Il barone rampante

Il Piccolo Teatro di Milano ripropone a grande richiesta lo spettacolo tratto da uno dei romanzi-capolavoro di Italo Calvino che nelle scorse due Stagioni ha conquistato grandi e piccini.

Il barone rampante di Italo Calvino esce in libreria nel 1957 quale secondo capitolo della trilogia araldica I nostri antenati e da allora non cessa di appassionare lettori di ogni età. I più piccoli ridono delle gesta di Cosimo Piovasco di Rondò che, all’ennesima pietanza a base di lumache cucinata dalla sorella Battista, sale su un albero per non scendere mai più a terra. Gli adulti non possono invece ignorare i moniti a salvaguardare il territorio espressi in tempi non sospetti, quando non erano ancora uno slogan di moda. Gli animi romantici si struggono per la storia d’amore tra Cosimo e Viola. La lettura poi risulta particolarmente coinvolgente, per il ritmo incalzante con cui Calvino inanella le avventure Cosino, e accattivante per lo stile giocoso e lieve, per quanto ricco di arcaismi e toni solenni quando si sofferma a parlare del severo cerimoniale che regola la vita dei Piovasco di Rondò.
Un testo cui Riccardo Frati attinge a piene mani, riproponendo interi brani del romanzo nell’adattamento de Il barone rampante realizzato per il Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa. Lo spettacolo nel gennaio 2023 inaugura l’anno del centenario della nascita di Italo Calvino (15 ottobre 1923 – 19 settembre 1985) per venire poi riproposto a settembre, a pochi mesi dal debutto, e ora è di nuovo in scena al Piccolo Teatro Grassi di via Rovello fino al 13 ottobre accingendosi, una volta ancora, a registrare il tutto esaurito.
Riccardo Frati in fondo non avrebbe potuto fare diversamente: il fascino immarcescibile della trilogia di Calvino risiede nel perfetto connubio tra la storia e uno stile narrativo originale e ineguagliabile. Ecco allora che Biagio (Leonardo de Colle), con quella sua voce calda e affabile – a molti risulterà famigliare grazie agli audiolibri Audible, Storytel o Goodmood – conduce il pubblico attraverso le mille avventure vissute dal fratello Cosimo (Matteo Cecchi) tra le fronde degli alberi, spostandosi da uno all’altro, dalla natia Ombrosa sino ad arrivare al mare. I dialoghi analogamente si trasferiscono dalle pagine stampate alle bocche degli attori come, per esempio, l’illuminante scambio di battute tra Voltaire e Biagio – per quanto a teatro si svolga in italiano a favore del pubblico – “Ma vostro fratello sta lassù per avvicinarsi al cielo?” “Mio fratello sostiene che chi vuole guardare bene la Terra deve tenersi alla distanza necessaria”. Voltaire riconosce infatti il ruolo di rivoluzionario di Cosimo nell’accompagnare il mondo dalla pomposità dei riti e della moda Luigi XIV alla libertà. Una libertà di stile di vita che condivide con Viola d’Ondariva (Marina Occhionero), la bambina bionda del giardino di fianco, incontrata nel corso delle prime esplorazioni del territorio, e poi, crescendo, divenuta una donna emancipata per quanto l’epoca lo consentisse. Riccardo Frati non manca di sottolineare come anche Italo Calvino, alla pari del protagonista del proprio romanzo, anticipi i venti rivoluzionari del suo tempo: il Sessantotto.
Una rivoluzione mossa dal desiderio di portare benessere e salvaguardare il territorio, che sfrutta le ingegnose opere idrauliche del Cavalier Avvocato Enea Silvio Carrega (Nicola Bortolotti), zio del protagonista, per agevolare il lavoro dei contadini, mettere in sicurezza il bosco e – perché no? – per ingentilire i giardini della nobiltà. Una rivoluzione che sembra scalfire solo superficialmente il barone e la sua consorte dalla rigida educazione militare (Mauro Avogadro e Diana Manea), imprigionati nel proprio ruolo così come negli sfarzosi costumi ideati da Gianluca Sbicca.
Costumi cui fa eco la scenografia minimale e, al contempo, geniale progettata da Guia Buzzi utilizzando pochi mobili a scomparsa a evocare gli ambienti domestici e passerelle sospese tra candidi teli a ricreare il bosco. Passerelle e teli che, di volta in volta, appaiono in scena con diverse configurazioni a rendere l’idea dei continui spostamenti di Cosimo. Una dinamicità della scenografia che si presta ad assecondare una trama avventurosa come solo i giochi di ruolo dei bambini sanno essere, affollata di nobili, briganti, pirati da terre lontane e belle damigelle innamorate dell’eroe. Il sapiente gioco di luci di Luigi Biondi inoltre conferisce a ogni avventura toni epici, a ogni incontro con Viola un alone di poesia contribuendo a far sì che ogni scena susciti la meraviglia nel pubblico in sala.
A contestualizzare cronologicamente Il barone rampante – la cui data di inizio è impressa nel celeberrimo incipit: “Fu il 15 di giugno del 1767 che Cosimo Piovasco di Rondò, mio fratello, sedette per l’ultima volta in mezzo a noi” – contribuisce il lavoro di Davide Fasulo, autore del riarrangiamento e della reinterpretazione di brani classici di Vivaldi, Mozart e Bach, filologicamente attinenti al periodo storico, che, seguendo il percorso di ribellione di Cosimo, da sonorità classiche vira alla contemporaneità.
È al gruppo di attori selezionati per dar vita a questo capolavoro di Calvino tuttavia che va il merito principale del successo della trasposizione teatrale di Riccardo Frati. Loro infatti la sapienza nel trovare il giusto equilibrio tra la drammaticità connessa ai temi di rivoluzione, salvaguardia ambientale ed emancipazione, la poesia di una delicata storia d’amore e il tono comico – a tratti farsesco – inteso a ricordare come Il barone rampante sia un felice parto della fantasia calviniana.
Ben vengano allora i numerosi minuti di applausi al cast, rivolti pure a regista e staff tecnico, preludio di un vivace passaparola per consigliare ad amici e semplici conoscenti di non perdere l’occasione di assistere a questo delizioso tributo a Italo Calvino.

Silvana Costa

Lo spettacolo continua:
Piccolo Teatro Grassi
via Rovello 2 – Milano
fino a domenica 13 ottobre 2024
orari: martedì-sabato19.30
domenica 16.00
lunedì riposo
www.piccoloteatro.org

Il barone rampante
di Italo Calvino
adattamento e regia Riccardo Frati
con (in ordine alfabetico) Mauro Avogadro, Nicola Bortolotti, Matteo Cecchi, Leonardo De Colle,
Michele Dell’Utri, Diana Manea, Marina Occhionero
scene Guia Buzzi
costumi Gianluca Sbicca
disegno luci Luigi Biondi
composizione musicale e sound design Davide Fasulo
animazioni Davide Abbate
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
durata: 180 minuti incluso intervallo