Marco Introini e Francesco Radino, due importanti firme della fotografia contemporanea, raccontano la realtà di sette scali ferroviari milanesi prima che prenda il via il grande processo di riqualificazione urbana.
Dal 2005 Milano si interroga formalmente sul destino delle aree ferroviarie dismesse, vedendovi un’irripetibile opportunità di ridisegno della città, sfruttando spazi vuoti e in parte degradati. Nel dicembre 2016 FS Sistemi Urbani – Gruppo FS Italiane e Comune di Milano con il patrocinio di Regione Lombardia hanno organizzato Dagli scali, la nuova città, un workshop dedicato alla trasformazione di sette scali ferroviari: Farini, Porta Genova, Porta Romana, Lambrate, Greco, Rogoredo e San Cristoforo. Nel corso di un lungo weekend la popolazione è stata invitata a esporre le proprie idee d’intervento a cinque architetti di fama internazionale che le hanno convogliate in proposte progettuali. Durante il Salone del Mobile dello scorso anno quegli stessi professionisti – Benedetta Tagliabue (Embt), Ma Yansong (Mad Architects), Francine Houben (Mecanoo), Cino Zucchi (CZA) e Stefano Boeri (Stefano Boeri Architetti) – hanno esposto gli elaborati in una mostra e si sono prestati al dibattito con il pubblico.
La mostra seguì di pochi giorni l’approvazione da parte del Comune di Milano dell’Ipotesi di Accordo di programma per la trasformazione urbanistica delle aree di FS Sistemi Urbani che, sommate, coprono una superficie di circa 1.250.000 mq. L’iniziativa, pur con gli immaginabili tempi lunghi italiani, aprirebbe una nuova stagione di rinnovamento urbano all’insegna della collaborazione tra impresa e Governo. L’operazione garantirebbe alla città sette nuovi parchi, aree residenziali di cui una parte destinata a studenti, il risanamento delle fratture oggi esistenti tra centro e periferia oltre a un nuovo sistema infrastrutturale – già denominato Circle line – su cui si andrebbero a collocare le testate di una rete che si irradierebbe in tutta l’area metropolitana.
Piccoli e – a maggior ragione – grandi azioni di trasformazione sono generalmente precedute da un’attenta documentazione dello stato di fatto per fissare a futura memoria l’immaginario dei luoghi. Manuel Vázquez Montalbán per esempio ha descritto in Barcelones (1987) l’aspetto e l’atmosfera di Barcellona prima dei grandi interventi pianificati per le Olimpiadi del 1992: è un testo che, al di là della grande qualità dei progetti che hanno eliminato il degrado di tante parti della città, riempie il cuore di struggente nostalgia per quanto lasciato alle spalle.
Fondazione Aem, proseguendo la tradizione di affidare all’obiettivo di celebri nomi della fotografia il compito di rilevare le grandi infrastrutture, ha commissionato a Marco Introini e Francesco Radino il reportage alla base della mostra Gli scali ferroviari di Milano. Oggi, prima di domani. L’Ente ha questa volta spostato l’attenzione dagli impianti per la produzione e la distribuzione dell’energia presenti sul territorio nazionale alle aree ferroviarie dismesse site nel cuore del capoluogo lombardo.
Alla Casa dell’Energia e dell’Ambiente, sulla balconata affacciata sull’area didattica, si fronteggiano gli scatti dei due fotografi. Da un lato Francesco Radino con le immagini a colori realizzate all’interno delle aree di FS, generalmente precluse ai non addetti ai lavori. L’autore rivela spazi tutt’altro che vuoti, pieni di fascino e memoria della produzione: materiali impilati con cura, strutture abbandonate al degrado affiancate da eleganti edifici con pilastrini in ghisa. I binari attraversano il paesaggio e accompagnano lo sguardo sino all’orizzonte mentre tutt’intorno la vegetazione spontanea è libera d’esplodere con i suoi colori sgargianti. Si ha quasi l’impressione di trovarsi in un’oasi tranquilla dove il tempo scorra molto più lentamente che nella città sullo sfondo.
Lo sfondo diviene protagonista del secondo reportage presente in mostra. Sul lato opposto della balconata sono infatti esposte le fotografie in bianco e nero scattate da Marco Introini ai bordi degli scali che, distribuiti nell’intera aera urbana, gli consentono di svelare le tante facce di Milano. La città si rivela un organismo che in questi ultimi decenni ha compiuto innumerevoli operazioni di recupero di aree produttive dismesse per adattarsi al mutamento delle condizioni economiche, produttive, infrastrutturali e sociali. Introini descrive lo Scalo di Greco tangente all’area Pirelli Bicocca che, a partire dagli anni Ottanta, ha saputo trasformarsi da polo industriale a polo culturale, dando vita a università, centri ricerca e a un nuovo teatro dell’opera. Racconta la porzione del quartiere di Porta Genova compresa tra via Tortona e via Bergognone, dove la creatività trova spazio nei laboratori di artisti, designer e stilisti, mentre a Porta Romana il processo di riqualificazione ha fatto importanti balzi in avanti grazie all’intervento della Fondazione Prada. A San Cristoforo, sulle sponde del Naviglio, mostra come si sia preferito lasciar campo alla funzione residenziale mentre allo Scalo Farini prevalgono gli edifici per uffici, gallerie d’arte e locali di tendenza. Una passeggiata virtuale attraverso la città deserta per osservare come le preesistenze industriali si combinino con le architetture contemporanee.
Al di là della scelta artistica di immortalare luoghi senza la presenza di persone, dai due reportage si percepisce tuttavia che in questi settori urbani più ci si avvicina al muro di cinta degli scali ferroviari più velocemente si spegne l’intensità della città. Si coglie palesemente come gli scali ferroviari abbiano un disegno autonomo, standardizzato, legato alle necessità tecniche dell’infrastruttura ospitata; come si configurino quali comparti dalla territorialità vaga, completamente avulsi dalla realtà milanese e da questa nettamente separati da alti recinti. Sarà dunque estremamente interessante vedere come i progettisti che vorranno accettare la sfida sapranno calarsi nei panni di sapienti sartine e ricucire tessuti urbani e sociali.
Silvana Costa
La mostra continua:
Casa dell’Energia e dell’Ambiente
piazza Po, 3 – Milano
fino a venerdì 28 dicembre 2018
orario: lunedì – giovedì 9.00 – 17.30, venerdì 9.00 – 14.00
chiuso dal 4 al 19 agosto 2018
ingresso gratuito
www.fondazioneaem.itGli scali ferroviari di Milano
Oggi, prima di domani
fotografie di Marco Introini e Francesco Radino
a cura di Marco Introini, Francesco Radino e Fabrizio Trisoglio
ideata e organizzata da Fondazione Aem – Gruppo A2AL’esposizione è inserita nei palinsesti di
Photofestival e Novecento ItalianoCatalogo:
Gli scali ferroviari di Milano
Oggi, prima di domani
testi di Marco Introini, Francesco Radino e Fabrizio Trisoglio
Galli Thierry stampa, Milano, 2018