Biennale Architettura 2023: il Padiglione Italia

Spaziale. Ognuno appartiene a tutti gli altri è il titolo dell’installazione ideata da Fosbury Architecture per il Padiglione Italia alla 18. Mostra Internazionale di Architettura.

A luglio 2022 l’allora Ministro della Cultura Dario Franceschini annuncia il nome del curatore del Padiglione Italia alla Biennale di Architettura che si sarebbe svolta l’anno successivo a Venezia: Fosbury Architecture. Non un architetto dal nome altisonante come di consueto ma un collettivo formato da Giacomo Ardesio, Alessandro Bonizzoni, Nicola Campri, Veronica Caprino e Claudia Mainardi, cinque giovani architetti italiani da tempo impostisi all’attenzione di addetti ai lavori e pubblico per l’attività di ricerca sullo spazio abitato – inteso in senso lato, dalla scala territoriale alla domestica – e la curatela di numerose esposizioni di architettura e design, in Italia e all’estero.
Il 14 dicembre è avvenuta la presentazione ufficiale del loro progetto intitolato Spaziale. Ognuno appartiene a tutti gli altri, riprendendo una frase del romanzo di fantascienza Il mondo nuovo di Aldous Huxley che, come spiegano in quell’occasione, “fa esplicito riferimento all’inevitabile interconnessione tra le persone e i loro destini, tra tutti gli attori coinvolti in un grande e ambizioso progetto come il Padiglione Italia, e, in ultima istanza, tra tutti noi”.
Una scelta perfettamente in linea con The Laboratory of the Future, il tema scelto da Lesley Lokko per 18. Mostra Internazionale di Architettura. I fondi messi a disposizione per l’allestimento sono stati infatti in gran parte utilizzati dai curatori per attivare nove progetti, concepiti per valorizzare altrettante comunità locali italiane e il territorio loro circostante. Nove interventi sviluppati a partire da gennaio, ciascuno condotto da un gruppo di architetti italiani under 40 affiancato da un advisor scelto tra artisti visivi, performer, esperti di alimentazione o di intelligenza artificiale, scrittori e registi, di cui ora a Venezia si fa un primo bilancio e si espongono i risultati attesi nel lungo periodo.

Il Padiglione Italia si compone di due tese di cui la prima destinata esclusivamente alla proiezione della video presentazione dei propositi alla base di Spaziale. La seconda ospita invece le installazioni con cui ogni gruppo di lavoro racconta in modo allegorico o attraverso esempi tangibili il proprio intervento. Seguendo il percorso suggerito dai curatori sono di seguito descritte le installazioni – e i relativi progetti – che attendono i visitatori a ogni “stazione” di sosta e approfondimento.
Il collettivo Post Disaster per tre giorni, dal 21 al 23 aprile ha trasformato i tetti della città vecchia di Taranto in palcoscenici per le performance ideate da Silvia Calderoni e Ilenia Caleo. Alla stazione Post Disaster Rooftops EP0 è possibile assistere a una sintesi dell’evento volto a indagare le urgenze della città in lotta contro le sostanze tossiche emesse per decenni dalle acciaierie e dalle aziende dell’indotto industriale.

Plinio il Vecchio identifica nella Baia di Ieranto il punto in cui Ulisse, nel corso del lungo viaggio verso Itaca, incontra le sirene. In questo luogo magico, caratterizzato dalla fusione tra il mito e la straordinaria bellezza della natura, il 17 aprile Walter Maioli esegue una creazione musicale polistrumentale all’interno di un’esedra in gesso e vetroresina concepita per l’occasione. La struttura, protagonista di La Terra delle Sirene, ispirata alle nicchie realizzate in palazzi e giardini storici per esporre statue, è stata successivamente smontata e riassemblata all’interno del Padiglione Italia. In questa nuova collocazione è utilizzata per accogliere conchiglie e strumenti musicali artigianali da ammirare mentre in sottofondo echeggiano i brani di Il Suono delle Api / La Vibrazione del Cosmo, l’album di Maioli caratterizzato dall’impiego di strumenti musicali, sia primitivi sia contemporanei, provenienti da diverse culture.

Nel corso della Seconda Guerra Mondiale a Trieste viene costruito, a due passi dal Porto Vecchio e dalla stazione ferroviaria, il rifugio antiaereo Kleine Berlin. Al Padiglione Italia, nell’illustrazione dell’attivazione territoriale Sot Glas – titolo composto dal friulano sot traducibile in “sotto” e dallo sloveno glas, “voce” – si espone un estratto dell’intervento volto a trasformare i cinquecento metri di bui cunicoli sotterranei in un luogo deputato alla memoria del confine italo-sloveno che per anni ha diviso un territorio accomunato da tradizioni e cultura. Una nuova installazione illuminotecnica si combina a un sofisticato impianto di diffusione di canti popolari presi a testimonianza della contaminazione culturale e linguistica tra Italia e Slovenia poiché, come sottolineano i curatori, “investigare il senso di appartenenza significa ridefinire che forma abbia il limite e di conseguenza dove inizi e finisca un Paese e la sua comunità”.

