Alla Fondazione Ferrero di Alba sono in mostra capolavori provenienti da tutto il mondo.
Preceduta da un’ampia dettagliata comunicazione, che ha giustamente sottolineato gli importanti prestiti internazionali, pubblici e privati, con molte opere mai viste prima in Italia, nella grande sede della Fondazione Ferrero di Alba si è aperta la mostra FuturBalla.
Uno straordinario omaggio a Giacomo Balla (Torino,1871- Roma,1958) dopo che, in anni recenti, alcuni tra i maggiori esponenti dell’arte italiana del Novecento – Giorgio Morandi (nel 2010/11), Carlo Carrà (nel 2012/13) e Felice Casorati (nel 2014/15) – sono stati protagonisti in rassegne di grande successo nelle sale espositive della Fondazione.
A cura di Ester Coen, l’esposizione FuturBalla prende l’abbrivio inseguendo tre parole chiave: vita, luce, velocità. Nel proporre il percorso esistenziale da Torino a Roma (dove il giovane pittore giunge nel 1895) la mostra parte dall’apprendistato torinese dell’artista per motivare il realismo sociale e la tecnica divisionista, continuando con le compenetrazioni iridescenti e gli studi sulla percezione della luce, fino a giungere al grande momento dell’analisi del movimento e al Futurismo.
Per Giacomo Balla, ben consapevole delle tensioni nell’arte europea del proprio tempo, il nascente Movimento Futurista appare subito con la consistenza e l’internazionalità di una visione avanguardistica che diverrà storia dell’arte.
“Boccioni e Severini – aggiunge la curatrice – sono stati allievi di Balla nei primi anni romani; quindi non è un caso che Boccioni e Severini, che sono stati coloro che, Boccioni in particolare, hanno scritto il manifesto della pittura futurista, poi abbiano invitato Balla a firmare il manifesto. Quindi direi che lo individuavano comunque come un maestro, come un iniziatore senza dubbio“.
Interpretando le teorie di Filippo Tommaso Marinetti, i Futuristi intendono operare una rivoluzione ideologica e artistica. Il Movimento è un inno alla modernità in una visione progressista del nuovo secolo: il mito della velocità e del dinamismo apre la strada ad un nuovo concetto di arte, non più come semplice rappresentazione, ma come azione concreta sul mondo. Balla aderisce senza indugi.
Nato nel 1871 a Torino, Giacomo Balla vive i primi suoi anni nel poverissimo Borgo del Rubatto, sull’attuale corso Moncalieri, dove può fissare lo sguardo sulle classi meno abbienti della società. Di questa iniziale fase della sua pittura si ammira, lungo il percorso della Fondazione albese, il cosiddetto Polittico dei viventi, un ciclo di quattro tele (inizialmente dovevano essere quindici) realizzate tra il 1902 e il 1905: Il mendicante, L’ortolano, I malati e La pazza. La serie, conservata a Roma tra la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e l’Accademia di San Luca, è stata eccezionalmente ricomposta per questa mostra nella sua interezza. Nella splendida esecuzione tecnica, Balla guarda al Divisionismo piemontese, che diverrà uno dei motivi d’ispirazione anche per Boccioni, Sironi e Severini nella grande stagione del Futurismo.
E’ una parte della rassegna, questa dedicata agli esordi, di un’evidenza dominante nella carriera di Balla, con la dolente realtà tra degrado, povertà, alienazione, che rivivono drammaticamente nei tagli prospettici inusuali, nei contrasti marcati tra chiari e scuri, nella pennellata variegata dalle luminosità improvvise. Va assolutamente citata una mostra parallela dal titolo ProtoBalla, visitabile alla GAM di Torino fino al 27 febbraio 2017, a ideale complemento del realismo dei primi dipinti.
Seguono le molte opere astratte come le Compenetrazioni iridescenti a tasselli cromatici ben definiti in incastri di differenti colori: indicano uno studio costante sulla fisica della luce, nonché sui segni matematici quali la diagonale, la spirale, la verticale, che diventano così i parametri primari della sua astrazione. Gli anni fondamentali degli approfondimenti dei fenomeni fisici, in sintesi con la creatività dell’artista, portano successivamente alla ricomposizione di una realtà fatta di dinamismi con le Linee di velocità.
Dal 1912 in poi, Balla lascia il gioco cromatico dell’astratto per una ricerca molto personale sulla velocità nell’ambito del Futurismo e sulla “quarta dimensione”. Sono intuizioni artistiche che superano il visibile per catturare il fascino dell’invisibile.
Qui i capolavori in mostra si susseguono senza sosta, con i prestiti prestigiosi di cui abbiamo parlato. Sono esposti lavori “futuristi” come Velocità astratta – L’auto è passata, in prestito dalla Tate Modern di Londra, Velocità astratta + rumore, splendido, proveniente dalla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia e Automobile in corsa, dal Museo d’Israele di Gerusalemme.
Ovviamente non mancano famosissimi dipinti come Dinamismo di un cane al guinzaglio, protagonista nel 1949 della grande mostra Twentieth-Century Italian Art al MoMa di New York e appartenente alla Albright-Knox Art Gallery di Buffalo; Le mani del violinista, dalla Estorick Collection of Modern Italian Art di Londra. E, soprattutto, Ragazza che corre sul balcone, in prestito dal Museo del Novecento di Milano e, ancora, Volo di rondini dal MoMa di New York.
Fabrizia Buzio Negri
La mostra continua:
Fondazione Ferrero
strada di Mezzo, 44 – Alba (Cuneo)
fino al 27 febbraio 2017
orari lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì ore 15 – 19; sabato, domenica e festivi ore 10 – 19
martedì chiuso
giorni di chiusura: 24, 25, 31 dicembre 2016, 1° gennaio 2017
ingresso gratuito
www.fondazioneferrero.itFuturBalla
a cura di Ester Coen
enti promotori Fondazione Ferrero; Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio del Piemonte; GAM di Torino
Catalogo:
FuturBalla
a cura di Ester Coen
Skira, 2016
28 x 24 cm; 232 pagine; cartonato
www.skira.net