Dall’Archivio di Pietro Lingeri escono i disegni esposti in Triennale a Milano a raccontare l’evoluzione del linguaggio di uno dei Maestri del Razionalismo italiano.
Definire Dante Alighieri “il padre della lingua italiana”, per quanto corretto, è innegabilmente riduttivo: i suggestivi contenuti della Divina Commedia travalicano i limiti disciplinari e temporali della letteratura in volgare del Basso Medioevo per ispirare artisti di ogni genere ed epoca, da Giotto in poi. Nemmeno l’architettura resta immune al fascino sprigionato dalla complessità della geografia ultraterrena come testimonia il Danteum di Pietro Lingeri e Giuseppe Terragni, progetto protagonista della mostra Pietro Lingeri. Astrazione e costruzione visitabile gratuitamente alla Triennale di Milano fino al 21 novembre. La curatela è affidata, come per Vico Magistretti. Architetto milanese, a Gabriele Neri che, pur operando una grande sintesi, restituisce in entrambe le occasioni interessanti ritratti di professionisti attivi sulla scena milanese, protagonisti di epocali edizioni della Triennale e accomunati dalla capacità di spaziare con pari maestria dalle ville per la ricca borghesia – curate con minuzia di dettagli sia nell’architettura sia negli arredi – all’edilizia economica popolare.
Pietro Lingeri è uno dei primi architetti italiani ad abbracciare i principi del Razionalismo: nel 1930 aderisce ai CIAM – Congressi Internazionali d’Architettura Moderna e al MIAR – Movimento Italiano di Architettura Razionale. Parallelamente frequenta gli ambienti delle avanguardie artistiche tra cui la Galleria Milione, fondata dai fratelli Ghiringhelli ed Edoardo Persico di cui ne progetta gli spazi (1930); nel 1933 è tra i fondatori della rivista Quadrante e nel 1937 di Valori Primordiali.
La mostra a lui dedicata in Triennale prende l’avvio dai disegni di architetture classiche e baroccheggianti eseguiti negli anni dell’Accademia di Brera e approda alle linee pulite della sede dell’Associazione Motonautica Italiana Lario (AMILA) (1927/31) e delle case per artisti sull’isola Comacina (1933/40), queste ultime realizzate facendo ricorso a materiali e tecniche costruttive tradizionali locali. Gabriele Neri sottolinea come Lingeri compia un percorso progettuale di progressivo raffinamento linguistico che avvicina idealmente le sue architetture alle opere astratte esposte alla Galleria Milione.
Un percorso reso particolarmente evidente dall’allestimento elaborato da Onsitestudio: il tandem creativo composto da Giancarlo Floridi e Angelo Lunati, distintosi nell’ultima edizione del Premio Italiano di Architettura, si dimostra degno erede degli insegnamenti di Lingeri. I materiali sono distribuiti su due distinti piani, al livello inferiore una sottile mensola corre lungo tutto il perimetro dello spazio espositivo e funge d’appoggio per i disegni giunti in prestito dall’Archivio Pietro Lingeri. La sequenza dei disegni è ogni tanto interrotta da scatti d’epoca in bianco e nero. Più in alto, affinché dialoghino con i progetti sottostanti, sono appese ora le fotografie di Filippo Romano e Mattia Balsamini a illustrare lo stato attuale delle architetture di Lingeri, ora opere d’arte astratte. Il risultato finale risulta nel complesso semplice ma non banale, uniforme e ritmato. Nella parte centrale della sala sono collocati plastici di studio e teche con documenti e pubblicazioni tra cui il numero 85 della rivista Casabella (gennaio 1935) – allora diretta da Persico con Giuseppe Pagano – aperto sull’articolo dedicato a quattro edifici residenziali milanesi di Lingeri: Casa Ghiringhelli, Casa Toninello (entrambe 1933/35), Casa Comolli Rustici (1934/38) e Casa Lavezzari (1934/37). Edifici per cui l’architetto riceve il plauso di Gio Ponti e che in breve tempo gli fanno guadagnare un ruolo di punta nel Movimento razionalista italiano.
La scelta di impostare il racconto della produzione di Lingeri sui disegni, in particolare sulle prospettive, permette anche a un pubblico di non addetti ai lavori di confrontare con immediatezza l’idea alla base di edifici rimasti sulla carta con quella di altri oggi demoliti o segnati dal tempo se non da interventi talmente invasivi da rendere illeggibile la conformazione originaria. È così possibile porre in dialogo le prime residenze milanesi degli anni Trenta con progetti degli anni Quaranta e realizzazioni del secondo dopoguerra tra cui la celeberrima Casa alta al QT8 (1948/51) inserita nel piano INA-Casa.
Analogo percorso evolutivo, condizionato da mutamenti di gusto, modalità di fruizione e tecniche costruttive, è compiuto nella concezione di edifici più formali, destinati a istituzioni culturali, enti o uffici di società: si possono ammirare, in sequenza cronologica, alcune delle soluzioni proposte per la nuova sede dell’Accademia di Brera (1935/51), l’iconica sede dell’Unione fascista dei lavoratori a Como, quella della finanziaria La Centrale (1954/57) o il complesso polifunzionale in via Melchiorre Gioia (1949/51). Rientra in questo gruppo anche il già citato Danteum, il monumento commissionato a Pietro Lingeri e Giuseppe Terragni nel 1938, da erigersi su indicazione del Duce nell’area dei Fori Imperiali, a guisa di tempio moderno in onore del padre della lingua italiana. Nel 1941 l’idea viene abbandonata, le tavole di progetto e l’ingombrante plastico finiscono in archivio, scampano miracolosamente ai bombardamenti e tornano a mostrarsi al pubblico nella seconda metà degli anni Novanta in occasione di un tour mondiale.
Gabriele Neri con Astrazione e costruzione realizza un’interessante immersione nel mondo di Lingeri, componendo con sapienza un discreto corpus di materiali, utile sia a evocare i numerosi sodalizi creativi tessuti nel corso di una lunga e premiata carriera sia a esplorare le differenti tipologie e scale di intervento affrontate, dal progetto per la sistemazione delle fonti e del centro di Boario Terme (1943) alla mostra Giolli, Persico, Pagano e Terragni allestita nell’ambito della IX Triennale (1951) in ricordo degli amici scomparsi.
Un mondo e una lezione oggi più che mai attuali come testimoniano i recenti lavori di Scandurra Studio Architettura, David Chipperfield Architects, Herzog & de Meuron e Onsitestudio – con buona pace dell’autoreferenzialità – esposti in mostra.
Silvana Costa
La mostra continua:
Triennale di Milano
viale Alemagna, 6 – Milano
fino a domenica 21 novembre 2021
orari: martedì – domenica 11.00 – 20.00
(ultimo ingresso alle 19.00)
ingresso gratuito
www.triennale.orgPietro Lingeri
Astrazione e costruzione
in collaborazione con Elena Lingeri (responsabile Archivio Pietro Lingeri)
a cura di Gabriele Neri
progetto di allestimento OnsitestudioCatalogo:
Pietro Lingeri
Astrazione e costruzione
a cura di Gabriele Neri
Electa, 2021
20×30 cm, 240 pagine, 100 illustrazioni a colori
bilingue italiano/inglese
prezzo: 34,00 Euro
www.electa.it