Antonio Sant’Elia (1888-1916). Il futuro delle città

Casa a gradinataTra le iniziative in corso per ricordare il più futurista degli architetti italiani, a un secolo dalla sua prematura scomparsa, Triennale propone un’interessante rassegna di disegni della Città nuova.

Negli spazi della Galleria Gae Aulenti, Triennale di Milano rende omaggio a Sant’Elia, il visionario autore del Manifesto dell’architettura futurista, morto il 10 ottobre 1916, colpito da una pallottola in fronte durante una battaglia della Prima Guerra Mondiale. Antonio Sant’Elia (1888-1916). Il futuro delle città è una piccola rassegna incentrata sulle suggestive immagini della Città nuova, esposte per la prima volta proprio a Milano, nel 1914, nell’ambito della mostra del gruppo Nuove Tendenze. Alle celeberrime vedute prospettiche, in Triennale, si aggiungono bozzetti, disegni preparatori e plastici al fine di dimostrare “che l’architettura futurista è l’architettura del calcolo, dell’audacia temeraria e della semplicità; l’architettura del cemento armato, del ferro, del vetro, del cartone, della fibra tessile e di tutti quei surrogati del legno, della pietra e del mattone che permettono di ottenere il massimo della elasticità e della leggerezza” (primo punto del Manifesto dell’architettura futurista, 11 luglio 1914).
Nel 1906, dopo aver conseguito il diploma di scuola superiore, Antonio Sant’Elia arriva a Milano: è in corso la grande Esposizione Universale e la città gli deve apparire più frenetica che mai. Egli rimane indubbiamente affascinato da quella che Boccioni definisce “la città che sale” ma, con l’incarico di disegnatore per l’Ufficio Tecnico Comunale, ha modo di scoprire anche “la città che scende nel sottosuolo”, i complessi progetti in atto per posizionare nelle viscere di Milano numerose infrastrutture: i canali per il governo delle acque, i condotti dell’elettricità e, addirittura, la prima tratta della metropolitana da svilupparsi tra corso Sempione e corso XXII marzo. Ornella Selvafolta racconta tutto ciò nella prima sezione dell’esposizione, intitolata La città di Sant’Elia, utilizzando innumerevoli foto d’epoca che illustrano l’evoluzione artistica e tecnologica in corso nel capoluogo lombardo e nel resto d’Europa a inizio XX secolo. Evoluzione che ha ispirato i ponti, i passaggi coperti, le turbine elettriche, gli hangar, la Stazione d’aeroplani e treni con funicolari e ascensori su tre piani stradali (1914) e gli edifici residenziali esposti nella seconda sezione della mostra, Città nuova, curata da Alberto Longatti. Ci si sofferma a lungo davanti a quelli che non sono meri oggetti edilizi ma punti nodali di un sistema urbano complesso: stazioni di scambio modale, centri nevralgici di una “città dei flussi”, per dirla alla Marinetti. Si tratta di una città virtuale, restituita per singoli fotogrammi: spetta al pubblico comporli, saturando le lacune con l’immaginazione, al fine di dar vita ad un tessuto continuo. Sant’Elia infatti, a differenza di Otto Wagner (piano per l’ampliamento di Vienna, 1892), Tony Garnier (La Cité Industrielle, 1917) o Le Corbusier (Ville Radieuse, 1930), non stende un piano dettagliato, corredato da tavole minuziose, previsioni statistiche e relazioni zeppe di indici costruttivi. Egli si limita a lanciare scintille di fantasia che, sebbene non riescano a restituirci la grandezza complessiva della sua concezione di città, continuano a solleticare la mente degli studiosi che – a differenza di quando accaduto nel caso degli altri esempi citati – non ritengono sia ancora giunto il momento di relegarle ai manuali di storia di architettura moderna.
La città futura, la terza e ultima sezione, a cura di Fulvio Irace e Matteo Agnoletto, dimostra quanto quei disegni in bianco e nero abbiano saputo anticipare i tempi e le utopie, incluse quelle apparentemente distanti dalla Città nuova: dal centro sociale SESC-Pompéia (San Paolo, Brasile, 1977-86) di Lina Bo Bardi alla città di Blade Runner (1982), passando attraverso i progetti di Renzo Piano, MVRDV, Steven Holl, Vincent Callebaut, MAD o il recentissimo Google North Bayshore di BIG.

Segnaliamo infine una bella iniziativa. Il 15 dicembre l’architetto/scrittore Gianni Biondillo e Sentieri_Metropolitani propongono una passeggiata nel centro di Milano alla scoperta dei luoghi storici connessi alla biografia di Antonio Sant’Elia. L’escursione è un modo informale per presentare Come sugli alberi le foglie (Guanda, 2016), il nuovo romanzo di Biondillo, incentrato sulla vita di Sant’Elia, sulle sue idee e sui suoi sogni perché, come spiega lo stesso autore, “ho scritto il romanzo di una nazione fondata sulle sue illusioni di grandezza, raccontando i sogni e le speranze di una generazione che nel nome dell’arte è partita al fronte a cercare la bella morte. Per scoprirla orribile
Per prenotarsi al tour, che si conclude con una visita guidata alla mostra, è necessario collegarsi al sito di Eventbrite e registrare la propria partecipazione.

Silvana Costa

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La mostra continua:
Triennale di Milano – Galleria Gae Aulenti

viale Alemagna, 6 – Milano
fino a domenica 8 gennaio 2017
orari: martedì – domenica 10.30 – 20.30
www.triennale.org

Antonio Sant’Elia (1888-1916)
Il futuro delle città
a cura di Alessandra Coppa, Maria Mimmo, Valentina Minosi
promossa dalle Soprintendenze Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Milano e di Como, Comune di Como,  Triennale di Milano
progetto di allestimento Lucio Speca
progetto grafico Andrea Lancellotti

Catalogo:
Antonio Sant’Elia
Il futuro delle città
a cura di Alessandra Coppa, Maria Mimmo, Valentina Minosi
Skira/Triennale di Milano, 2016
22 x 28 cm, 144 pagine, 120 immagini a colori, brossura
prezzo 30,00 Euro
www.skira.net

Suggeriamo:
Pinacoteca Civica di Como
fino al 26 febbraio 2017
orari: martedì – domenica 10.00 – 18.00
lunedì chiuso
Antonio Sant’Elia (1888-1916)
All’origine del progetto

Novocomum
viale Sinigaglia 1 – Como
fino al 25 febbraio 2017
orari: lunedì – venerdì 9.30-13.00 e 14.00-18.30
sabato e domenica chiuso
ingresso libero
Antonio Sant’Elia
Visione e regola
promossa da ‘Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Como