Dracula e il mito dei vampiri

Un vero e proprio viaggio nel mondo vampiresco concepito per gli adulti ma in grado di affascinare anche i più piccoli.Una mostra per affrontare e indagare la figura del vampiro per antonomasia, partendo dalla dimensione storica per procedere alla trasfigurazione letteraria, fino ad arrivare alla trasposizione cinematografica e, infine, alle implicazioni sociologiche del mito di Dracula.

Nell’anno in cui ricorre il centenario della morte di Bram Stoker, La Triennale di Milano spalanca le porte al personaggio più famoso mai uscito dalla penna dello scrittore: il conte Dracula.
Se dobbiamo essere onesti sino in fondo, la mostra ci è piaciuta ma una serie – forse eccessiva – di sbavature, dovute anche alla grande aspettativa che gli organizzatori hanno saputo creare intorno a questo evento, ci lasciano abbastanza perplessi sulla sua effettiva riuscita. Indubbiamente il soggetto è affascinante e molto di moda, soprattutto in questo 2012 che vede un inanellarsi di ricorrenze: sono passati vent’anni dall’uscita nelle sale di Dracula di Bram Stoker diretto da Francis Ford Coppola, forse la pellicola più fedele al romanzo, pubblicato per la prima volta nel 1897. A questo film – se potete, rivedetelo prima di effettuare la visita in modo da cogliere al meglio molti dei riferimenti – si è ampiamente attinto per illustrare le varie sezioni della mostra, a iniziare dall’ingresso, dove il pubblico è accolto dalla proiezione delle scene che narrano le origini del mito, con un superbo Gary Oldman nei panni dell’implacabile cavaliere in lotta contro i turchi, il conte Vlad, appunto.
Margot Rauch – conservatrice del Kunsthistorisches Museum di Vienna – nella prima sezione del percorso ha ampiamente spiegato quanta parte del mito si basi, come sempre, su fatti e personaggi reali, e ha selezionato una serie di reperti storici e opere che raccontassero del conte Vlad – figura storicamente esistita nel XV secolo e associata a quella leggendaria di Dracula.
Personaggi, luoghi e situazioni presenti nel romanzo, in alcuni casi, compaiono in embrione anche nei preziosi taccuini che l’autore compila durante i suoi viaggi, eccezionalmente prestati dalla Bram Stoker Estate: sarebbe però stato bello vedere approfondita questa tematica, magari estrapolando brani dagli appunti giovanili per confrontarli con passaggi analoghi tratti dal libro. Altra critica all’intera sezione è l’eccessivo buio in cui si galleggia, che impedisce persino di leggere le targhette con le didascalie degli oggetti. Opposta la situazione nella sala dedicata al cinema dove, al contrario, i tre schermi – annegati nella luce – proiettano simultaneamente brevi spezzoni di alcuni dei tanti film ispirati – più o meno liberamente – al romanzo, inframmezzati da citazioni che paiono provenire a caso da Google con chiave di ricerca la parola “vampiro”. Eppure il critico Gianni Canova si premura di sottolineare come il mito di Dracula, alla pari della magia del cinema, si animi nelle tenebre. Sorprendenti, in compenso, sono gli storyboard schizzati per il film di Coppola e i copioni originali.
Un’intervista alla costumista Eiko Ishioka e l’armatura del sacro ordine del Dragone indossata da Oldman in Dracula di Bram Stoker – eccezionalmente ricostruita dagli stessi produttori hollywoodiani dell’originale – segnano il passaggio alla tematica successiva; annuendo alle parole di Coppola che afferma come i costumi suntuosi costituiscano, da soli, una parte significativa della scenografia, ci attendiamo di vederne alcuni nelle sale adiacenti. Attesa delusa perché la responsabile di questa sezione, la costumista Giulia Mafai, giocando sul ruolo della Vamp – intesa qui come vampiro femmina che ammalia con il proprio fascino gli uomini riducendoli in suo potere – nel teatro, allinea una serie di costumi di scena concepiti per le donne fatali che popolano le opere liriche: la Regina della Notte, Turandot, Giocasta. Compare – inaspettatamente – persino una coppia di burqa che, ancora oggi, nel XXI secolo, proteggono le donne afghane da luce e sguardi indiscreti e candidi costumi da cigno sospesi nell’aria come angioletti. La sala, quindi, sembra fuorviare dal tema e risulta posticcia.
Il senso di perplessità non ci abbandona nemmeno quando si visita la sezione curata dall’architetto Italo Rota – in realtà, anche il suo saggio sul catalogo non ci chiarisce del tutto quale sia l’idea alla base del progetto – che ha ricreato, all’interno di una delle casse che Dracula faceva riempire di terra per riposarvi durante i lunghi viaggi per l’Europa, uno studio che si pone a metà strada tra il pensatoio di Stoker e il rifugio del vampiro, saturo di oggetti iconici sparsi in ogni dove. Quasi illeggibile la riflessione sull’urbanistica – con un paragone tra romanzo e realtà – che vede racchiusi nell’immagine simbolica di Dracula quegli stravolgimenti, non pianificati, che portano alla distruzione e ricostruzione di ampie parti dell’abitato in funzione di nuovi ordinamenti sociali.
Fortuna che una cassa in legno, l’ultima prima dell’uscita, racchiude un piccolo tesoro rappresentato da circa una ventina di disegni inediti di Guido Crepax che riuniscono due filoni narrativi cari all’autore: le versione a fumetti dei grandi classici che amava – sempre estremamente rigorose e fedeli al testo originale – e il personaggio di Valentina.
Pare che un pipistrello si sia palesato nelle sale della Triennale la sera precedente l’inaugurazione della mostra, così come decenni fa fece sulla tomba di Bela Lugosi – attore che ha raggiunto l’immortalità con la sua mitica interpretazione del conte in frac – il giorno dei funerali. Chissà se il conte ha apprezzato più di noi.

Silvana Costa

La mostra continua:
Triennale di Milano
viale Alemagna, 6 – Milano
orari: martedì – domenica 10.30 – 20.30
giovedì 10.30 – 23.00 lunedì chiuso
la biglietteria chiude un’ora prima
www.triennale.it

Dracula e il mito dei vampiri
fino a domenica 24 marzo 2013
a cura di: Margot Rauch – La realtà dietro il mito; Gianni Canova con la collaborazione di Silvia Borsari – per Morire di luce: il cinema e i vampiri; Giulia Mafai – Il costume e la donna vampiro; Italo Rota – Come scegliere una nuova dimora
produzione e organizzazione: Alef – cultural project management
in partnership con: La Triennale di Milano
in collaborazione con: Kunsthistorisches Museum di Vienna
partner della mostra: Avis, Associazione Volontari Italiani Sangue
allestimento a cura di: Giò Forma
www.draculamilano.com

Catalogo
Dracula e il mito dei vampiri
a cura di: Rauch M., Canova G., Mafai G.
20 x 25 cm, 192 pagine, 100 colori e 20 b/n, cartonato
Skira, 2012

Didascalie
Anonimo tedesco, Vlad Dracula
seconda metà del XVI secolo, Olio su tela
Vienna, Kunsthistorisches Museum
Armatura di Dracula del film Bram Stoker’s Dracula di Francis Ford Coppola,
disegnata da Ishioka Eiko
BRAM STOKER’S DRACULA © 1992 Columbia Pictures
Industries, Inc. All Rights Reserved
Guido Crepax, Valentina incontra Dracula, 1987(?)
disegno inediti – china su carta
Archivio Crepax, Milano