Bruno Cassinari

Bruno Cassinari torna a Corrente nel centenario della nascita.Un’antologica di undici dipinti individuati entro l’arco di attività del Maestro a partire dalla fine degli anni ’30 fino alle soglie dei ’70, opere che ripercorrono per tappe sostanziali l’avventura pittorica motivata esistenzialmente entro il clima di Corrente e in seguito sempre più maturata su riflessioni individuali, psicologiche e cromatiche indipendenti.
In occasione del centenario della nascita, la Fondazione Corrente dedica una bella ed esaustiva mostra a Bruno Cassinari, uno dei massimi esponenti di Corrente e del Realismo; l’evento, coordinato da Annamaria Bianconi, membro del Comitato per il catalogo generale dell’opera di Bruno Cassinari, e da Nicoletta Colombo, storico dell’arte, vuole conclude idealmente i festeggiamenti aperti ad inizio anno a Piacenza, sua città natale.
Cassinari approda giovanissimo a Milano per studiare arte; nel 1938 si diploma all’Accademia di Belle Arti di Brera e, l’anno successivo, prende parte ad entrambe le mostre organizzate da Corrente, a marzo e a dicembre, ottenendo così la pubblicazione sui numeri-catalogo della rivista omonima. L’artista è anche uno dei protagonisti della galleria Bottega di Corrente – dove tra l’altro espone anche un giovanissimo Renato Guttuso – che apre i battenti pochi anni dopo la chiusura della rivista, nel 1941; una lunga amicizia lo lega a Treccani: con lui fa nel 1947 il primo viaggio a Parigi alla scoperta della cultura pittorica europea, con lui divide a partire dal 1962 lo studio a Gropparello nel piacentino e, dopo la creazione della Fondazione, contribuisce attivamente alle sue iniziative prodigandosi in conferenze e mostre.
Entrando nella casa delle rondini, sita a pochi passi dai giardini di Porta Venezia, troviamo nella nuova sala espositiva, inaugurata in primavera, una selezione di pitture ad olio e nella biblioteca una raccolta di disegni e materiali d’archivio; nella sala conferenze troveranno spazio, durante il periodo di apertura della mostra, svariati incontri su Cassinari cui vi invitiamo ad assistere tenendo d’occhio il sito della Fondazione per il programma completo ed aggiornato.
Come accennavamo, il corpus dei materiali è esposto diviso per tipologia; quantitativamente il numero delle opere è contenuto ma la scelta operata dalle curatrici è stata attenta a fornirci, per ogni fase artistica di Cassinari, dei pezzi chiave che, confrontati tra loro, evidenzino i cambiamenti stilistici frutto di un percorso interiore.
I disegni e le chine, circa una dozzina, realizzati a partire dal 1937, denunciano le fonti di ispirazioni dell’artista: nella prima parte della produzione si avverte forte il riferimento a Modigliani, soprattutto alla serie delle Cariatidi, mentre nella seconda sono evidenti le suggestioni derivanti dall’incontro con Picasso ad Antibes. A corredo di questa sezione troviamo documenti provenienti sia dall’archivio della Fondazione stessa che da quello del Comitato per il catalogo generale dell’opera di Bruno Cassinari: cataloghi di mostre, fotografie, lettere tra i due artisti, appunti di viaggio sia sotto forma di testo che di schizzi sulle pagine dei taccuini.
Gli 11 dipinti ad olio scelti per questa monografica, oltre a segnare le tappe salienti del percorso d’artista, esplicano chiaramente perché, come ha sottolineato più volte lo storico dell’arte Marco Rosci analizzandone la produzione pittorica, richiamando i rapporti dialettici hegeliani tra gli elementi, Cassinari possa essere classificato allo stesso tempo sia tra i pittori della scuola classica che tra quelli del movimento moderno. Moderno perché nella creazione da la priorità al colore rispetto al disegno: colori densi e pastosi quando si ispira alla sua terra; colori smaglianti e lucidi durante il periodo trascorso in Francia, ispiratigli dalla frequentazione del laboratorio di ceramica di Picasso. Classico perché sente l’esigenza di gestire lo spazio della rappresentazione strutturandolo ed articolandolo secondo maglie più o meno fitte in base all’evoluzione della sua poetica: Giovanni Testori parla di “architetture del colore” riferendosi alle sue composizioni.
La visita inizia con la suggestiva Natura morta in giallo dipinta nel 1939 ed esposta alla prima mostra di Corrente alla Permanente di Milano; la composizione segna il suo ingresso nel movimento – all’interno del quale mantiene sempre una certa autonomia espressiva – e dimostra, con la fine del percorso accademico, la conquista di un proprio linguaggio fatto di colori caldi stesi talmente densi da acquistare una propria matericità. Guardando il dipinto successivo, del 1943, Collina a Gropparello, paese del piacentino dove si è rifugiato con Treccani e Borlotti, ci è chiaro che l’artista sia già riuscito a raggiungere una notevole maturità di linguaggio.
Con la fine della guerra Cassinari, con gli amici, intraprende diversi viaggi in Francia, allora punto di ritrovo di artisti da tutto il mondo e luogo di grande fermento creativo; ad Antibes conosce Picasso e lo conquista con il suo lavoro tanto che nel 1950 il Maestro gli offre la possibilità di organizzare una mostra presso il Castello Grimaldi di Antibes, sede del suo museo voluto da Dor de la Souchere.Quelle tele, dominate dalle cento tonalità del blu e del verde stese a pennellate di tinta densa e luminosa quasi quanto uno smalto, strutturate in rombi e prismi alla maniera di Picasso e Braque, che rappresentano le attività ed i paesaggi della costa, con vedute plananti a vortice analoghe a quelle di Chagall, ottengono un gran successo di critica e acquirenti.
Nel 1955 Bruno Cassinari apre uno studio nella capitale francese dove ha modo di ammirare le opere dei cubisti orfici; ispirato inizia ad allentare le maglie dell’architettura dei suoi quadri e diluire i colori rendendoli più evanescenti come possiamo constatare ne La fenêtre de l’atelier del 1962. Il suo percorso di avvicinamento ai vari movimenti dell’astrattismo però non arriverà mai a completa conclusione tanto era forte nell’artista la cultura emiliana che lo mantiene idealmente legato alle cose, alle forme, alla natura nella sua plasticità. Al paese d’origine torna all’inizio degli anni ’60, in seguito alla morte della madre, e riprende il discorso interrotto dalla pausa all’estero: abbandonante le preziosità francesi si riappropria della gamma dei colori caldi della terra e dei temi della vita rurale, dipingendo tele meravigliose come Il grano maturo del 1964.
Scorrendo con gli occhi tutti i quadri in mostra ci si fa largo, in successione, in tutte le fasi della vita di un artista che, pur tenendo le radici salde nella natura emiliana, ha ricoperto un ruolo importante nel panorama artistico italiano in dialogo con quello europeo.

Silvana Costa

La mostra continua alla:
Fondazione Corrente
via Carlo Porta 5 – Milano
orario: martedì, mercoledì e giovedì ore 9.00-12.30 e 15.00-18.30, venerdì ore 15.00-18.30
Apertura straordinaria sabato 6 ottobre ore 10.00-18.00
ingresso libero
su prenotazione sono possibili visite guidate per gruppi e scuole sia alla fondazione che alla mostra
www.fondazionecorrente.org

Bruno Cassinari a Corrente nel centenario della nascita
fino a mercoledì 31 ottobre 2012
a cura di Annamaria Bianconi e Nicoletta Colombo
con il contributo di Fondazione Cariplo

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