Hokusai, Hiroshige, Utamaro

utamaro1La disarmante bellezza di oltre duecento stampe policrome giapponesi racconta la magia di terre e culture lontane.

In occasione del centocinquantesimo anniversario della sottoscrizione del primo Trattato di Amicizia e Commercio tra Giappone e Italia (25 agosto 1856), la città di Milano spalanca le porte di Palazzo Reale alla cultura figurativa giapponese. Protagonisti dell’evento sono Hokusai, Hiroshige, Utamaro, i tre massimi autori di ukiyoe, le immagini del Mondo Fluttuante, xilografie realizzate in Giappone durante il periodo Edo (1603-1868). Le stampe riproducono vedute di paesaggi o elementi di flora e fauna, luoghi da frequentare in città, celebri attori teatrali o cortigiane vestite e acconciate secondo i dettami dell’ultima moda, offrendo uno straordinario spaccato della vita sociale della borghesia di Edo (l’odierna Tokyo), molto più vivace di quella di Kyoto (la capitale imperiale) o di altre città giapponesi. Gli ukiyoe esposti a Milano costituiscono tuttavia solo una faccia dell’arte giapponese – forse quella più popolare – poiché, in quello stesso periodo, sono realizzate anche le eleganti pitture monocromatiche, con inchiostro nero, che rappresentano il volto della nobile classe samurai.
All’inizio del XVII secolo, lo Shogun Tokugawa, una volta insediatosi al potere, elegge come propria capitale Edo, all’epoca un villaggio di pescatori, trasformandola in meno di cent’anni nella città più grande e popolosa di tutto l’impero. Governato dalla dinastia Tokugawa, il Giappone gode, per oltre due secoli e mezzo, di pace e prosperità, assistendo così alla nascita di una classe borghese e allo sviluppo delle arti. Rossella Menegazzo, curatrice della mostra, all’interno della ricca produzione artistica di epoca Edo, sceglie di concentrarsi esclusivamente sulle xilografie, sottolineando il valore rivoluzionario di questa tecnica di stampa che consente la diffusione di massa delle immagini. Il genere ukiyoe contempla infatti anche pitture su rotoli e paraventi ma questi sono prodotti di fascia alta, destinati ad abbellire residenze di rappresentanza. Sono, tra l’altro, proprio le stampe policrome, giunte a Parigi per caso, come carta riciclata per imballare le ben più preziose porcellane, a far scoprire agli europei le meraviglie del Mondo Fluttuante. Sono curiosità esotiche che, con i loro paesaggi incantati e le tinte tenui, conquistano subito collezionisti e pittori del calibro di Monet, fanno impazzire il mercato ed obbligano il Giappone a elevare gli ukiyoe da semplice carta stampata al rango di opera d’arte.
Come nel XV secolo Gutenberg, con l’invenzione della stampa a caratteri mobili, favorisce il diffondersi della cultura in Europa così la produzione del Mondo Fluttuante infonde tra le classi borghesi il piacere di possedere riproduzioni artistiche a buon mercato, di collezionare vedute che, alla guisa delle moderne cartoline, vengono tenute tra le mani per coglierne i dettagli e, successivamente, appese a pareti e paraventi come decorazioni. Gli ukiyoe hanno il merito di diffondere capillarmente canoni estetici e geografici che fanno percepire al popolo giapponese il senso della Nazione: la mostra, con il semplice accostamento di opere di artisti differenti, esplica come esistano rigide e immutabili modalità di rappresentazione dei singoli soggetti che tutti gli autori rispettano. I Maestri Katsushika Hokusai e Utagawa Hiroshige, così come altri vedutisti minori le cui opere non sono giunte a Milano, hanno realizzato immagini per decine di serie xilografiche in cui le tematiche tendono a ripetersi esteticamente uguali a sé stesse, sia sulle stampe, sia sui tessuti, sia sulle ceramiche: in fondo, il mito di Ulisse esploratore dell’ignoto appartiene alle civiltà affacciate sul Mediterraneo. Facendo leva su questo aspetto, Rossella Menegazzo, in più punti del percorso, affianca stampe di soggetti analoghi firmate da Hokusai e Hiroshige e, quasi rispolverando la vecchia rivalità tra i due – incentivata da un mercato dell’arte dalle logiche non così distanti da quelle odierne – incita il pubblico, una volta ancora dopo centinaia di anni, a eleggere il preferito.
