Paolo Rossi, perfetto capocomico erede della tradizione della Commedia dell’arte, trascina gli attori in scena con lui e il pubblico in sala in uno spettacolo dalla forte carica comica, finalizzato a indagare lo spessore della maschera che, come spiega Pirandello in ampia parte dei suoi testi, indossa ciascuno di noi per separare la realtà dalla finzione, il dovere dalla follia.
Paolo Rossi torna in scena a Milano, al Teatro Franco Parenti, con una compagnia composta da cinque attori – sebbene sostenga molti altri siano mischiati al pubblico – e un cane, nel senso del quadrupede non di un attore privo di alcun talento.
Sei attori ma non alla ricerca di un autore: loro hanno trovato in Lenora, addio!, una novella di Luigi Pirandello scritta nel 1910, il testo con cui cimentarsi. L’escamotage alla base di Da questa sera si recita a soggetto! Il Metodo Pirandello è infatti il ritrovarsi sul palcoscenico per provare lo spettacolo e valutare nuovi ingressi nel cast. La prova, come è facile immaginare, diviene l’occasione per improvvisare dialoghi e riflessioni prendendo spunto dalla città che li ospita e dall’attualità mentre le tristi vicende di Lenora finiscono per scivolare via.
Escamotage tutt’altro che originale in quanto mutuato guarda caso dall’incipit di Questa sera si recita a soggetto che con Sei personaggi in cerca d’autore e Ciascuno a suo modo fa parte della trilogia di testi di “teatro nel teatro” di Pirandello. Erede di tali insegnamenti lo scalcinato gruppo di attori non solo si premura di abbattere la quarta parete scorrazzando per la platea nel tentativo di convincere il pubblico a rinunciare allo spettacolo a favore di un rave party ma, come recita la locandina, si premura di invitare quanti interessati a presentarsi 75 minuti prima della rappresentazione per contribuire attivamente alla serata “come claque o agitatori in platea, come provinandi o testimoni oculari sul palco, nelle quinte o nei camerini o addirittura come attori”. Le varie scene, grazie alla presenza di persone del pubblico, si caricano inevitabilmente di ulteriore comicità per l’abilità degli attori di stuzzicarne l’indole. Esemplare in tal senso è l’immaginaria ricostruzione della folgorante ispirazione che coglie Pirandello al tavolino di un cabaret berlinese negli anni Venti a ricordare il soggiorno dell’autore Premio Nobel in terra tedesca e omaggiare, una volta ancora, Questa sera si recita a soggetto rappresentato in prima assoluta, in una versione tradotta, il 25 gennaio 1930 a Königsberg.
Paolo Rossi, con il tono irriverente e dissacrante che lo ha reso un beniamino del pubblico, spazia tra argomenti e scene solo apparentemente distanti tra loro: il Metodo Pirandello citato nel sottotitolo dello spettacolo è il filo che le lega tra loro, sottile e tagliente come l’ironia dell’illustre capocomico. Sottile come la linea che separa – soprattutto di questi tempi – la realtà dalla finzione in un mondo attraversato da guerre, epidemie e povertà, dove i politici riescono a superare la fantasia dei comici che ne fanno la parodia.
Il Metodo è complesso come cercano di argomentare gli attori in quello che nella prima parte dello spettacolo si configura come un incontro-dibattito con il pubblico, con tanto di pirandellologo, facendo un simpatico sunto di ampi trattati accademici. Essi spiegano la distinzione tra comicità e umorismo, descrivono l’elemento che Pirandello definisce “avvertimento del contrario”, illustrano il concetto di metateatro e l’uso della maschera unito a finzione e scambio dei ruoli per non rendere mai pienamente intellegibili personaggi e vicende. Esortato da uno spettatore Paolo Rossi sintetizza il Metodo prendendo in prestito le parole di Ciampa da Il berretto a sonagli a descrivere le tre corde che attraversano la fronte di ciascuno, sottolineando come ormai sia sempre più importante tirare quella della pazzia per sopravvivere nella società contemporanea.
Paolo Rossi, in stato di grazia, diverte con una raffica di considerazioni agrodolci sull’attualità e di sberleffi alle strategie dei pubblicitari ma pure colpisce diretti al cuore i milanesi in sala quando rievoca Gaber, Jannacci e Cochi e Renato facendo cantare E la vita, la vita all’intera Sala Grande. Laura Bussani nei panni di una deejay un po’ âgée va oltre, riuscendo a far alzare tutti dalle proprie poltrone e cimentarsi in una sequenza di passi di danza da lei ideata.
In un simile crescendo di divertimento l’applauso finale non poteva che essere a ritmo di musica. Un applauso breve a onor del vero perché interrotto dall’invito a ballare sul palcoscenico con gli attori, sia quelli della compagnia sia quanti improvvisati per l’occasione, quale coronamento di una serata decisamente fuori dagli schemi. Il teatro in fondo è anche questo.
Da questa sera si recita a soggetto! Il Metodo Pirandello è in cartellone al Teatro Parenti fino al 7 gennaio e rappresenta, ovviamente, lo spettacolo di punta della sera del 31 dicembre per accogliere con una risata il 2024.
Silvana Costa
Lo spettacolo continua:
Teatro Franco Parenti – Sala Grande
via Pier Lombardo, 14 – Milano
fino a domenica 7 gennaio 2024
www.teatrofrancoparenti.itDa questa sera si recita a soggetto!
Il Metodo Pirandello
drammaturgia Paolo Rossi e Carlo G. Gabardini
ideazione e regia Paolo Rossi
con Paolo Rossi, Emanuele Dell’Aquila, Alex Orciari, Caterina Gabanella, Laura Bussani, Alessandro Cassutti
e con la partecipazione del pubblico
scene Lorenza Gioberti
costumi Elisabetta Menziani
luci Elena Vastano
aiuto regia Luca Orsini
produzione Agidi
durata 2 ore