biograVIE

Una scorribanda per Milano, dalla periferia al centro storico, alla scoperta delle gesta di alcuni dei personaggi cui sono intitolate le vie.

biograVIE. A spasso per le vite della città è lo spettacolo con cui fACTORy32 inaugura la Stagione 2020/21 alla presenza di Filippo del Corno nella doppia veste di assessore alla cultura del Comune di Milano e responsabile della toponomastica cittadina. Come il titolo lascia già intuire gli autori Carlo Decio e Alberto Oliva immaginano una passeggiata per le strade del capoluogo lombardo, partendo proprio dal teatro dove va in scena il monologo, accompagnati da un simpatico barbone che si sofferma a raccontare le gesta degli uomini e delle donne cui sono dedicati vie, piazze e parchi.
L’idea alla base di biograVIE è interessante perché vorrebbe offrire l’occasione per trasformare un momento di piacere in attività didattica, indagando secoli di scienze, arte, letteratura e storia. Il condizionale è d’obbligo per un testo scritto forse troppo di getto, sull’onda dell’ispirazione, senza andare poi a verificare le informazioni che i due autori ricordano dai tempi della scuola. Confidiamo che in occasione delle repliche successive siano stati corretti almeno gli errori più macroscopici.
Citiamo per esempio l’entusiasmo nel condividere con il pubblico la scoperta che Roma è il nome di via più diffuso in Italia, interpretandolo come un segno di amore per il nostro Paese e la sua capitale, ignorando che tale toponimo è imposto nel 1931 da Mussolini. Un’eredità – indubbiamente non la peggiore – di un infausto periodo delle vicende patrie.
Appare inoltre beffarda la sorpresa dinnanzi alla grande sproporzione in termini numerici tra le vie intitolate a donne rispetto a quelle dedicate a uomini. Esattamente cosa suscita negli autori tanta meraviglia? Per secoli la storia è stata scritta dal sesso cosiddetto forte che si è sempre ben guardato dal riconoscere meriti e contributi femminili agli eventi, alla società, alla cultura e all’arte, limitandosi a dipingere le donne quali mogli, madri e ancelle del focolare.
Meglio forse dissertare della messinscena di biograVIE anche se la regia di Alberto Oliva sembra incapace di valorizzare appieno le potenzialità di un attore poliedrico come Carlo Decio. Avviluppatolo in un cappottone rappezzato – che par copiato dai disegni di Holly Hobbie e Sarah Kay – e con scarpe rosse che strizzano l’occhio a quelle dei clown, gli fa distorcere la voce per interpretare il ruolo del romantico vagabondo. Ruvido nei modi e pittoresco nell’aspetto, come lo stesso termine spiega non si tratta di un barbone stanziale ma di un uomo libero che esplora il mondo per cogliere ogni cosa bella abbia da offrire, dormendo la notte nelle vie più prestigiose della città, contraddistinte da nomi altisonanti che conciliano i sogni. Una persona curiosa che esorta il pubblico a metterlo alla prova, interrogandolo per scoprire quanto abbia imparato nel corso dei suoi viaggi.
Se lo stratagemma del vagabondo è ottimo per cucire tra loro i vari quadri di cui si compone lo spettacolo, la riuscita in scena è palesemente sopra le righe: il personaggio è eccessivo e a tratti stucchevole nel mostrare immensa meraviglia per eventi noti a tutti quanti sin dalle scuole dell’obbligo.
Chi ha avuto modo di ammirare Carlo Decio quest’estate in Otello PoP TrAgEdY sa come le sue doti affabulatorie conquistino il pubblico senza bisogno di inutili forzature. Egli entra ed esce con naturalezza da una serie infinita di ruoli che caratterizza con una ricca gestualità, differenti modulazioni di voce e qualche sorprendente stratagemma. Il suo è un teatro povero, basato solo sulla capacità performativa, quasi privo di scenografie, mutuato dalla tradizione dei cantastorie, dai camaleontici attori delle compagnie di giro o dai buskers, come di moda chiamare oggi gli artisti di strada ricorrendo a terminologia anglofona.
Un talento scenico che esce rafforzato a ogni nuovo quadro, quando Carlo Decio sveste a livello interpretativo i panni clowneschi per farsi serio e descrivere le gesta che hanno reso l’individuo di turno degno di lasciare il proprio nome nelle vie di Milano. Rovistando nel valigione che trascina con sé il vagabondo estrae oggetti semplici che utilizza in modo inatteso per connotare il protagonista della nuova storia, per comporre immagini dall’elevato coefficiente poetico: un rotolino di carta diventa un velo da sposa, la bretella dei pantaloni la fune sospesa di un funambolo e biograVIE entra così di prepotenza nel cuore dello spettatore.

La storia insegna che è in momenti di forte crisi come quello attuale che l’essere umano esprime al meglio le proprie potenzialità. Ora che i teatri devono restare chiusi – fino a quando non è dato saperlo – Carlo Decio scende nelle vie semideserte di Milano per vivere quanto raccontato sul palcoscenico di fACTORy32 e grazie al video maker Samuel Pescuma porta biograVIE nelle case di tutti. La versione on the road dello spettacolo è visibile sulla piattaforma Kebi dal 27 novembre al 4 dicembre. La prima è in programma venerdì 27 alle ore 21.00.

Silvana Costa

Lo spettacolo è andato in scena:
fACTORy32
via Watt 32 – Milano
dal 16 al 18 ottobre 2020
www.factory32.it

on – line su Kebi
dal 27 novembre al 4 dicembre
www.kebi.events/kebi/BiograVIE/biglietti

biograVIE
A spasso per le vite della città
di Carlo Decio, Alberto Oliva
con Carlo Decio
regia Alberto Oliva
aiuto regia Maria Carolina Nardino
assistente alla regia Benedetta de Benedetto
costumi Cristina Mariano
immagine locandina Matteo de Padova
produzione Teatro de Gli Incamminati
durata 65 minuti