Allo Spazio Oberdan sono suggestivamente esposti 18 disegni originali di Gustav Klimt che richiamano le figure femminili del fregio di Beethoven.
La mostra, visitabile sino a inizio maggio allo Spazio Oberdan di Milano, celebra il 150° anniversario della nascita di Gustav Klimt evocando l’opera realizzata in occasione della XIX esposizione della Secessione viennese. Quell’edizione è completamente dedicata alla figura di Beethoven, considerato un modello di genio universale e per questo emblema del concetto di Gesamtkunstwerk, di arte totale, teorizzato dal movimento alla cui guida è lo stesso Klimt.
Al centro della sala della Secessione – in cui ebbe luogo la manifestazione giusto 90 anni fa – viene posta la statua in marno policromo che, come vuole la leggenda, Max Klinger scolpì in un momento di grande delirio creativo; intorno Josef Hoffmann vi progetta l’allestimento della mostra; Gustav Klimt decora il muro in cemento grezzo ispirandosi dalla IX Sinfonia di Beethoven; infine, il giorno dell’inaugurazione, per travolgere lo spettatore con un’esperienza sinestetica, si affida a Gustav Mahler la direzione dell’Inno alla Gioia.
Il fregio klimtiano ha dimensioni imponenti: si sviluppa su tre pareti alte oltre 2 metri e lunghe complessivamente 24 metri; l’autore all’epoca era all’apice della sua fama e nel realizzare quello che sarebbe dovuto essere un allestimento temporaneo, non lesina in perizia e materie preziose: oltre alle polveri d’oro ricorrenti in molte sue pitture, applica anche pietre dure e madreperla. I tre pannelli raccontano momenti diversi dell’eterna lotta dell’uomo per la felicità, utilizzando arte, poesia e musica come strumenti per conseguire tale obiettivo; una linea fluttuante, simboleggiante il percorso della ricerca e le forze positive dell’amore, cuce i vari momenti pittorici; contro di essa si oppongono, vanamente, le forze negative impersonate da serpenti e gorgoni. In questo fregio, saturo di riferimenti stilistici ed iconografici mutuati dall’arte egizia, dalla pittura vascolare greca, dalle stampe giapponesi e dalle maschere rituali africane, le due co-protagoniste sono la musica di Beethoven e la figura femminile.
Sono di nuovo le donne i soggetti ritratti nei diciotto meravigliosi schizzi provenienti da New York esposti in mostra. Tracciati dal maestro in persona su fogli di carta ormai ingiallita con tratto deciso, a volte accompagnato da un velo di ombreggiatura per rendere la tridimensionalità, affascinano per l’espressività e la maestria del disegno privo della sovrastruttura pittorica che caratterizza molta parte della produzione di Klimt. Nella rappresentazione allegorica del fregio, così come negli schizzi, l’artista non rinuncia a prendere come modello le femmes fatales, le prostitute, con le loro acconciature vaporose ingentilite da gioielli, il trucco vistoso e le pose ammiccanti; la sensualità trasuda dai rapidi segni di matita o gessetto, ne risulta quasi sublimata dallo studio del corpo nelle diverse posizioni: in piedi, disteso, rannicchiato o abbracciato al corpo maschile.
In questa occasione espositiva, i disegni dialogano con una copia del fregio realizzata in scala 1:1 da un gruppo di giovani scenografe che hanno cercato di restituire ai visitatori il senso della matericità dell’originale: la brillantezza degli ori, l’effetto di opulenza di marmi e pietre, il tutto utilizzando materiali tradizionali e ponendo attenzione alla cura del dettaglio. Oggi a Milano, come in occasione del Salone della Secessione, il visitatore è accompagnato durante la visita dalle note della IX Sinfonia.
Completa l’apparato dei materiali in mostra una ricca sezione introduttiva che vuole ricostruire il quadro storico della Secessione, proponendo documenti che, in pieno rispetto del concetto di Gesamtkunstwerk, sono loro stessi oggetti d’arte. Alle pareti possiamo ammirare sette manifesti originali realizzati tra gli altri da Koloman Moser, Alfred Roller, Ferdinand Hodder e Leopold Stolba per le singole esposizioni del movimento provenienti dalla Collezione Salce mentre nelle teche ci sono svariati numeri di Ver Sacrum, la rivista che non è solo il mezzo per raccontare la filosofia secessionista ma un momento di esercizio artistico vero e proprio.
Silvana Costa
La mostra continua:
Spazio Oberdan
Viale Vittorio Veneto 2 – Milano
Orari: martedì e giovedi 10.00-22.00 (ultimo ingresso ore 21.30)
mercoledì, venerdì, sabato, domenica 10.00-19.30 (ultimo ingresso ore 19.00)
chiuso il lunedìGustav Klimt. Disegni intorno al fregio di Beethoven
aperta sino a domenica 6 maggio 2012
Promossa dalla Provincia di Milano
Prodotta e organizzata da Alef – cultural project management
Curatori Annette Vogel (disegni), Lorenza Tonani (documenti), Maria Porro (scenografia)
catalogo Skira
www.klimtmilano.com