L’acqua è l’elemento che lega tra loro le oltre duecento stampe provenienti dall’ Honolulu Museum of Art. Tra queste compaiono serie celebri quali le Trentasei vedute del Monte Fuji (1830-1832 circa) di Hokusai che illustrano la vita quotidiana delle persone che vivono ai piedi del celebre vulcano dalla cima innevata per gran parte dell’anno: le navi nel porto, i latifondi, i negozi, i depositi di legname, i santuari e i luoghi di piacere, i contadini nei campi, i viandanti e i militari, la vita frenetica e le meraviglie della natura che si incontrano man mano che si sale in quota. Le Cinquantatré stazioni di posta del Tōkaidō (1848-1849 circa) di Hiroshige descrivono i centri sorti lungo la via che da Edo conduce a Kyoto, luoghi di commercio ma anche di raccoglimento in meditazione e preghiera. Sono di Hokusai anche le Cento poesie per cento poeti in racconti illustrati della balia (1835-1836 circa), una serie in cui le soavi tinte delle storie stampate e le poetiche descrizioni si esaltano vicendevolmente, toccando la mente e il cuore dei visitatori, e le Vedute insolite di famosi ponti giapponesi di tutte le province (1833-1834 circa), una sorprendente rassegna di elementi costruiti che caratterizzano e rendono peculiare il panorama con forme a volte ardite come quelle de I ponti a tamburo presso il santuario di Tenjin a Kameido o Il ponte sospeso alle nuvole sul monte Gyōdō ad Ashikaga.
Se Hokusai e Hiroshige descrivono il contesto territoriale, sociale e naturalistico, con Utamaro si scende di scala, entrando nel dettaglio per conoscere gli abitanti di Edo a cavallo tra XVIII e XIX secolo. Utamaro è il più celebre autore del genere bijinga, la pittura di beltà femminile: un’intera sezione della mostra è dedicata ai ritratti di donne dal lungo volto ovale, truccate meticolosamente, acconciate secondo gli ultimi dettami della moda e vestite di tessuti dalle raffinate decorazioni. Attraversando trasversalmente buona parte delle classi sociali per mostrare le diverse accezioni dell’essere donna nell’Impero del Sol Levante nella seconda metà del XVIII secolo, Kitagawa Utamaro alterna ai ritratti delle affascinanti cortigiane incontrate nelle case da tè di Yoshiwara – il quartiere di piacere frequentato con l’amico/editore Tsutaya –  scene domestiche con donne comuni, mogli e madri con bambini che, come nei dipinti del Rinascimento europeo, sono rappresentati alla guisa di adulti in miniatura.
L’ultima parte della mostra è dedicata ai Manga di Hokusai: preziosi manuali con cui l’artista – ormai celebre in tutta la nazione – spiega ai principianti, sia con eleganti disegni ad inchiostro sia con una fitta serie di appunti e suggerimenti, come disegnare persone ed animali esotici.
Il raffinato allestimento firmato da Corrado Anselmi, coadiuvato da Barbara Balestreri per la componente illuminotecnica e Bruno Stucchi per la grafica, sin dalle sale introduttive aiuta i visitatori a spogliarsi dei paramenti occidentali e immergersi nella magia dell’estremo oriente. Le opere, fatte fluttuare in coni di luce, colpiscono per la loro disarmante bellezza e, soprattutto, per la capacità di raccontare una civiltà figurativa che, se inizialmente ha stregato gli Impressionisti, poi ha saputo evolversi ponendo le basi di molti dei linguaggi contemporanei, sia sotto il profilo dei contenuti sia stilistico: uso di tinte piatte e del colore puro, rappresentazione su piani sovrapposti e completo abbandono della prospettiva.

Silvana Costa

utamaro2 Hokusai 1

La mostra continua a:
Palazzo Reale
piazza Duomo, 12 – Milano

fino a domenica  29 gennaio 2016
orari: martedì, mercoledì, venerdì, sabato, domenica 9.30 – 19.30
giovedì 9.30 – 22.30
lunedì chiuso
la biglietteria chiude un’ora prima
www.palazzorealemilano.it
 
Hokusai, Hiroshige, Utamaro
a cura di Rossella Menegazzo

prodotta e organizzata da Comune di Milano, Palazzo Reale, MondoMostre Skira
in collaborazione con Honolulu Museum of Art
progetto espositivo Corrado Anselmi
progetto di illuminazione Studio Balestreri Lighting Design – Barbara Balestreri
grafica Dinamomilano – Bruno Stucchi
www.hokusaimilano.it

Catalogo:
Hokusai, Hiroshige, Utamaro

a cura di Rossella Menegazzo
Skira, 2016
28 x 24 cm; 288 pagine; 270 illustrazioni a colori; 214 illustrazioni in b/n; cartonato
prezzo 45,00 Euro
www.skira.net