Fluxus, arte per tutti

Museo del Novecento di Milano attinge alla ricca collezione di opere e documenti della Fondazione Bonotto per celebrare il contributo delle case editrici italiane alla divulgazione del movimento artistico Fluxus.

Al termine della Seconda Guerra Mondiale un giovane George Maciunas lascia la natia Lituania per trasferirsi negli Stati Uniti a studiare architettura. Successivamente, negli anni Cinquanta, mette a frutto le competenze acquisite cimentandosi a Lower Manhattan con la ristrutturazione di edifici industriali dismessi. Da quelle fabbriche, rilevate da aziende in via di chiusura, Maciunas ricava spazi di lavoro per giovani bohémien e gallerie d’arte, dando il via alla trasformazione di Soho in quello che negli anni Sessanta e Settanta è considerato il centro nevralgico della ricerca e della sperimentazione artistica newyorkese.
Maciunas entra così in contatto con numerosi artisti e ha modo di osservarli combinare i propri talenti e le diverse discipline in occasione di eventi pubblici, alcuni volti a promuoverne le proteste di natura sociale e politica. Conquistato, in breve tempo si fa promotore anche in Europa, dove nel frattempo si trasferisce, di simili performance, coniando il termine Fluxus per descrivere il flusso di idee ed esperienze volte a disgregare le barriere tra i vari ambiti artistici e, più in generale, tra la vita reale e l’arte. Nel settembre 1962 organizza a Wiesbaden il primo festival del Movimento, FLuXuS Internationale FesTsPiELe NEUEsTER MUSiK. Museo del Novecento di Milano, in collaborazione con la Fondazione Bonotto, celebra il sessantesimo anniversario dell’evento aprendo al pubblico, negli spazi degli archivi al quarto piano del Palazzo dell’Arengario affacciato su piazza Duomo, la mostra Fluxus, arte per tutti. Edizioni italiane dalla collezione Luigi Bonotto visitabile sino al 16 aprile.
Patrizio Peterlini e Martina Corgnati, i curatori della mostra, hanno attinto alla ricca collezione composta nei decenni dall’industriale tessile vicentino Luigi Bonotto che, a partire dagli anni Settanta, ospita nella sua casa di Molvena gli esponenti Fluxus. La collezione, tra acquisizioni e donazioni, oggi vanta oltre quindicimila documenti, suddivisi tra opere d’arte, cataloghi di mostre e pubblicazioni varie: un numero esorbitante che impone la necessità nell’esplorazione di concentrarsi su temi specifici così, dopo i libri d’artista protagonisti dell’esposizione Fluxbooks e la musica al centro di Sense Sound Sound Sense, è ora la volta di ricordare il contributo dell’editoria italiana alla promozione di Fluxus.
Appesi alle pareti o disposti sotto le teche negli archivi del museo milanese fanno bella mostra di sé opere, poster, cataloghi e volumi patinati piuttosto che fascicoletti stampati a basso costo che, forse più dei precedenti, possono aiutare a divulgare capillarmente i principi fondanti del Movimento. Fluxus arte per tutti ricorda il titolo della mostra e, infatti, tra i pezzi salienti dell’esposizione sono da annoverare i FluxKit preparati e venduti per corrispondenza da Fluxus Editions, la casa editrice fondata dallo stesso Manciunas nel 1962 e attiva sino alla sua morte nel 1978. I kit, proposti al pubblico tramite le newsletter e la rivista del Movimento, consistono in svariate serie di scatolette di plastica, non numerate né firmate, riempite direttamente dagli artisti di Fluxus con materiali poveri e d’uso quotidiano. I FluxKit sono da intendersi quale alternativa culturale e commerciale al pezzo unico di cui si vuole mettere in discussione l’aura e il valore di mercato. Citiamo, tra i pezzi in mostra, il FluxKit per furto (1971) di Maciunas consistente in una scatola con sette chiavi, La grande corsa (1970) di Jock Reynolds composta di due gusci di lumaca e una linea nera, Istruzione N. 2 (Per favore lavarsi la faccia) (1969) di Ben Patterson contenente un pezzo di sapone e un biglietto che invita a lavarsi il viso o, ancora, Kigele guarnito (1966) di Ken Friedman con un bottone decorato. Una siffatta operazione contribuisce a inscrivere Fluxus nel novero dei movimenti neo-dadaisti, riproponendo la scelta di Duchamp di esporre quali opere d’arte oggetti di uso quotidiano decontestualizzandoli. Il concetto di anti-arte è ripreso anche da Nam June Paik con Playground child – Baseball (1989), una sorta di robot realizzato assemblando tra loro in modo grossolano vecchi modelli di televisori in cui sono inseriti monitor che proiettano video a colori a dare all’insieme una parvenza di vita.
