzo 2013) sino a renderli ipnotici. “God is in the details” sostiene Mies van der Rohe e Antonella Sacconi non ne tralascia nemmeno uno, sia quelli in primo piamo piano, sia quelli sullo sfondo: si veda quale esempio di ciò Trip, l’avvolgente scatto realizzato all’interno del Padiglione inglese ad Expo 2015. A volte è addirittura il singolo dettaglio il protagonista assoluto della composizione come ammiriamo in Black&White, una sineddoche di Palazzo Italia capace di evocare tutte le vicende della passata Expo milanese.
Sovente l’obiettivo di Antonella Sacconi accarezza lieve la superficie degli edifici, mettendo in risalto la consistenza della materia e conferendo al cemento armato della Stazione Mediopadana di Reggio Emilia (2013) la stessa nobiltà del marmo statuario utilizzato da Antonio Canova. I rivestimenti esterni sono valorizzati grazie alla paziente attesa delle giuste condizioni ambientali – e all’indubbia maestria in fase di postproduzione e stampa – che, come nel caso del Guggenheim Museum di Bilbao, permette di ottenere una fotografia in grado di raggiungere i toni epici dei lavori di Sebastião Salgado. Persone ed animali non sono presenze necessarie alle fotografie di Antonella Sacconi ma, quando compaiono, servono più per caricare di significato la composizione che per fornire un riferimento con cui misurare lo spazio circostante.
Alessandro Luigi Perna, nel curare l’allestimento, ha accostato le fotografie per assonanze visive, tuttavia le didascalie offrono al pubblico un’inaspettata ulteriore chiave di lettura delle immagini. Il titolo – scelto dall’autrice stessa – va infatti oltre la mera descrizione dell’edificio per offrire rimandi ad opere d’arte – ad esempio As Escher – o inviti a guardare con più attenzione la fotografia per scoprire elementi cui, con un’occhiata frettolosa, forse non si era fatto caso.
Nude Forme rivela al grande pubblico una fotografa raffinata, sensibile e dal grande spessore intellettuale: i trenta scatti di Antonella Sacconi presenti in mostra, credeteci, non sono affatto pochi se si considera il tempo necessario per ammirarli con cura – sia rapportandoli con gli altri, sia analizzandoli nei minimi dettagli – e per perdersi in voli pindarici.
Silvana Costa
La mostra continua:
La Casa di Vetro
via Luisa Sanfelice 3 – Milano
dal 12 al 20 novembre 2016
orari: tutti i giorni 15.30 – 19.30
ingresso gratuito
www.lacasadivetro.comAntonella Sacconi
Nude Forme
a cura di Alessandro Luigi Perna
organizzazione Eff&Ci – Facciamo Cose
www.effeci-facciamocose.com