Il preferito

Due gemelli, diversi nell’aspetto e nelle scelte di vita, scoprono di avere in comune molto più di quanto vorrebbero mentre sullo sfondo si ripete l’eterna lotta che, dai tempi di Caino e Abele, pone un fratello contro l’altro per conquistare l’approvazione paterna.

Sin dalla notte dei tempi si decanta la straordinaria similarità, non solamente fisica, che caratterizza i gemelli omozigoti. Si trascura invece quanto il fattore ambientale e la stretta vicinanza nei primi anni di vita finiscano per accomunare due fratelli più di quanto si creda, più di quanto vorrebbero, anche se non condividono lo stesso identico DNA.
Lo dimostra Il preferito, il testo di Dario Merlini in questo giorni in scena a fACTORy 32 di Milano, in cui si racconta di due fratelli che, dopo anni di odio e invidia, si ritrovano nella casa avita in occasione del ricovero in ospedale del padre perché in fin di vita.
Due fratelli, gemelli eterozigoti, differenti fisicamente e nelle scelte di vita: uno (Dario Sansalone) lanciato verso una carriera politica di successo, ricco e famoso; l’altro (Daniele Crasti), reduce da una comunità di recupero, tornato a vivere con i genitori. Differenti ma solo all’apparenza perché, scavando in profondità – ma nemmeno troppo –, si scoprono più uguali di quanto non si possa immaginare.
Oggetto del contendere, come rivela il titolo, originariamente è l’affetto dei genitori che, da un lato, manifestano orgoglio per la carriera di un figlio e, dall’altro, destinano attenzione particolare a quello più fragile che, di fronte alle difficoltà della vita, è caduto vittima delle dipendenze.
Scontro dopo scontro, si scopre un’altra ragione di astio: Barbara, moglie tradita del primo e indimenticata cotta adolescenziale del secondo. Barbara, a differenza degli altri personaggi che a vario titolo sono chiamati in causa ne Il preferito, non compare in scena ma solo nei discorsi dei due uomini che, non appena la nominano, rispolverano antichi rancori e tradimenti. In nome suo tuttavia essi riescono a mettere momentaneamente da parte la rivalità e collaborare nel tentativo di rimediare a un incidente che potrebbe avere gravi implicazioni penali.
Lo spaccato famigliare orchestrato da Dario Merlini è interessante per la capacità di approfondire progressivamente le personalità dei due protagonisti, gli episodi che ne hanno segnato la vita, il dramma in atto e le figure che ruotano loro intorno. Bravi Daniele Crasti e Dario Sansalone che sul palcoscenico si specchiano l’uno nell’altro e, sotto l’occhio attento di Merlini, si scambiano in continuazione il compito di condurre la danza della vita.
Una danza che, a nostro parere, prosegue con un andamento circolare, monotono per quanto accompagnato da una musica vivace. Una circolarità sottolineata dall’epilogo, che riallacciandosi al prologo, permette a  Il preferito di congedarsi dal pubblico senza fornire una vera e propria conclusione alla disfida.
Un finale / non finale che – nonostante il tentativo di colpo di scena – a nostro parere lascia un po’ troppi punti in sospeso per dare un senso di compiutezza alla storia nel suo complesso.
Al di là di queste nostre considerazioni, l’incessante lavoro di ricerca, condotto attraverso drammaturgie originali per offrire al pubblico un efficace punto di vista sul presente, fa di Oyes una delle compagnie più interessanti attualmente presenti sulla scena teatrale italiana.

Silvana Costa

Lo spettacolo continua:
fACTORy32
via Watt 32 – Milano
fino a domenica 20 marzo 2022
orari: venerdì e sabato 19.30
domenica 16.00
con obbligo di Green Pass Rafforzato
www.factory32.it
 
Il preferito
con Daniele Crasti, Dario Sansalone
drammaturgia e regia Dario Merlini
produzione Compagnia Oyes
durata: 75 minuti