Altre opere, sempre esposte in occasione della mostra al Museo de Novecento, per esempio hanno invece alla base francobolli come la serigrafia Yam Flug / 5 Post 5 (1963, 1984) di Robert Watts o una pagnotta come Pane di Praga (1994) di Wolf Vostell.
Al di là di queste – e di tante altre – opere d’arte le reali protagoniste dell’esposizione sono le case editrici con le loro pubblicazioni.
Il percorso di visita, per certi versi, inizia dalla fine, dal racconto della travagliata gestazione di Fluxpack 3 del 1975: è la terza e ultima antologia del Movimento, curata in tutti i suoi dettagli da George Maciunas, pubblicata in Italia da Flash Art e distribuita a Multhipla Edizioni. L’antologia si compone di un tubo in cartone contenente i contributi di alcuni artisti del gruppo – George Brecht, Geoffrey Hendricks, Ben Vautier e Robert Watts, oltre allo stesso Maciunas – di cui oggi non restano altro che le riproduzioni fotografiche esposte in mostra.
Procedendo oltre si trovano esempi delle grandi serigrafie su tela delle Edizioni Coz quali Omaggio all’Africa (1989) di Dick Higgins, il progetto per un Nascondiglio del pianista (1985) di Eric Andersen o quello per il divertente Carro musicale per Asolo – Il giocattolo da traino più lungo del mondo (1963, 1985) di Joe Jones cui, per contrasto, sono affiancati alcuni degli oggetti di piccolo formato di ED.912, le prime edizioni italiane direttamente collegate alle Fluxus edizioni americane. Di ED.912  è anche la stampa Gli USA battono tutti i record nazisti di genocidio! (1967) riportante la traduzione in italiano di un testo indignato di Maciunas dinnanzi all’indifferenza globale verso il governo statunitense che perpetra indisturbato gli stessi crimini di genocidio e distruzione dei nazisti, sia in patria sia in Vietnam: è questa solo una delle testimonianze dell’impegno politico dei membri di Fluxus.
I curatori raccontano quindi dell’artista Maurizio Nannucci che nel 1968 fonda sia Exempla Edizioni d’Arte sia Zona Archive Edizioni; di Beppe Morra che a Napoli nel 1974 dà vita alle Edizioni Morra strettamente connesse all’attività espositiva della sua galleria d’arte, lavorando spesso in collaborazione con Pari&Dispari di Rosanna Chiesi; di Gino Di Maggio che nel 1971 a Milano crea Multhipla, uno spazio per mostre e performance in grado all’occorrenza di trasformarsi in ristorante, e delle Edizioni Lucrezia De Domizio il cui nome è mutuato dalla loro fondatrice, amica dell’artista tedesco Joseph Beuys che coinvolge in una serie di eventi legati all’Operazione Difesa della Natura (1972/85) e alla Piantagione Paradise in quel di Bolognano.
Nel corso della visita a Fluxus, arte per tutti è interessante soffermarsi sulla storia di ogni singolo autore e dei rapporti intessuti tanto con gli artisti di Fluxus quanto con i colleghi, pervasi dal vivace desiderio di sperimentazione che infervora l’America e l’Europa tra gli anni Sessanta e Ottanta. Se delle performance la mostra offre davvero poche testimonianze è altrettanto vero che sono molti gli esempi di contaminazione tra le diverse discipline creative, tra scultura, musica e pittura senza tralasciare l’autentica protagonista di una mostra dedicata all’editoria: la grafica. In un simile contesto, emulando Magritte, anche la parola si fa arte come dimostra efficacemente Ben Vautier: vedere per credere.

Silvana Costa

La mostra continua a:
Museo del Novecento – Archivi
piazza Duomo 8 – Milano
fino a domenica 16 aprile 2023
orari: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica 10.00-19.30
giovedì 10.00-22.30
lunedì chiuso
ultimo ingresso un’ora prima della chiusura
ingresso compreso nel biglietto di accesso al Museo
www.museodelnovecento.org

Fluxus, arte per tutti
Edizioni italiane dalla collezione Luigi Bonotto
a cura di Patrizio Peterlini e Martina Corgnati
in collaborazione con Fondazione Bonotto