In mostra a Milano le sculture del maestro Jurij Tilman ispirate alle antiche icone russe.È inevitabile. Le origini culturali sono come scolpite nel nostro DNA e, per quanto ci allontaniamo dalla terra natia o arricchiamo il nostro bagaglio di esperienze, ritornano sempre, prepotentemente, a galla. È quanto è accaduto allo scultore Jurij Tilman, nato a Vladivostock, nell’estremo oriente russo, e con una significativa esperienza nei Musei del Cremlino col ruolo di restauratore delle antiche icone. Nel suo studio milanese ha dato vita a molte serie di opere, ispirate alla natura, allo zodiaco, all’arte classica o ai poemi greci, ma non c’è stato nulla da fare, ad un certo punto, come egli stesso ha ammesso, dopo aver a lungo ignorato l’ispirazione creativa per non essere tacciato di ovvietà, speculazione od opportunismo – è molto severo con sé stesso -, ha realizzato la serie di icone in questi giorni in mostra a Milano.
La teologia ortodossa ritiene che le icone siano opera di Dio, realizzate tramite le mani dell’artista, perciò assegna a loro poteri speciali quali compiere miracoli o salvare città; questo genere di sacre rappresentazioni, realizzate su tavole lignee con gran profusione di oro e argento, affonda le radici nella cultura bizantina; le caratteristiche mutano di regione in regione, per esempio, salendo di latitudine, quasi per accendere i lunghi inverni, le icone si caricano di colori brillanti. La strada percorsa da Tilman è indubbiamente diversa ed originale: grande conoscitore delle tecniche e dei canoni dell’icona tradizionale, il maestro sceglie di reinterpretarla in chiave ecologista, spogliandola della preziosità originaria dovuta ai materiali di base e caricandola di una nuova forza espressiva. Il pubblico, entrando nella luminosa sala della biblioteca Valvassori Peroni si trova dinnanzi a moderni altorilievi, realizzati con materiali di riciclo spesso raccolti in riva al mare dopo che la violenza dell’acqua ha provveduto a forgiare gli scarti metallici della società consumista in nuove forme. Da una molla schiacciata ed una manciata di monetine tanto lucide da sembrar esser state coniate in metalli preziosi, la sensibilità di Jurij Tilman crea i Magi in viaggio verso Betlemme; da vecchie serrature ricava scene di maternità dimostrando come la cultura cristiana sia così ancorata nella nostra cultura da consentirgli di citare con un semplice gesto, ed essere compreso, l’ultima cena, la crocefissione, la deposizione o San Giorgio. È una forma di espressionismo assoluto che tocca punte di alta poetica in pezzi come la crocifissione del Cristo con, ai lati San Paolo e San Pietro.
Ferro arrugginito, lamine accartocciate, cerniere di porte, tappi di bottiglie schiacciati ma anche catene di biciclette e sedili di sedie riportate a nuova vita, arricchite di grande carica espressiva per dar vita ad un’opera che, nella povertà dei suoi elementi di base, è l’opposto dell’icona tradizionale.
Le opere esposte in occasione di questa mostra sono accomunate, oltre che dal tema, dal formato ma in realtà la sua produzione di icone spazia largamente dai formati più impegnativi a quelle più piccole realizzate su una scheggia di legno.
Artista tanto raffinato quanto poliedrico, per questa serie di sculture, identifica il suo maestro virtuale in un artista giapponese del XVI secolo, di nome Enco: in un’epoca in cui si realizzano statue lucide e dorate, questo monaco, per adempiere al voto di realizzare 100.000 statue di Buddha, lavora il legno a rapidi colpi, scolpendolo il minimo necessario per l’identificazione del soggetto.
“Ho provato con Buddha” confessa a Persinsala durante l’inaugurazione di Deesis II “ma, affrontare i simboli di una cultura così lontana dalla mia, porta ad una produzione artistica artificiosa i cui risultati non mi soddisfacevano affatto.” Meglio dunque le icone, ma, in omaggio al maestro, Tilman, per una splendida Trinità, ha adottato la tecnica dell’origami per realizzare lo Spirito Santo in forma di lucente colomba.
Come riconoscere, tra tante, le sculture che Jurij Tilman ritiene meglio riuscite? Semplice, sono quelle sottolineate da una cornice, ovviamente di materiale riciclato!
Silvana Costa
La mostra continua a:
Biblioteca Valvassori Peroni
via Valvassori Peroni, 56 – Milano
orari: lunedì-sabato 9 -19; mercoledì 14-19
ingresso liberoDeesis II
L’antica arte dell’icona russa rivisitata dall’artista moderno
opere di Jurij Tilman
fino a lunedì 18 febbraio
http://jurijtilman.jimdo.comDidascalia:
San Giorgio