Impareggiabile Liz

Con una mostra-evento, allestita per celebrare il 50° anniversario del colossal Cleopatra, si inaugura Fermo Immagine – Museo del Manifesto Cinematografico di Milano, nuovo spazio espositivo dedicato agli amanti del cinema.Buone notizie per gli appassionati del mondo di celluloide: a Milano, nella celeberrima via Gluck ha aperto i battenti Fermo Immagine – Museo del Manifesto Cinematografico di Milano. La sede non è frutto dell’archistar di turno bensì un aggraziato ex stabile industriale, adattato alla nuova funzione grazie a piccoli interventi non invasivi che, anzi, lo hanno reso ancor più scenografico. Questo edificio ha, in fondo, sempre avuto una vocazione artistica, ospitando in successione dal 1938 la storica fabbrica di strumenti musicali Orsi e uno studio fotografico; lo spazio di circa 1.000 mq si basa su una maglia modulare dotata di impianto luci, regia audio e video, megaschermi per proiezioni in alta definizione (a disposizione di musei ed enti che ne facciano richiesta), biblioteca, punto ristoro e connessione Wi-Fi.
L’iniziativa di raccontare storie di cinema, animata da un gruppo di volontari, è completamente privata, l’Associazione Atelier Gluck Arte, che gestisce l’attività del Museo Fermo Immagine, ha in programma eventi che vadano al di là della mera esposizione di manifesti per spalancare le porte su un mondo di emozioni, temi e storie. Il viaggio nella fantasia, in realtà, inizia ben prima di entrare nel Museo: per indicare al pubblico di esser giunto a destinazione, il writer FabioAcme107 ha riprodotto sul muro di cinta un collage di locandine dei film più famosi. Il percorso prettamente espositivo si articola in due sale: la prima, denominata Sala Hollywood, presenta un allestimento permanente con i manifesti dei grandi classici del cinema, spaziando tra i generi e le epoche, da Via col vento (1939) a Metropolis (1927), da La spada nella roccia (1963) a Gli uccelli (1963), da Ombre Rosse (1939) ad E.T. (1982), sino ai più recenti campioni di botteghino ed ai classici della produzione italiana.
Nella seconda sala, di fianco ad un pianoforte, sono appese locandine di film musicali mentre il resto dello spazio è dedicato alle mostre temporanee. Non temete, non si sono certamente dimenticati che in via Gluck nacque Adriano Celentano! Lo spazio dove soffermarsi a parlare davanti ad un aperitivo si chiama Caffè degli Ignoranti e ripercorre in ogni suo angolo la carriera del molleggiato: dalle locandine dei suoi film ai dischi, dai memorabilia alle parole delle canzoni che scorrono lungo le pareti e sui tavolini.
Il Museo conta su un patrimonio di oltre 50.000 manifesti collezionati nel corso degli anni da colui che ora ricopre il ruolo di direttore generale dell’istituzione, Piero Lessio, che verranno esposti al pubblico a rotazione, nel corso di eventi e mostre aperte al pubblico, andando così a riqualificare e vivacizzare un comparto urbano abbastanza lontano dai percorsi della vita culturale cittadina. La prima esposizione, aperta sino a fine giugno, è dedicata alla diva per antonomasia, talentuosa, pluripremiata, bellissima e capricciosa come immaginiamo debba essere una vera stella di Hollywood: Liz Taylor. La vita dell’attrice viene raccontata per immagini, ripercorrendola attraverso i suoi film: alcuni noti, altri meno e cose curiose come la doppia edizione di uno stesso film cui, dopo il flop al botteghino, nel giro di pochi giorni, è stato cambiato il titolo e ridisegnata la locandina, come nel caso di Gran premio (1944) trasformato in La furia del west e promosso con il disegno di uno splendido stallone nero. La carrellata si conclude con I Flintstones (1994) con cui la Taylor conclude la carriera cinematografica interpretando il divertente ruolo cammeo della suocera del cavernicolo Fred.
Al centro della sala troneggia la gigantografia di Liz nei panni di Cleopatra, il tormentato film per cui nel 1960 firma un contratto da un milione di dollari (pare lievitati a sette a fine riprese) con la 20th Century Fox, piazzandosi così in cima alla classifica delle attrici più pagate. Dopo varie vicissitudini, tra cui un cambio di regista e lo spostamento del set dall’Inghilterra a Roma passando per Spagna ed Egitto, che hanno contribuito a renderlo il film più costoso della storia del cinema, il kolossal esce nelle sale nel 1963, giusto 50 anni fa. A fianco sono esposte le copie dei suoi gioielli, di scena e non, realizzati da De Liguoro Bijoux di Milano; sparsi per la sala trovano collocazione copie di abiti indossati da Liz cuciti dalla Sartoria Pia Rame di Milano, la copia del celeberrimo diamante da 69,42 carati denominato Taylor-Burton, a forma di goccia, regalatole nel 1969 dal marito Richard Burton e prestato al Museo dal collezionista Sergio Salemi. Sono in mostra ritratti della Taylor dipinti da giovani artisti, una sezione dedicata ai memorabilia ed una alle biografie; ampio spazio, infine, è dedicato a Marina Castelnuovo, sosia ufficiale di Liz (nel senso che tale ruolo le è stato riconosciuto dall’attrice quando era ancora in vita), con una rassegna di accessori fatti realizzare per calarsi nella parte. Tra gli approfondimenti, ovviamente, non poteva mancare la sezione dedicata ai matrimoni della diva dagli occhi viola con copie dei giornali d’epoca fatti giungere da ogni parte del mondo.
Mentre sul megaschermo prosegue la proiezione sia di immagini tratte dalla vita privata sia trailer dei suoi film più belli, ci rendiamo di quanto ci manchi, a soli due anni dalla morte, la figura di Liz Taylor: tanto “sopra le righe” quanto instancabile ed abile nello spendere la propria immagine per cause di beneficenza.

Silvana Costa

La mostra continua:
Fermo Immagine

Museo del Manifesto Cinematografico di Milano
via Gluck, 45 – Milano
orari: da martedì a domenica 14.00-19.00 – lunedì chiuso
ingresso: libero
www.museofermoimmagine.it

Impareggiabile Liz
in occasione del 50° anniversario del colossal Cleopatra (1963)
cento pezzi tra manifesti, locandine, fotobuste, soggettoni, foto di scena, riviste d’epoca e memorabilia
fino a domenica 30 giugno 2013