I tarocchi dei Bembo

Secondo appuntamento alla Pinacoteca di Brera con i tarocchi del XV secolo. In questa occasione vengono esposti due mazzi realizzati dai fratelli cremonesi Bonifacio e Ambrogio Bembo circondati da una selezione di opere volte a delineare, alla luce delle più recenti riflessioni critiche, le scelte espressive di una bottega famosa in tutta la pianura padana.La predisposizione dell’allestimento per la presentazione al pubblico dei tarocchi Sola Busca, di recente acquistato dalla Pinacoteca di Brera, è divenuta l’occasione per esporre nuovamente le 48 carte del mazzo Brambilla, dal nome della famiglia milanese che l’ha posseduto nel corso dell’Ottocento e di buona parte del Novecento. Realizzate dalla bottega cremonese di Bonifacio Bembo tra il 1442 e il 1444 per il duca di Milano Filippo Maria Visconti, di proprietà braidense dal 1971, queste carte non possono essere esposte con continuità per ragioni conservative, legate alla fragilità del materiale costitutivo (cartoncino pressato, rivestito di un sottile strato di gesso, con foglia d’oro o d’argento e coloritura a tempera): risale al 1999 l’ultima volta che è stato possibile ammirarle. Più esiguo il gruppo di carte giunte in prestito dall’AccademiaCarrara di Bergamo, eseguite tra il 1455 ed il 1460, sempre da Bonifacio Bembo, questa volta, insieme al fratello Ambrogio e destinate al nobile bergamasco Alessandro Colleoni. È davvero interessante osservare i due mazzi in sequenza, cogliendone affinità ma, soprattutto, differenze imputabili alla committenza – è utile, per esempio, confrontare il seme di denari: nel mazzo Brambilla è utilizzato il fiorino coniato da Filippo Maria Visconti nel 1442 mentre nei tarocchi Colleoni-Baglioni appare il sole raggiante – o agli influssi artistici giunti dagli Stati confinanti.
Oltre a costituire un prezioso momento di arricchimento culturale, la mostra vuole essere anche un gesto d’amore di Sandrina Bandera e Marco Tanzi verso Cremona, loro città natale che, sotto gli Sforza, acquisisce importanza strategica a livello artistico in parte grazie ai fratelli Bembo.
Il percorso di visita, arricchito dai curatori con tavole, affreschi e tele, ci spalanca le porte su una bottega molto attiva nel XV secolo, a servizio dell’aristocrazia locale e con commesse da tutta la pianura Padana per cui realizza diversi generi di opere: miniature, affreschi, tavolette da soffitto e cassoni nuziali. L’artista di punta è Bonifacio Bembo, pittore prediletto dei duchi di Milano, cui affidano la conduzione delle più importanti fabbriche nei centri del loro potere (Milano, Pavia, Cremona, Vigevano, Caravaggio); il suo principale collaboratore è il fratello Ambrogio ma con loro lavorano altri due fratelli, più giovani: Benedetto e Gerolamo, che si occupano di adempiere alle richieste dei piccoli feudatari. Lo stile delle loro produzioni mischia la tradizione figurativa tardogotica cortese, ancora imperante nelle corti di Milano e Venezia, alle prime brezze rinascimentali che arrivavano dai ducati ferrarese e mantovano, posti più a valle lungo il corso del Po.
La mostra si apre con una doppia coppia di ritratti di Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti, signori del ducato milanese e, quindi, di buona parte del territorio cremonese. Tra le due, sono indubbiamente gli affreschi strappati dalla chiesa di Sant’Agostino in Cremona a godere di molta più attenzione sia perché è questa la prima occasione in cui lasciano la città sia perché, seppur privati nel tempo delle decorazioni preziose di abiti ed acconciature, sono annoverati tra i rarissimi ritratti dei duchi in età giovanile.
Non sono rari i pezzi eccezionali giunti a Brera per questo evento, tra essi citiamo la meravigliosa Madonna dell’Umiltà e angeli musicanti o l’Ascensionedi Cristo di proprietà di un collezionista privato; il Salterio diurno, un libro sacro proveniente da Mirandola – ritenuto il primo lavoro eseguito da Bonifacio – qui accostato alle miniature che caratterizzano ogni singola pagina della Historia di Lancillotto del Lago, un codice prestato dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.

Silvana Costa

leggi la recensione della prima mostra sui tarocchi

La mostra continua:
Pinacoteca di Brera
via Brera, 28 (accesso disabili da via Fiori Oscuri, 2) – Milano
sino a domenica 7 aprile 2013
orario: 8.30-19.15 da martedì a domenica; chiuso lunedì
(la biglietteria chiude alle 18.40)
www.brera.beniculturali.it

Tesori nascosti di Brera: Tarocchi del XV secolo
I tarocchi dei Bembo. Una bottega di pittori dal cuore del Ducato di Milano alle corti padane
“quelle carte de triumphi che se fanno a Cremona”
a cura di Sandrina Bandera e Marco Tanzi

Catalogo:
I tarocchi dei Bembo. Dal cuore del Ducato di Milano alle corti della valle del Po
a cura di Sandrina Bandera e Marco Tanzi
2013, Skira/Pinacoteca di Brera
24×28 cm, 104 pagine, 141 coliri, Brossura
29,00 Euro

Didascalie:
Bonifacio Bembo, Tarocchi Brambilla, Ruota della Fortuna
1442-1444 circa, Miniatura su cartoncino; 17,8×8,9 cm
Milano, Pinacoteca di Brera
Bonifacio Bembo, Tarocchi Colleoni-Baglioni, Re di coppe
1455-1460 circa, miniature su cartoncino; 17,6×8,7 cm
Bergamo, Accademia Carrara