È trascorso mezzo secolo da quando a Ripa Teatina si è svolta la cerimonia di posa della prima pietra dell’edificio protagonista di Uccellaccio, la quarta stazione. Il progetto di HPO prevede interventi temporanei di messa in sicurezza di questo invadente elemento di degrado urbano, mai completato né abbattuto, uniti al tracciamento di un percorso che corra lungo il perimetro del lotto. L’idea suggestiva elaborata per la mostra veneziana prevede un cumulo di macerie, emblema delle operazioni di sgombero dei materiali accumulatisi o caduti nel tempo, su cui è sospeso un enorme amuleto recante su una faccia la planimetria del progetto del nuovo percorso e, sull’altra, una selezione di termini atti a descrivere l’intervento composta dalla scrittrice Claudia Durastanti.

Sin dalla notte dei tempi le chiese sono luoghi di aggregazione per la comunità ma vent’anni fa l’intervento dell’associazione Sgrafa Masegni suggerisce nuove modalità per riunire persone di diverse età e culture presso la Chiesa Parrocchiale di Gesù Divino Lavoratore a Marghera: trasformare le mura esterne dell’edificio in pareti da arrampicata. L’idea non è intesa a profanare il luogo sacro ma a conferirgli un ulteriore ragione per attrarre le persone in fuga da una realtà come quella di Marghera, caratterizzata dalla chiusura di impianti produttivi e conseguente crisi sociale. Il progetto Concrete Jungle è finalizzato, con il contributo di un professionista, a disegnare nuove vie di risalita e a sostituire le prese ormai logore dal tempo e dall’uso per rendere la chiesa un luogo sicuro dove praticare l’arrampicata. In mostra tubi in calcestruzzo revitalizzati dai colori sgargianti delle prese da arrampicata fanno da cornice ai ritratti di piccoli e grandi sportivi entusiasti dell’intervento di riqualificazione reso possibile da Spaziale. Ognuno appartiene a tutti gli altri.

Oltre cinquecento coni di sale e dodici sculture in terracotta rivestite di una crosta di sale sono allineate ordinatamente a terra nella porzione del Padiglione Italia dedicata al progetto Sea Changes: Trasformazioni Possibili, a simboleggiare la particolare salinità delle acque dello Stagno di Cabras. Salinità, condizioni climatiche e biodiversità fanno di questo ambiente palustre l’habitat ideale per numerose specie ittiche, a iniziare dai muggini da cui si ricava bottarga di alta qualità. Sea Changes, alla luce dell’incremento della domanda di questo prodotto, da un lato si interroga su quali siano i limiti alla pesca locale per non compromettere l’equilibrio e le caratteristiche ambientali del sito e dall’altro osserva come tale domanda ostacoli la diversificazione dell’economia dei luoghi, inducendo piuttosto le imprese a importare bottarga da altre aree del Mediterraneo e dell’Atlantico per sopperire alle richieste.

Nel 1971 Kenzo Tange predispone per Librino, un’area rurale a Sud-Ovest di Catania, il progetto per un quartiere satellite autosufficiente. Come spesso accade l’attuazione si discosta molto dal progetto iniziale: Librino è oggi un quartiere dormitorio, segnato dall’abusivismo, quasi completamente privo di luoghi di aggregazione e servizi per gli abitanti. La Casa Tappeto è una proposta per un “palazzo morbido” da realizzare e poi spostare all’interno del quartiere al fine di creare spazi temporanei per iniziative volte a impiantare un senso di comunità e appartenenza. In mostra è presente un modello in scala ridotta della struttura, accostato a una versione illustrativa del Grande gioco di Librino elaborato dall’artista Adelita Husni-Bey con i bambini che frequentano il centro per l’infanzia gestito dall’associazione Talità Kum.

Nel 2016 un gruppo di studenti della London Metropolitan University soggiorna a Belmonte Calabro, un piccolo borgo sospeso tra la montagna e il mare, per un workshop immersivo di progettazione. L’amministrazione comunale, dimostrando lungimiranza, si attiva affinché una simile esperienza venga ripetuta, incentivando l’organizzazione di laboratori di auto-costruzione e la promozione di residenze per studenti, ricercatori, artisti e giovani professionisti da tutto il mondo al fine di sviluppare progetti per recuperare aree abbandonate e degradate del vecchio borgo. Tracce di BelMondo, l’ottava delle attivazioni territoriali promosse da Fosbury Architecture, si focalizza, per merito della sinergia tra Orizzontale e l’advisor Bruno Zamborlin – imprenditore, artista e ricercatore AI –, sulla rivitalizzazione del giardino del castello. Una serie di arredi sonori interattivi, grazie a speciali sensori di vibrazione, trasforma in tempo reale i rumori dell’ambiente circostante in musica. In Biennale un video mostra immagini del nuovo aspetto del giardino, oggi diventato uno dei luoghi più frequentati di Belmonte Calabro, mentre tre sedute in sughero offrono una dimostrazione di come funzionino i sensori in esse incorporati.

