Canova. I volti ideali

Alla GAM di Milano, intorno al busto della Vestale presente nella collezione permanente, si sviluppa un’articolata mostra sulla serie di teste ideali scolpite da Antonio Canova a partire dal 1811, quando è all’apice della carriera.

Il 13 ottobre 1822 Antonio Canova, l’artista che partendo dallo studio delle opere classiche dà origine alla scultura moderna, muore a Venezia. Anticipando le celebrazioni per il bicentenario del triste evento, a Milano sono in corso due esposizioni che ne raccontano l’opera e il mito. Alle Gallerie d’Italia è allestita Canova | Thorvaldsen. La nascita della scultura moderna, una straordinaria rassegna sull’estro creativo dell’artista veneto e del suo antagonista, il danese Bertel Thorvaldsen. La Galleria d’Arte Moderna presenta invece I volti ideali a cura di Omar Cucciniello e Paola Zatti, una mostra piccola ma preziosa che accosta tra loro 39 opere di cui ben 24 eseguite da Antonio Canova, creando dialoghi altamente eloquenti tra maestri e discepoli. Il percorso di visita si articola in 5 sezioni, ciascuna ospitata in una differente sala della settecentesca Villa Reale, allestite su progetto di Massimo Curzi.
All’alba del secondo decennio del XIX secolo Canova è un artista conteso da committenti di tutta Europa: dal Papa, dal re d’Inghilterra, dallo zar di Russia e da Napoleone che vorrebbe si trasferisse a Parigi in pianta stabile a immortalare la sua effige in un numero crescente di opere. Sembra tuttavia che lo scultore non ami il filone della ritrattistica nonostante i pregevoli esempi che è possibile ammirare alle Gallerie d’Italia e nel 1811, ispirato dai busti di età imperiale studiati a Roma, si dedica a immaginare visi ideali. Le sculture, raffiguranti personaggi mitologici, storici, letterari o allegorie di virtù, sono una forma di espressione artistica slegata da qualsiasi committenza e occasione per sperimentare soluzioni formali da applicare a creazioni più complesse. Eppure, sebbene finalizzate a una ricerca personale, queste teste all’occorrenza si trasformano in utili omaggi per committenti illustri, amici o per i diplomatici inglesi che nel 1815 lo aiutano a riportare in Italia i capolavori sottratti dalle razzie napoleoniche.
La prima sezione della mostra, intitolata Dal ritratto all’ideale, racconta attraverso l’esplicito accostamento di esempi scultorei come l’autore, partendo dal reale, lavori al viso ideale armonizzando i lineamenti, eliminando imperfezioni e tratti caratteristici, elaborando acconciature “all’antica” e ammantandolo di un’aura capace di trasmettere calma e serenità. Elisa Baciocchi Bonaparte (1812) così procedendo si trasfigura nella musa Clio (1811).
Sempre nel 1811 Canova esegue un secondo prototipo di testa ideale: Elena, regalato a Isabella Teotochi Albrizzi in segno di riconoscimento per aver curato la pubblicazione del volume Le opere di scultura e di plastica di Antonio Canova. Il libro e la versione in gesso della scultura sono i protagonisti della seconda tappa del percorso dedicata appunto a Elena e Isabella.
Confrontando questi primi lavori con la Vestale (1819) della GAM, esposta al centro della terza sala, si può evincere come nel tempo Canova attui una progressiva semplificazione formale ed espressiva. Sono qui presenti due busti femminili provenienti dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli, risalenti al I secolo d.C. da cui lo scultore mutua il tema della sacerdotessa custode del focolare di Vesta: La “Zingarella” e la Principessa ellenistica. Una superba rivisitazione dei modelli, lezione a sua volta fatta propria da Adolfo Wildt per la Vergine (1924), a dimostrazione dell’imperitura modernità di linguaggio di Canova. Analogamente, surrealisti e metafisici gli sono debitori per l’inquietante tema del viso velato, muto ed allusivo, ispirato da Antonio Corradini, ideatore del bozzetto del celeberrimo Cristo velato (1753) e rappresentato in mostra da Busto di velata (1717/25).
Non è affatto azzardata la scelta di Omar Cucciniello e Paola Zatti di posizionare in Un tipo della beltà italiana la Canefora del Ghirlandaio a simboleggiare la passione diffusa tra Sette e Ottocento per i pittori primitivi ovvero per coloro che, secondo la definizione di Vasari, precedono i grandi maestri rinascimentali. Avvallano la pertinenza della decisione dei curatori gli schizzi tratti da un taccuino del Canova datato 1807 e l’acconciatura con le trecce di Lucrezia d’Este (1821/22) identica a quella della Canefora. Il volto di Lucrezia rivela inoltre lineamenti più naturalistici di quanto ammirato in precedenza, quasi l’autore abbia subito l’influenza da un lato dell’umanesimo e dall’altro del dilagante romanticismo. In un simile contesto non sorprende notare come il viso di Eleonora d’Este (1819), unico caso in mostra, paia quasi aprirsi in un sorriso.
Nell’ultima sezione, L’idea e la poesia, si assiste a un’ulteriore svolta linguistica. Nel 1815 a Londra, dinnanzi ai fregi del Partenone, Canova realizza di aver seguito un percorso creativo analogo a quello di Fidia, mutuando dalla natura immagini poi idealizzate. Forte di questa affinità egli dedica gli ultimi anni di attività a scolpire volti improntati a una plasticità più arcaica, sobria e geometrica. Afferiscono a questa fase le ieratiche rappresentazioni di Saffo (1819), Corinna (1819) e Filosofia (1818/19).
Giulio Paolini con Mimesi (1975) chiude il percorso della mostra offrendo una restituzione moderna e non graziosa della lezione canoviana, spostando l’attenzione – e quindi il senso della sua opera d’arte – dai due calchi in gesso allo spazio tra di loro. Paolini è solamente l’ultimo degli autori ospiti disseminati da Omar Cucciniello e Paola Zatti nelle sezioni della mostra: sono artisti in gran parte estranei all’epoca in cui lavora Antonio Canova, scelti da un lato per dimostrare la capacità di cogliere riferimenti creativi da diversi contesti storici, e dall’altro la modernità di un linguaggio ancora attuale.

Silvana Costa

 

La mostra continua:
GAM – Galleria d’Arte Moderna

via Palestro 16 – Milano
fino a domenica 15 marzo 2020
orari martedì – domenica 9.00 – 19.30
lunedì chiuso
ultimo accesso un’ora prima della chiusura
www.gam-milano.com

Canova. I volti ideali
a cura di Omar Cucciniello, Paola Zatti
promossa e prodotta da Comune di Milano – Cultura, GAM Galleria d’Arte Moderna
con la casa editrice Electa
progetto allestimento Massimo Curzi
progetto grafico Studio Tassinari/Vetta

Catalogo:
Canova. I volti ideali
a cura di Omar Cucciniello, Paola Zatti
Electa, 2019
17 x 24 cm, 232 pagine a colori, oltre 70 illustrazioni
prezzo: 28,00 Euro
www.electa.it