Antonio Latella e la locandiera

Sonia Bergamasco, diretta da Antonio Latella, è l’attrice protagonista de La locandiera di Carlo Goldoni in scena al Piccolo di Milano fino a domenica 3 marzo. Il tandem artistico sembra già essere riuscito a bissare il successo riscosso nel marzo 2022, sempre al Teatro Strehler, con Chi ha paura di Virginia Woolf?, con le repliche andate esaurite in ogni ordine di posto nel giro di pochi giorni.

Latella traspone la celeberrima commedia goldoniana nel nuovo millennio come rivelano i costumi dal taglio moderno disegnati da Graziella Pepe ma i dialoghi riscritti da Linda Dalisi mantengono inalterato il sapore degli originali e i loro arcaismi. Le scene ideate da Annelisa Zaccheria invece conferiscono all’ambiente un tono domestico con la grande parete in legno, ingentilita da fregi e cornici, e la cucina a vista dove la padrona della locanda, la bella Mirandolina (Sonia Bergamasco), prepara davanti al pubblico – come in uno dei tanti show cooking che imperversano in questi anni – l’intingoletto per il cavaliere di Ripafratta (Ludovico Fededegni). La prelibata pietanza è destinata a far definitivamente capitolare il nobiluomo, inducendolo ad archiviare l’odio per il genere femminile ma, osservando il fare distaccato del personaggio di Sonia Bergamasco, sorge il dubbio che l’ostilità nei confronti dell’altro sesso sia ricambiata.
La bella locandiera recita – esattamente come fa la sua interprete con il pubblico – per accattivarsi la simpatia dei clienti, assecondandone nei limiti delle convenzioni sociali dell’epoca le gentili avance: un atteggiamento che la ripaga se, come puntualizza con orgoglio al cavaliere, “la mia locanda non ha mai camere in ozio”. Non è dunque un caso che lei prima di tutti smascheri Ortensia (Marta Cortellazzo Wiel) e Dejanira (Marta Pizzigallo), le due comiche che voglion farsi passare per nobildonne. Non si dimentichi poi che La locandiera è il primo testo italiano con protagonista una donna, una svolta epocale, eppure Goldoni va oltre come sottolinea il regista: egli “scardina ogni tipo di meccanismo, eleva una donna, formalmente al servizio dei suoi clienti, a donna capace di sconfiggere tutto l’universo maschile, soprattutto una donna che annienta con la sua abilità tutta l’aristocrazia. Di fatto, Mirandolina riesce in un solo colpo a sbarazzarsi di un cavaliere, di un conte e di un marchese”.
Una descrizione del senso de La locandiera utilizzabile anche per la regia di Antonio Latella. Sonia Bergamasco conferisce al suo personaggio un tono distaccato dagli ospiti della locanda e dalle macchinazioni che il marchese di Forlipopoli (Giovanni Franzoni) e il conte di Albafiorita (Francesco Manetti) ordiscono per indispettirsi l’un l’altro e conquistare la di lei mano. È una donna consapevole dalla propria bellezza e usa lo strumento della seduzione – alla pari di un cambio di lenzuola di qualità e cibi appetitosi – giusto quanto basta a far felici gli ospiti. In quest’ottica, con tono di annoiata sufficienza da gran dama di mondo, Mirandolina ne accetta le galanterie ma non le cerca così come non cerca marito, memore della promessa fatta al padre in punto di morte di sposare Fabrizio. Fabrizio è il cameriere che da anni ormai lavora alla locanda (Valentino Villa) guadagnandosi la fiducia del padre di Mirandolina che probabilmente, in una società ancora marcatamente maschilista, vede in lui il figlio maschio che non ha mai avuto, cui lasciare in eredità, seppure per interposta persona, i propri beni.
Sonia Bergamasco porge al pubblico con la sua interpretazione il ritratto di una donna forte e talmente sicura di sé da non esitare ad ammantarsi di debolezza, di un gestore attento ai propri affari e alla fidelizzazione dei clienti, di una fine stratega che scende in battaglia forte delle armi a propria disposizione.
Il cast si completa con Gabriele Pestilli nel ruolo del servitore del cavaliere di Ripafratta e sua degna spalla.
Il ritmo della rappresentazione scelto da Antonio Latella è disteso, a tratti lento, quasi a voler dare maggior enfasi alle situazioni di maggior comicità. Situazioni nate da una riuscita combinazione di personaggi, azioni e dialoghi cui onestamente riteniamo non sia necessario aggiungere nulla al già perfetto meccanismo comico de La locandiera. Risulta in tal senso inutile – e quasi fastidiosa – la decisione di inserire scene prese da film di successo per accattivarsi il favore del pubblico: per esempio Ortensia che si cimenta con la simulazione di un orgasmo da Harry ti presento Sally non aggiunge assolutamente nulla al racconto.
Ciò premesso è doveroso sottolineare come lo spettacolo nel suo complesso risulti piacevole e assolutamente convincente, dalla comicità travolgente e ben recitato, conquistando scena dopo scena il pubblico in sala che tributa agli attori un lungo applauso.

Silvana Costa

Lo spettacolo continua:
Piccolo Teatro Strehler
Largo Greppi 1 – Milano
fino a domenica 3 marzo 2024
orari: martedì, giovedì e sabato 19.30
mercoledì e venerdì 20.30
domenica 16.00
lunedì riposo
www.piccoloteatro.org

La locandiera
di Carlo Goldoni
regia Antonio Latella
con Sonia Bergamasco, Marta Cortellazzo Wiel, Ludovico Fededegni, Giovanni Franzoni, Francesco Manetti, Gabriele Pestilli, Marta Pizzigallo, Valentino Villa
dramaturg Linda Dalisi
scene Annelisa Zaccheria
costumi Graziella Pepe
musiche e suono Franco Visioli
luci Simone De Angelis
assistente alla regia Marco Corsucci
assistente alla regia volontario Giammarco Pignatiello
produzione Teatro Stabile dell’Umbria
durata 150 minuti compreso intervallo