Vasi, balaustre con colonnine tornite, fregi architettonici e altri elementi decorativi in polistirolo accatastati alla rinfusa affollano l’ultima stazione del percorso di visita: BELVEDERE RN-M-G-M/G-Clt UNI EN 13163:2013. Il titolo contiene il codice della norma europea intesa a disciplinare le caratteristiche fisico-tecniche ed estetiche dei prodotti industriali in polistirene espanso, inclusi quelli qui esposti, concepiti per ricreare l’idilliaco paesaggio toscano tipico della piana tra Firenze, Prato e Pistoia in ogni parte del mondo. Elementi che, come avviene in occasione dell’evento veneziano,  estrapolati dal contesto di origine offrono lo spunto per un dibattito sul rapporto tra natura e tecnologia, tra originali e riproduzioni.

Ai due capi della seconda tesa sono infine collocati maxischermi su cui viene proiettato Come è bello far l’amore da Trieste in giù, un video in cui i curatori riassumono i momenti salienti degli interventi avviati per merito di Spaziale. Ognuno appartiene a tutti gli altri e interviste ai progettisti. Una speciale elaborazione operata da Fantamagico, utilizzando un algoritmo generativo, permette di ricombinare incessantemente gli spezzoni del video in base alle parole chiave associate a ciascuno di essi, mostrandoli ogni volta con una diversa sequenza a rivelare inattesi ulteriori punti in comune tra loro.
Il processo di trasformazione innescato da Fosbury Architecture in occasione della Biennale proseguirà nel tempo e sul sito internet ufficiale dell’iniziativa se ne potrà monitorarne lo sviluppo. Nel mentre il catalogo edito da Humboldt offre una relazione dettagliata delle nove azioni.
In chiusura ci si lasci scrivere che è confortante constatare come Fosbury Architecture abbia saputo declinare la propria partecipazione alla Biennale di Architettura in un’occasione di azione a supporto di realtà in difficoltà e non in un momento di compiaciuta autocelebrazione del proprio portfolio o del proprio intelletto come più volte accaduto con i loro illustri predecessori.

Silvana Costa

 

La mostra continua:
Giardini e Arsenale
Sestiere Castello – Venezia
fino a domenica 26 novembre 2023
orario:
20 maggio – 30 settembre 11-19
1 ottobre – 26 novembre 10-18
ultimo ingresso 15 minuti prima della chiusura
solo sede Arsenale: venerdì e sabato, fino al 30 settembre, apertura prolungata fino alle 20
chiusa il lunedì, a eccezione del 22 maggio, 14 agosto, 4 settembre, 16 ottobre, 30 ottobre e 20 novembre
www.labiennale.org/it/architettura/2023

Biennale Architettura 2023
18. Mostra Internazionale di Architettura
The Laboratory of the Future
a cura di Lesley Lokko

 

Padiglione Italia
Spaziale. Ognuno appartiene a tutti gli altri
a cura di Fosbury Architecture
commissario Onofrio Cutaia
progettisti (ab)Normal, BB (Alessandro Bava e Fabrizio Ballabio), Captcha Architecture, HPO, Lemonot, Orizzontale, Parasite 2.0, Post Disaster, Studio Ossidiana, Giuditta Vendrame
advisor Silvia Calderoni e Ilenia Caleo, Claudia Durastanti, Roberto Flore, Elia Fornari (Brain Dead), Adelita Husni Bey, Ana Shametaj, Terraforma, Emilio Vavarella, Bruno Zamborlin
1. Post Disaster Rooftops EP0, Taranto, Puglia
2. La Terra delle Sirene, Baia di Ieranto (Massa Lubrense, Napoli) Campania
3. Sot Glas, Trieste, Friuli-Venezia Giulia
4. Uccellaccio, Ripa Teatina (Chieti) Abruzzo
5. Concrete Jungle, terraferma veneziana, Veneto
6. Sea Changes: Trasformazioni Possibili, Montiferru (Oristano) Sardegna
7. La Casa Tappeto, Librino (Catania), Sicilia
8. Tracce di BelMondo, Belmonte Calabro (Cosenza), Calabria
9. BELVEDERE RN-M-G-M/G-Clt UNI EN 13163:2013, Prato – Pistoia, Toscana
www.spaziale2023.it

Catalogo:
Spaziale. Ognuno appartiene a tutti gli altri
a cura di Fosbury Architecture
Humboldt, 2023
17 x 24 cm, 366 pagine, brossura
prezzo: 32 euro
www.humboldtbooks.com