Roberto Latini offre un’interpretazione in chiave rock del testo sacro alla religione ebraica e cristiana. Una rilettura originale insignita nel 2017 dei Premi Ubu al protagonista maschile e alle musiche.
Le porte della sala si chiudono, le luci si spengono mentre gradualmente la musica rock si diffonde nell’aria. Un uomo si alza barcollando dalla panchina dove si era coricato. È un barbone ubriaco? No è un individuo devastato da un sentimento non corrisposto che mollemente, dondolandosi a passo di danza, si avvia verso il lavoro.
È un dj radiofonico ma il peso che opprime il suo cuore oggi gli impedisce di dialogare allegramente con il pubblico in ascolto. Egli opta quindi per utilizzare il mezzo di comunicazione di massa per lanciare una conturbante invocazione alla donna che lo ha stregato, prendendo a prestito le parole del Cantico dei Cantici. Spera che quei sublimi versi le accarezzino l’animo e la inducano a telefonargli in redazione. L’attesa sembra vana. “Che peccato”.
La gioia e il dolore, la speranza e la delusione, l’euforia e la rassegnazione, la dolcezza dell’amore puro e la sensualità dell’atto sessuale sono le due facce di una stessa medaglia. I due poli opposti, su cui si regge – in precario equilibrio – l’esistenza di ciascun essere vivente, sono perfettamente incarnati da Roberto Latini in questa originale quanto emozionante interpretazione del Cantico dei Cantici i cui versi vengono decantati ora a ritmo rock, ora languidamente, ora con sconforto e disperazione.
Il testo risalente al V secolo a.C. è uno dei cinque Libri Poetici che compaiono dell’Antico Testamento: celebra l’amore e la bellezza che Dio ha profuso in ogni cosa. Molte sono le versioni del Cantico dei Cantici portate in scena nel tempo, sovente spogliandolo dei riferimenti religiosi che lo hanno ispirato. Anche Latini segue questo filone ateo: egli ripropone fedelmente il dialogo tra Salomone e Sulammita eppure, tra ammiccamenti e inflessioni della voce, l’originale meraviglia per ogni elemento del Creato si riduce a una mera dichiarazione d’amore.
È un uomo provato psicologicamente quello che si alza dalla panchina a inizio spettacolo, con il viso pesantemente truccato, le grosse cuffie alle orecchie e la giacca viola. Il suo aspetto e i suoi gesti scatenano strane associazioni mentali sia con il Jocker rivale di Batman sia con cantanti del filone shock rock come Alice Cooper e non ci sorprenderemmo se intonasse come lui Welcome to My Nightmare.
Le musiche selezionate da Gianluca Misiti spaziano dalla classica alla contemporanea sottolineando gli sbalzi d’umore del protagonista, includendo persino un omaggio alla Raffa nazionale in un passaggio dall’alto coefficiente di sensualità. Eppure la varietà della colonna sonora così come la raffinatezza dei versi del Cantico dei Cantici scivolano in secondo piano. La presenza in scena di Roberto Latini è totalizzante, il pubblico si lascia ammaliare dalla sua voce e lo segue in ogni movimento come ipnotizzato tanto che, a fine spettacolo, servono alcuni istanti per ridestarsi dallo stato di suggestione e sciogliersi in un lungo applauso.
La straordinaria abilità dell’attore nel giocare con i microfoni per distorcere la voce dando spazio alle persone che albergano nella sua mente – già apprezzata ne I giganti della montagna – satura lo spazio scenico e quasi trasforma il monologo in un’opera corale. Non ha peso minore nell’economia dello spettacolo la ricchezza mimica usata da Latini per caratterizzare il suo personaggio. Ne emerge il ritratto di un uomo sopra le righe, un dj che si è fortemente immedesimato negli interpreti dei brani che trasmette, un dannato del rock con le movenze da serpente e l’animo tenero cui basta un silenzio per trasformarlo in un Pierrot triste.
“Che peccato”… se non lo avete ancora visto.
Silvana Costa
Lo spettacolo è andato in scena:
La Cavallerizza
corso Magenta 24 – Milano
15 – 20 maggio 2018
orario: da martedì a sabato ore 21
domenica ore 17
www.mtmteatro.itCantico dei Cantici
regia Roberto Latini
adattamento e regia Roberto Latini
con Roberto Latini
musiche e suoni Gianluca Misiti
luci e tecnica Max Mugnai
organizzazione Nicole Arbelli
con il sostegno di Armunia Festival Costa degli Etruschi
con il contributo di MIBACT Regione Emilia-Romagna
produzione Fortebraccio Teatro
Vincitore del Premio Ubu 2017 per “Migliore attore o performer” – Roberto Latini e “Miglior progetto sonoro o musiche originali” – Gianluca Misiti
durata 50 minuti
www.fortebraccioteatro.com