Il rompiballe

Una divertente messinscena della commedia di Francis Veber, diretta da Nicola Pistoia e Paolo Triestino, per iniziare il 2022 in allegria.

Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose all’alto, non avere macigni sul cuore” esorta Italo Calvino nella prima delle sue Lezioni americane. Sei proposte per il prossimo millennio.
Il nuovo millennio purtroppo è iniziato con pesantezza: tra recessione, crisi economiche e pandemie è fondamentale infondere leggerezza negli animi per non sprofondare nelle sabbie mobili delle avversità quotidiane.
L’arte è fonte di leggerezza per antonomasia ma il teatro, con il genere della commedia, è quanto di meglio ci sia: nel buio della sala, accoccolati in poltrona, per un’ora o poco più ci si lascia cullare da racconti allegri. Tra gli autori contemporanei Francis Veber è sicuramente uno dei più amati per l’abilità nel costruire situazioni comiche e inanellarle a comporre storie surreali. La cena dei cretini è forse la sua opera più rappresentata e premiata ma come ignorare ll rompiballe che oltre che a teatro – come del resto anche la precedente – spopola pure tra gli appassionati della settima arte, soprattutto grazie a Buddy Buddy (1981), la riduzione diretta da Billy Wilder e interpretata da Jack Lemmon, Walter Matthau e Klaus Kinski.
ll rompiballe è lo spettacolo scelto dal Teatro Franco Parenti di Milano per festeggiare capodanno con il pubblico, esorcizzando con una sonora risata le paure del periodo.
In scena un cast capitanato da Paolo Triestino e Giancarlo Ratti, due attori che hanno raffinato le proprie doti comiche lavorando in numerose produzioni televisive e cinematografiche ma che sul palco teatrale dimostrano grande esperienza nel coinvolgere emotivamente il pubblico in sala. Il primo, nonostante indossi il clergyman, è un feroce killer di origine russe, assoldato dal Clan dei marsigliesi per eliminare un testimone scomodo prima che deponga in tribunale. Il secondo è François Pignon, un agente immobiliare giunto a Marsiglia nel disperato tentativo di riconquistare Louise, la donna della sua vita, che lo ha abbandonato per il proprio analista. Pignon è il classico personaggio ingenuo e dai modi rozzi ma dal cuore d’oro, erede di secoli di letteratura, a iniziare dai maestri del genere Goldoni e Moliere.
Il luogo dell’azione è un albergo di infimo ordine, arredato dallo scenografo Francesco Montanaro in un bizzarro – e alquanto kitsch – stile orientale che già da solo, con i comodini a forma di cammelli dorati, mette allegria e bendispone allo spettacolo. I due protagonisti hanno stanze comunicanti e, quando Pignon tenta il suicidio perché respinto dall’amata, il killer è obbligato a promettergli conforto affinché torni in sé ma, soprattutto, l’invadete cameriere tuttofare (Matteo Montaperto) non avvisi le autorità. Pignon – prontamente ribattezzato “Frignon” – si rivela un autentico rompiballe che trascina nel proprio vortice di dolore e bislacche macchinazioni il vicino di stanza, Louise (Loredana Piedimonte), il di lei nuovo fidanzato (Antonio Conte) e un malcapitato agente salito a controllare l’origine del trambusto (Alessio Sardelli). Lo spettacolo si sviluppa in un crescendo di fraintendimenti e comicità: sono memorabili le sortite del cameriere per sorvegliare la situazione, conclusesi in sbigottimento per le equivoche pose in cui sorprende l’aspirante suicida e il finto sacerdote.
L’epilogo è un autentico colpo di scena.
L’orchestrazione del fitto viavai dei personaggi è curata con brio da Nicola Pistoia e Paolo Triestino, i registi de ll rompiballe che non esitano a definire l’opera come l’eterna disfida de “l’arroganza contro il candore, i cattivi sentimenti contro i buoni, la violenza contro una mano tesa. Il tutto, ovviamente, tra una risata e l’altra. Veber ha il dono dell’apparente leggerezza che, con mano sapiente, tratteggia l’umanità variegata che ci circonda e la rende affettuosamente risibile”.
Affettuosamente ma, soprattutto, elegantemente risibile: l’ilarità generale è conseguenza delle situazioni create con arguzia da Francis Veber e non di un eloquio grossolano – quando non volgare –, stratagemma troppe volte utilizzato per accattivarsi con facilità il favore del pubblico. Un pubblico che, superato l’attimo di sorpresa per un finale inatteso, applaude con entusiasmo quel cast che dopo tutte le baruffe messe in scena si presenta ancora arruffato a raccogliere il meritato tributo.
Noi siamo rimasti conquistati da questa versione de Il rompiballe prodotta da a.ArtistiAssociati in collaborazione con Fiore e Germano e, deliziati, vi suggeriamo di non perdere l’occasione di iniziare il 2022 in leggerezza.

Silvana Costa

Lo spettacolo continua:
Teatro Franco Parenti – Sala Grande
via Pier Lombardo, 14 – Milano
fino a domenica 9 gennaio 2022
con obbligo di Green Pass rafforzato e mascherina FFP2
www.teatrofrancoparenti.it

Il rompiballe
di Francis Veber
traduzione Filippo Ottoni
regia Pistoia-Triestino
con Paolo Triestino, Giancarlo Ratti
e con Antonio Conte, Loredana Piedimonte, Matteo Montaperto, Alessio Sardelli
scene Francesco Montanaro
costumi Lucrezia Farinella
disegno luci Alessandro Nigro
produzione a.ArtistiAssociati
in collaborazione con Fiore e Germano