Corrado d’Elia porta in scena la celeberrima storia di mare. Un monologo dai ritmi serrati che ricostruisce l’impari battaglia tra il capitano Achab e la balena bianca, tra l’ingegno umano e la furia della Natura, tra la ragione e l’ossessione di conseguire un obiettivo.
Il Teatro Litta è tutto esaurito per il debutto di Io, Moby Dick diretto e interpretato da Corrado d’Elia: un nuovo tassello da aggiungere allo straordinario Album di monologhi dell’attore.
Il romanzo di Herman Melville è l’eccezionale miniera cui attingere per una profonda riflessione sul tema dell’ossessione. L’essere umano si scopre piccolo e, a tratti, inadeguato a scalare le vette dei propri desideri ma, appunto per questo, si lancia con maggior ostinazione nel proprio intento. La passione degenera in patologia totalizzante, l’interesse si fa magma e invade ogni pertugio della mente estromettendo qualsiasi altro pensiero. In quest’ultima accezione, nell’incipit, d’Elia confessa che il teatro ha per lui la stessa valenza dell’enorme balena bianca per Achab. Tanto l’ossessione di Corrado d’Elia ha effetti benefici sul pubblico teatrale, quanto l’ossessione del capitano è funesta per i marinai imbarcati sulla Pequod.
Il palcoscenico è trasformato nel ponte di comando della baleniera: da lì, dominando il pubblico in sala come un capitano i flutti, d’Elia – novello Achab – impartisce ordini alla ciurma e irride le debolezze altrui. Un’inarrestabile serie di parole lasciate fluire da Achab come un fiume in piena, nella speranza che lavino via l’ansia che alimenta l’attesa dell’agognato incontro. La balena, per un marinaio di lungo corso come lui, incapace di costruirsi una famiglia sulla terraferma, è l’atteso rendez-vous in alto mare. Egli la cerca, ne chiede incessantemente notizie, si preoccupa udendo di altri cacciatori sulle sue tracce e respira sollevato sapendola salva perché più forte di qualsiasi minaccia, invincibile alle armi, adornata degli arpioni con cui hanno cercato di ucciderla quasi fossero gioielli. Un amore che, non appena gli sguardi si incrociano, si trasforma in odio, in lotta all’ultimo sangue.
Corrado d’Elia è impareggiabile nel percorrere l’intero arcobaleno di umori di Achab durante l’ultimo viaggio a bordo della Pequod, animato dall’ossessione di avere la meglio sull’imponente mammifero. Una missione che diviene scopo unico dell’intera esistenza; un fuoco che si autoalimenta e ingloba ogni cosa – positiva o negativa – incrociata lungo il cammino.
Apparentemente statico, seduto sul ponte di comando, confinato in uno spazio vitale ristretto come i marinai durante la navigazione, d’Elia sviscera una straordinaria rassegna di pensieri e atteggiamenti a dimostrazione di quanto sconfinata sia l’espressività del corpo umano. La sua voce tonante inchioda ammutoliti gli spettatori in sala. Il gesticolare forsennato traccia in aria disegni che riempiono il vuoto lasciato dall’assenza di scenografia. La componente musicale è, anche in questa nuova produzione, elemento strategico per rendere lo spettacolo ancor più avvincente. La somma di questi singoli fattori e il testo, ispirato a una delle più belle storie di mare di tutti i tempi, rendono lo spettacolo entusiasmante e coinvolgente. Nonostante le vicende siano note, ci si appassiona al racconto come fosse la prima volta che lo si ode, si palpita nelle scene di lotta tra l’uomo e l’animale, ci si commuove per i dispersi in mare e, sino in ultimo, ci si illude che la strategia abbia la meglio sull’istinto, che l’uomo possa piegare ai propri desideri la Natura matrigna.
“Chiamatemi Ismaele”: inizia così uno dei capolavori della letteratura mondiale, una complessa metafora della vita di ogni essere umano. “Chiamatemi Ismaele”: potrebbe essere la frase pronunciata da ciascuno spettatore all’uscita da teatro con Corrado d’Elia nelle bianche vesti della balena come il titolo Io, Moby Dick avrebbe dovuto lasciar presagire.
Silvana Costa
Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Litta
corso Magenta 24 – Milano
dal 5 al 17 giugno 2017
orari da lunedì a sabato ore 20.30
REPLICA STRAORDINARIA SABATO 17 GIUGNO ORE 18
domenica riposo
www.mtmteatro.itIo, Moby Dick
liberamente ispirato a Moby Dick di Herman Melville
progetto e regia di Corrado d’Elia
con Corrado d’Elia
assistente alla regia Federica D’Angelo
ideazione scenica e grafica Chiara Salvucci
luci Marco Meola
audio Gabriele Copes
collaborazione alle ricerche Alessandro Sgamma
produzione Compagnia Corrado d’Elia
durata 1 ora e 30 minuti
prima nazionale
http://corradodelia.it