Fuggi la terra e le onde

Lino Guanciale naviga tra le pagine di libri di ogni epoca e cultura sulle tracce di guerrieri, principesse e bambini in fuga via mare dalla terra natia. Di eroi loro malgrado che sopravvivono con arguzia alla violenza delle onde e a un destino avverso per raggiungere terre sconosciute dove iniziare una nuova vita. Poemi, leggende e biografie utilizzati quale spunto per riflettere sulla ricchezza di esperienze che recano con sè gli stranieri che giungono dal mare.

L’estate è ormai nella sua fase declinante, le temperature si abbassano mentre Milano torna lentamente a ripopolarsi dopo le ferie. Settembre segna da sempre l’inizio di un nuovo anno lavorativo ma questa volta la ripresa delle routine quotidiane si carica di nuovi significati e vorrebbe essere un definitivo reset a prima dello scoppio della pandemia, per quanto consci che nulla potrà più essere così. I bizzarri protagonisti di Stasera si può entrare fuori 2 hanno ben spiegato come le vite di tutti quanti non siano state messe in pausa durante il lockdown ma abbiano continuato a scorrere, sebbene su binari diversi.
In questa ottica le serate trascorse ai Bagni Misteriosi per assistere agli ultimi spettacoli della Stagione estiva sono occasione per ritrovarsi la sera, dopo il lavoro, a bordo piscina per ascoltare storie emozionanti. Storie che, come nel caso di Fuggi la terra e le onde andato in scena mercoledì 9 settembre, raccontano di quel mare che tanti hanno lasciato da pochi giorni. È un mare raccontato in tutte le sue accezioni, attingendo ai poemi classici, alle leggende popolari e alla rete Internet. È un mare solcato da dei, principi, marinai, creature magiche e temerari che per spirito di avventura o necessità hanno avuto il coraggio di affrontarlo a testimonianza di come da sempre questa immensa distesa d’acqua abbia alimentato la fantasia.
Narratore d’eccezione è Lino Guanciale, cui si deve anche la selezione dei testi proposti. L’attore, nato tra i monti abruzzesi, è noto e amato dal grande pubblico per la partecipazione a fiction e programmi divulgativi di casa Rai come conferma una signora seduta in prima fila, venuta apposta per ammirare dal vivo “quella bella faccia da bravo ragazzo”. Eppure, per quanto innegabilmente bello, la cosa che più colpisce assistendo allo spettacolo è la sua bravura. Forte di un’importante formazione accademica, accompagnata da un innegabile talento, in uno spettacolo come Fuggi la terra e le onde Guanciale mette particolarmente in luce la capacità di coinvolgere il pubblico con quel fare guascone che ricorda molto Gigi Proietti, attore con cui ha avuto modo di lavorare a teatro sin dagli esordi.
Il mare da sempre è metafora di avventura e libertà, fisica e mentale. Fuggi la terra e le onde – un monito di Venere al figlio Enea, riportato nell’Eneide di Virgilio – denuncia sin dal titolo i criteri adottati da Lino Guanciale nella scelta dei testi da proporre nel corso dello spettacolo. I trascorsi da studente della Facoltà di lettere e filosofia lo hanno guidato nell’ardita navigazione che dalla fuga di Enea da Ilio in fiamme lo porta attraverso i secoli, gli autori e i miti, i poemi immortali, le storie popolari e le canzoni, fino ai giorni nostri. In un clima di crescente xenofobia – alimentata più che dal basso proprio da alcuni di quegli uomini e donne scelti dal popolo italiano per guidare il Paese con la loro saggezza – Guanciale ricorda come la nascita di Roma e del suo sterminato impero sia da attribuire a uno straniero, un profugo approdato sulle coste laziali stremato da un lungo viaggio per mare. Enea, figlio di una dea dell’Olimpo, valente guerriero, nipote di Priamo re di Troia, scappa dalla città in fiamme senza portare null’altro con sé che gli affetti superstiti. Egli vaga per il Mediterraneo tra mille pericoli, perdendo amici cari – come il giovane Palinuro inghiottito dalle onde – alla ricerca di un porto sicuro che lo accolga, di una terra dove ricostruirsi una vita.
Millenni dopo, sempre dalle coste dell’Asia Minore parte anche il viaggio per mare di Alì Ehsani, un orfano undicenne che intraprende la traversata per raggiungere la Grecia e, da lì, l’Italia alla ricerca di un futuro migliore. Tre anni prima i suoi genitori sono morti sotto uno dei bombardamenti che all’inizio degli anni Novanta distruggono ampie porzioni di Kabul e Mohammed, il fratello maggiore, ha deciso di abbandonare quella terra che non ha nulla da offrire loro per raggiungere l’Europa attraversando il Pakistan e l’Iran. È, come per Enea, un viaggio duro, irto di pericoli e dolori, verso una terra libera, dove godere dei diritti civili, dove riconquistare dignità di essere umano e poter studiare per un futuro migliore. È un viaggio raccontato da Alì in Stanotte guardiamo le stelle, un libro a tratti straziante ma con momenti di assoluto lirismo. Un libro che vi invitiamo a leggere e che forse dovrebbe essere reso obbligatorio a scuola, come l’Eneide, per insegnare ai ragazzi – sebbene la causa del problema risieda negli adulti – chi sia un profugo, quali ragioni lo obblighino a lasciare la terra natia e quale fardello di dolore rechi con sé. Per mostrare inoltre quale fortuna abbiamo nell’essere nati in un Paese libero.
Strofe di Come è profondo il mare di Lucio Dalla si rincorrono nel corso dello spettacolo ripercorrendo eventi del recente passato dal punto di vista dei deboli, delle vittime. Un excursus composto negli anni Settanta che si conclude con quella che sembra una premonizione che Dalla ha dell’evoluzione dei problemi sociali, con i pesci spettatori del dramma che si consuma nella acque del Mediterraneo, molto più partecipi di tanti politici attuali.
Frattanto i pesci / dai quali discendiamo tutti / assistettero curiosi / al dramma collettivo / di questo mondo / che a loro indubbiamente / doveva sembrar cattivo / e cominciarono a pensare / nel loro grande mare / com’è profondo il mare. / Nel loro grande mare. / Com’è profondo il mare”.
Fuggi la terra e le onde è una sequenza di brani inanellati con maestria e simpatia da Lino Guanciale che li declama con naturalezza, giocando con le parole desuete e facendosi grave nei passaggi più angoscianti. In una contemporaneità dove la maggioranza crede che urlare sia il mezzo migliore per comunicare il proprio pensiero, Guanciale offre invece un raffinato esempio di capacità performativa che, facendo leva su gentilezza e rispetto, arriva a toccare nel profondo le coscienze degli spettatori.

Silvana Costa

Lo spettacolo è andato in scena:
Bagni Misteriosi
via Pier Lombardo, 14 – Milano

mercoledì 9 settembre 2020
www.teatrofrancoparenti.it

Fuggi la terra e le onde
con Lino Guanciale