Gioele Dix si confronta con alcuni racconti di Dino Buzzati. Il risultato è una divertente scorribanda tra i sogni e le passioni della società italiana negli anni del boom economico.
È il 1958 quando Dino Buzzati pubblica Sessanta racconti, la raccolta curata personalmente attingendo sia a storie già pubblicate sia a testi inediti. L’opera quello stesso anno si aggiudica il prestigioso Premio Strega a testimonianza di quanto il pubblico ami questo scrittore, sospeso tra giornalismo e mondi fantastici, che con quel suo modo surreale e ironico racconta con vivacità gli anni del miracolo economico e le anime degli italiani.
Gioele Dix attinge a piene mani da quei Sessanta racconti – e altri pubblicati negli anni seguenti – per la drammaturgia di La corsa dietro il vento. Dino Buzzati o l’incanto del mondo, lo spettacolo teatrale prodotto da Centro Teatro Bresciano in collaborazione con Giovit che nel suo tour fa tappa anche al Teatro Franco Parenti di Milano. Gioele Dix ne è pure il regista e l’interprete insieme a Valentina Cardinali.
La narrazione prende il via in piena notte, quando il protagonista nel suo vagabondare notturno si ritrova davanti al numero 37 di viale Calzavara. All’ultimo piano abita il celebre autore, la luce nello studio è ancora accesa: probabilmente sta scrivendo. “Mentre stavamo intenti con la faccia volta in su, e confusi pensieri ci attraversavano la mente, qualcosa, come un’ombra, si agitò all’improvviso nel riquadro della finestra illuminata e un oggetto piovve, con molle volo, su di noi”. È una pallotta di carta, un prezioso elemento del ciclo creativo dell’autore che, anche se superato, può rivelare molto del suo prossimo lavoro. O forse no, chi lo sa. Un foglio che il fortunato passante deve scegliere se leggere e godere di una gustosa anticipazione o custodire ancora appallottolato come una gelosa reliquia.
Inizia così Una pallotta di carta, il cinquasettesimo dei Sessanta racconti.
Inizia così Dino Buzzati o l’incanto del mondo e, mentre riflette sul da farsi, il personaggio di Gioele Dix si trasferisce nel proprio studio dove, insieme a Valentina Cardinali, prosegue nel certosino montaggio dello spettacolo teatrale tratto dai racconti di Buzzati.
Il pubblico in sala viene rispedito idealmente negli anni Cinquanta e assiste a un’emozionante sfilata di situazioni, personaggi, lavori e oggetti in gran parte oggi ormai desueti. C’è il tipografo con le sovramaniche che discute con un professore sull’ordine con cui scrivere i nomi degli autori del saggio da mandare in stampa; la nobildonna con il maggiordomo che si rifiuta di mischiarsi ai comuni borghesi; la signora che si lascia convincere dal parrucchiere a sperimentare un azzardato rosso; il Bigrigio, il celeberrimo telefono Siemens con il disco combinatore, e tanti sarti che si affannano a prendere le misure per confezionare eleganti completi su misura. A tal proposito, come non lodare Marina Malavasi e Gentucca Bini per quei costumi / non costumi, elementi che, semplicemente posati sulle spalle o fissati dietro il collo come i vestiti delle bambole di carta, sono sufficienti a evocare non solo l’abito intero ma pure tutto il mondo che esso sottende.
Gioele Dix in più punti loda l’abilità di Buzzati nel descrivere i contesti – reali, verosimili o fantastici – in cui sviluppa storie che il lettore letteralmente divora, preda del desiderio di scoprire come vadano a finire.
Storie che tuttavia, a volte, restano sospese nell’aria come la protagonista di Ragazza che precipita, il racconto tratto dalla raccolta La boutique del mistero pubblicata nel 1966.
Storie paradossali eppure così aderenti alla contemporaneità – tanto la sua quanto la nostra – e per questo, dopo mezzo secolo, hanno ancora molto da insegnare.
Storie in cui Gioele Dix non nasconde di trovare molto di sé e di immedesimarsi nell’estrosità di pensiero, nella tagliente ironia e nel gusto per il paradosso. Elementi in cui si rispecchia e per questo fa suoi e li condivide con il pubblico.
Fa suoi ma con grande rispetto dell’originale: egli evita infatti quella forsennata ricerca di attualizzazione – nei contenuti e nei modi – comune a lavori di altri suoi colleghi che finiscono per disperdere lo spirito originario dell’opera.
Ringraziamo dunque l’attore milanese per offrire questo delizioso viaggio nel mondo di Buzzati, riprendendo brani interi di quei racconti che ci fanno sorridere e riflettere sin dall’adolescenza, valorizzandone l’eleganza della scrittura.
Un lungo applauso merita infine il talento di Valentina Cardinali, attrice in scena al fianco di Gioele Dix che, quale autore e regista di Dino Buzzati o l’incanto del mondo, ne premia la grande verve interpretativa con un ruolo di autentica coprotagonista e non relegandola a mera spalla comica.
Silvana Costa
Lo spettacolo continua:
Teatro Franco Parenti – Sala Grande
via Pier Lombardo, 14 – Milano
fino a domenica 20 marzo 2022
con obbligo di Green Pass Rafforzato
www.teatrofrancoparenti.itLa corsa dietro il vento
Dino Buzzati o l’incanto del mondo
drammaturgia e regia Gioele Dix
con Gioele Dix, Valentina Cardinali
scene Angelo Lodi
musiche Savino Cesario
costumi Marina Malavasi e Gentucca Bini
disegno luci Carlo Signorini
assistente alla regia Beatrice Cazzaro
audio Beppe Pelliciari – Mordente
produzione Centro Teatro Bresciano in collaborazione con Giovit
distribuzione: Retropalco srl
durata 1 ora e 20 minuti
In tour:
5 novembre
Belluno – Teatro Comunale22 novembre
Lanusei (NU) – Cineteatro Tonio Dei23 novembre
Oristano – Teatro Antonio Garau24 novembre
Macomer – Padiglione Tamuli26 novembre
Nuoro– Teatro Eliseo29 novembre
Lecco – Teatro Della Società30 novembre
Arzignano (VI) – Villa Teatro Mattarello1 dicembre
Conselice (RA) – Teatro Comunale2 e 3 dicembre
Bologna – Teatro Celebrazioni6 – 11 dicembre
Brescia – Teatro Sociale12 e 14 dicembre
Lugano – LAC16 dicembre
Carpi (MO) – Teatro Comunale17 dicembre
Castiglione Delle Stiviere (MN) – Teatro Sociale21 dicembre
Pergine Valsugana (TN) – Teatro Comunale