La casa del sordo

Odin Teatret catapulta il pubblico in un divertente sogno a occhi aperti per ripercorrere la vita e l’opera di Francisco Goya attraverso il racconto di Leocadia Zorilla, sua ultima compagna di vita.

Il secondo spettacolo che Teatro Menotti di Milano dedica ai sessant’anni di Odin Teatret, in scena dal 15 al 17 marzo, è La casa del sordo.
Il sordo è Francisco José de Goya (1746-1828), lo straordinario pittore e incisore spagnolo di cui i milanesi – ma non solo – hanno avuto modo di approfondire l’opera con la recente mostra Goya. La ribellione della ragione allestita negli scorsi mesi nelle sale di Palazzo Reale.
Il sipario si apre sul cimitero di Bordeaux quando, diversi anni dopo la morte avvenuta in esilio, la salma di Goya è riesumata per essere trasferita in terra spagnola su volere del re, inteso a rendergli merito per il grande contributo artistico dato alla Patria. Else Marie Laukvik ed Eugenio Barba, autori del testo teatrale, si prendono una licenza creativa e immaginano all’epoca sia ancora viva Leocadia Zorilla, la compagna degli ultimi anni di vita di Goya, e che lei assista all’esumazione, accorgendosi della scomparsa della testa del cadavere. Ritrova tuttavia intatto il cappello a cilindro, il copricapo che Goya indossa in numerose opere, incluso l’autoritratto posto in apertura dei Capricci, la serie di incisioni dal tono giocoso ed ironico realizzate alla fine del XVIII secolo (1797/99), che campeggia sul palcoscenico durante la rappresentazione.
Laukvik e Barba prendono spunto dal titolo della serie per il sottotitolo dello spettacolo.
Il “capriccio” è in realtà un genere trasversale alle diverse discipline artistiche, inteso a designare creazioni stravaganti nella forma e/o nei contenuti, un po’ come La casa del sordo con Leocadia intenta a rievocare a Francisco moribondo le tappe fondamentali della sua lunga vita. Else Marie Laukvik interpreta Leocadia Zorilla conferendole quel fare brioso e surreale che avvicina lo spettacolo alle serie di incisioni di Goya in cui, dietro l’apparente leggerezza, si nasconde una feroce critica alla società del tempo.
Analogamente Leocadia, vestita con l’abito monastico degli anni giovanili trascorsi in convento per studiare e imparare le buone maniere, nonostante gli ampi sorrisi, lascia trasparire il rammarico nell’aver donato a Francisco gli anni della giovinezza, abbandonando la sicurezza del matrimonio con il gioielliere Isidore Weiss, per ritrovarsi alla di lui morte priva di mezzi a crescere una figlia illegittima.
C’è, in tutta onestà, di che uscirne pazzi.
Else Marie Laukvik è affiancata da Rina Skeel, nel ruolo di un’altra bizzarra sorella che le fa da spalla nelle ricostruzioni storiche, e Ulrik Skeel che interpreta Goya e se ne resta seduto in camicia da notte in fondo al palcoscenico suonando la chitarra esattamente come faceva il pittore, anche quando ormai sordo, per intrattenere gli amici nel piccolo appartamento-studio preso in affitto a Bordeaux.
Else Marie Laukvik e Rina Skeel sono le ideatrici della scenografia, essenziale ma funzionale grazie alla serie di cavalletti, ricoperti di drappi rossi, che servono sia ad articolare lo spazio della rappresentazione, sia a esporre le opere di Goya e il fantoccio costruito a partire del celeberrimo ritratto della duchessa d’Alba (1795), sua amante per molti anni.
La regia è di Eugenio Barba che caratterizza La casa del sordo con la vivacità e il brio necessari a imprimere efficacia al ritratto di Leocadia Zorilla vergata di follia offerto da Else Marie Laukvik mentre sullo sfondo scorre la vita di uno dei più grandi artisti di tutti i tempi. Il risultato è sorprendente e trascinante: un’ora di divertimento intelligente offerto al pubblico con la solita disarmante sorniona maestria da Odin Teatret.

Silvana Costa

  

 

Lo spettacolo continua:
Teatro Menotti
via Ciro Menotti 11 – Milano

fino a domenica 17 marzo 2024
orario: venerdì e sabato 20
domenica 16.30
www.teatromenotti.org
 
La casa del sordo
Capriccio su Goya
produzione Masakini Theatre, Nordisk Teaterlaboratorium / Odin Teatret
testo Else Marie Laukvik, Eugenio Barba
regia Eugenio Barba
scenografia Else Marie Laukvik, Rina Skeel
consulente scenografia Jan de Neergaard
con Else Marie Laukvik, Rina Skeel, Ulrik Skeel
assistente alla regia Rina Skeel