Arlecchino muto per spavento

La compagnia di Stivalaccio Teatro debutta a Milano con uno spettacolo tratto dall’omonimo canovaccio di Luigi Riccoboni – è un classico della Commedia dell’Arte – che a inizio Settecento, con la sua compagnia di attori italiani, conquista il pubblico francese.

Al volgere del XVIII secolo le sfacciate maschere della Commedia dell’Arte dal palcoscenico dell’Hôtel de Bourgogne di Parigi si burlano degli usi e dei (mal)costumi della società dell’epoca per la gioia del pubblico che a ogni spettacolo riempie in massa il teatro in ogni ordine di posto. L’appuntita lingua di Mezzettino, tuttavia, supera il segno quando ne La Fausse prudeLa Falsa pudibonda – mette alla berlina Madame de Maintenon, moglie segreta di Luigi XIV. Re Sole, indispettito, il 13 maggio 1697 fa chiudere il teatro impedendo di fatto alla compagnia di Evaristo Gherardi – capocomico e maschera di Arlecchino – di esibirsi ulteriormente nella capitale.
Bisogna attendere quasi vent’anni e la morte del sovrano affinché al duca d’Orléans nel 1716 sia concesso richiamare attori italiani a Parigi. Gherardi nel frattempo è morto, Luigi Riccoboni, in arte Lelio, dirige ora la compagnia mentre Tommaso Visentini lo sostituisce nel ruolo di Arlecchino.
Peccato il talentuoso Visentini non spiccichi mezza parola di francese.
Riccoboni per non rinunciare, da un lato, all’invito e, dall’altro, all’attore di punta stende il canovaccio per un nuovo spettacolo, Arlequin muet par crainte, che sin dalla prima messa in scena al Palais-Royal entusiasma il pubblico in sala. Un entusiasmo probabilmente equiparabile a quello che in questi giorni accompagna le repliche di Arlecchino muto per spavento, proposto fino a domenica 12 maggio da Stivalaccio Teatro al Teatro Menotti di Milano.
La trasposizione dal canovaccio in un testo teatrale vero e proprio non si rivela certamente una briglia per la comicità e l’estro degli attori che, come ignorando la quarta parete, spaziano allegramente tra palcoscenico e platea, interagendo con il pubblico in sala.
La trama è un classico della Commedia dell’Arte: due giovani, tra l’opposizione delle famiglie e l’aiuto degli astuti servitori, riescono a coronare il proprio sogno d’amore con il matrimonio. Milano fa da sfondo alla relazione contrastata tra i veneziani Lelio e Flamminia, figlia di Pantalone De’ Bisognosi: i loro nomi corrispondono ai nomi d’arte dell’autore e della sua seconda moglie, Elena Balletti.
Flamminia è la promessa sposa di Mario, figlio di Stramonia Lanternani, mercantessa di stoffe trapiantata a Milano, e il viaggio per andare a far loro visita è finalizzato alla celebrazione delle nozze. Lelio segue l’amata accompagnato dal fido servitore Arlecchino ma, per timore che le chiacchiere di costui mandino all’aria i suoi piani, lo obbliga al silenzio minacciandolo, qualora proferisca anche solo una parola, di demoniache ritorsioni. Non sarà tuttavia il mutismo a impedire ad Arlecchino di prodigarsi per la felicità del padrone con i suoi modi strampalati, a maggior ragione dopo aver scoperto che il cuore di Mario palpita per un’altra ragazza.
Sara Allevi, Anna De Franceschi, Fabio Gorgolini, Michele Mori, Zelia Pelacani, Stefano Rota, Pierdomenico Simone, Maria Luisa Zaltron e Marco Zoppello sono gli attori di Stivalaccio Teatro che nell’arco di due ore e mezzo di spettacolo deliziano il pubblico con le avventure di Arlecchino muto per spavento mettendo in mostra, oltre a un notevole talento comico, doti musicali, mimiche e acrobatiche di tutto rispetto. Il tempo scorre via veloce senza che la noia mai accenni a calare su una platea gremita di adulti e bambini a testimonianza della capacità della Commedia dell’Arte di conquistare con le sue storie e i suoi protagonisti un pubblico di tutte le età.
La performance degli attori è, come già scritto, entusiasmante e travolgente, rivelando una regia sapiente nello scandire il ritmo della rappresentazione e un importante affiatamento tra i componenti della compagnia. Una performance la cui incisività è enfatizzata dal contributo dei creatori della scenografia mobile che rivela gli interni di ispirazione escheriana del palazzo della signora Stramonia, dei costumi e delle divertenti maschere ovvero, rispettivamente, ad Alberto Nonnato, Licia Lucchese e Stefano Perocco di Meduna.
Arlecchino, dopo essersi tanto speso per la felicità del padrone potrà riprendere a parlare senza timore? La risposta a teatro.

Silvana Costa

Lo spettacolo continua:
Teatro Menotti
via Ciro Menotti 11 – Milano

fino a domenica 12 maggio 2024
orario: martedì – sabato 20
domenica 16.30
www.teatromenotti.org
 
Arlecchino muto per spavento
ispirato al canovaccio Arlequin muet par crainte
di Luigi Riccoboni
con Sara Allevi, Anna De Franceschi, Fabio Gorgolini, Michele Mori, Zelia Pelacani, Stefano Rota, Pierdomenico Simone, Maria Luisa Zaltron, Marco Zoppello
scenografia Alberto Nonnato
costumi Licia Lucchese
maschere Stefano Perocco di Meduna
produzione Stivalaccio Teatro
in coproduzione con Teatro Stabile di Bolzano, Teatro Stabile del Veneto, Teatro Stabile di Verona
con il sostegno della Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, Fondazione Teatro Civico di Schio
durata spettacolo 150 minuti con intervallo
prima milanese