La casa felice

bad&breakfast1Al Teatro Franco Parenti torna in scena Rosario Lisma con un nuovo spettacolo che sembra una farsa ma si evolve in commedia per concludersi in tragedia.

Debutta al Teatro Franco Parenti di Milano BAD and Breakfast. La casa felice, il nuovo spettacolo scritto, diretto e interpretato da Rosario Lisma. Una commedia giocata sulle ovvietà sociali. Una rappresentazione del male di vivere di una generazione – quella dei trentenni – che volge in una farsa grottesca, degna della peggiore sit-com. Un noir che si palesa come tale solo nell’ultima parte della messinscena.
Quando nel 2007 il Ministro dell’Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, presentava la nuova norma per le agevolazioni sugli affitti destinate alle fasce più giovani della popolazione al grido di “Mandiamo i bamboccioni fuori di casa“, alludeva forse a situazioni come quella di Antonio (Rosario Lisma) e Gaia (Anna Della Rosa). I due protagonisti della storia sono una giovane coppia di sposi, obbligati a vivere nella casa dei genitori di lui. Infelici della sistemazione, al momento non hanno altra prospettiva di vita poiché nonostante la laurea – con il massimo dei voti – devono accontentarsi di lavori precari, sottopagati e senza alcuna prospettiva di carriera. Emblematici di una generazione schiacciata tra quella dei genitori, che non possono ancora ritirarsi a godere l’agognata pensione, e la troppo alta concezione di sé. Volendoci adeguare al tono della pièce, sfoderiamo un po’ di sarcasmo nel constatare la modestia dei sogni di Gaia quando afferma che, avendone le possibilità, vorrebbe trasformare l’ampia casa dei suoceri in un Bed&Breakfast. Tanto rumore per nulla si direbbe: il sogno ridotto al potersi permettere di emulare l’amica. Anzi, no. Perché il suo B&B sarebbe più raffinato: da lei gli ospiti troverebbero le tovagliette rosse, più chic di quelle color oro della rivale. Sarebbe questo l’esito del bombardamento mediatico delle pubblicità che, negli anni Novanta, mostravano le famiglie vivere felici tra i campi di grano nel celeberrimo mulino bianco? Oggi, persino i pubblicitari riconoscono quanto quello stereotipo sia superato e nel mulino ci vive un ex sex symbol che trascorre le giornate conversando con una gallina.
Come in Peperoni difficili, l’altra opera di Lisma che tanto successo riscosse lo scorso anno al Teatro Parenti, anche in BAD and Breakfast il fulcro dell’azione è il tavolo attorno al quale ci si ritrova per mangiare e parlare. Il tavolo, simbolo dello stare insieme, del condividere e del conversare, questa volta si trasforma nel luogo della menzogna necessaria per garantire la buona riuscita dei piani di riscatto ma anche il luogo dello scherno e dell’amore deluso. Complici le avversità metereologiche, nella sala da pranzo di Antonio e Gaia si riuniscono, per un’interminabile partita a carte prima di andare a dormire, il maresciallo del paese (Andrea Narsi) e l’anziano notaio (Marco Balbi). Con quali reconditi fini e con quale scusa siano giunti al B&B lo lasciamo scoprire a voi, noi vi anticipiamo che i due personaggi, oltre a rivelarsi degni protagonisti di barzellette a tema, daranno luogo a un’inaspettata digressione sulla trama che, sebbene voglia strizzare l’occhio alla serie de Il vizietto per situazioni e contestualizzazioni, in realtà sembra derivare dalla cinematografia anni Novanta.
Il cinismo del disincanto, la spietatezza della disperazione, la desolazione del rimorso e una parvenza di amore si rincorrono come non mai in questa nuova opera di Lisma, candidandolo al titolo di moderno cantore dei valori medio-borghesi. E non riusciamo a capire se ciò sia un pregio o un limite. Se questo buonismo sparso a piene mani nei suoi testi sia ormai una posa decisamente superata o l’illuminante ricetta per accattivarsi la parte più romantica del pubblico. Di sicuro questa sua nostalgia per un mondo migliore in cui i giovani avevano prospettive, l’amore superava qualsiasi ostacolo e le idee erano premiate con il successo – sebbene rammenti i capolavori hollywoodiani di Franck Capra in epoca New Deal – oggi appare eccessivamente stucchevole. E malgrado Mary Poppins cantasse: “Basta un poco di zucchero / e la pillola va giù / tutto brillerà di più!”, è comunque opportuno non eccedere perché, come i sondaggi dimostrano, in tempi di crisi gli italiani hanno necessità di tagliare tutte le spese, incluse quelle per il dentista.
Anche il finale melodrammatico, alla Madame Bovary, ci lascia qualche dubbio. La tragedia, che si fa grottesca per le motivazioni del suo compiersi, non ci sembra riscatti alcune scelte di fondo.
 
Silvana Costa

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Lo spettacolo continua:
Teatro Franco Parenti – Sala Tre
via Pier Lombardo, 14 – Milano
fino a giovedì 16 giugno  2016
orari martedì ore 20.00; mercoledì ore 19.15; giovedì ore 20.30; venerdì ore 19.15; sabato ore 21.00; domenica ore 18.00; lunedì riposo
www.teatrofrancoparenti.it

BAD and Breakfast
La casa felice
regia e testo Rosario Lisma

con Marco Balbi, Anna Della Rosa, Rosario Lisma, Andrea Narsi
produzione Teatro Franco Parenti
in collaborazione con Jacovacci e Busacca
prima nazionale