Giuseppe Scordio, forte della carismatica presenza in scena di Gianna Coletti, affronta un testo significativo di Giovanni Testori, ritratto di una società pronta a stravolgere le convenzioni di classe e sesso. Un’opera incredibilmente moderna e, al contempo, testimonianza del fallimento di una battaglia epocale.
Lo Spazio Avirex Tertulliano si avvia lentamente al congedo estivo dal suo pubblico e lo fa con grande stile, portando in scena la seconda nuova produzione della Stagione 2017/18, La Maria Brasca di Giovanni Testori. Si tratta di un autentico omaggio alla Milano popolare degli anni del boom industriale e al sublime cantore di quell’epopea.
La Maria Brasca – con l’articolo determinativo prima del nome come usa a Milano – vive nella periferia nord occidentale della città. È una donna non più giovanissima eppure non per questo rinuncia a prendersi cura si sé, a divertirsi e, soprattutto, ad amare con tutta la forza che il cuore le consente. Lo stipendio da operaia in un calzificio le garantisce ampia autonomia sebbene scelga di abitare con la famiglia della sorella Enrica per aiutarla economicamente a crescere i figli. La giustapposizione tra le due sorelle dà la dimensione di un’Italia divisa in due, tra due modi agli antipodi di essere donna. Tra un passato in cui la moglie è segregata in casa, in un progressivo abbrutimento senza ambizione alcuna, tollerando l’infedeltà del marito per la pace familiare, e un presente in cui iniziano a farsi strada rivendicazioni di parità sessuale ed emancipazione. La Maria Brasca anela alla libertà di vivere come lo spirito l’ispira; è l’antesignana delle odierne cougar: si compiace della relazione con Romeo Camisasca – pur con tutti i dubbi che una simile storia può suscitare nel cuore e nella mente – e non accetta critiche, soprattutto da quanti, come il cognato Angelo, conducono un’esistenza moralmente opinabile.
La Maria Brasca non è una commedia né un dramma: è un’istantanea di vita reale e come tale la porta in scena Giuseppe Scordio. Senza cercare una morale, senza fronzoli, senza inutili moniti al pubblico.
Non nascondiamo che il testo di Giovanni Testori risulta insidioso da rappresentare. Ci siamo accomodati sulle poltrone dello Spazio Avirex Tertulliano curiosi e – lo confessiamo – un po’ scettici ma sin dalle prime battute abbiamo sciolto ogni riserva. Giuseppe Scordio non ha lesinato nella scelta del cast: si è circondato di attori noti sulla scena cittadina, professionisti in grado di conferire pathos al complesso gioco di alleanze e disprezzo, di silenzi e urla tra i personaggi ideati da Testori. Il regista ha quindi optato per una scenografia minimale che non distraesse l’attenzione dalla ricchezza di emozioni della vita reale e per una colonna sonora d’antan che inducesse alla melaconia.
La Gianna Coletti offre al pubblico una Maria Brasca caratterizzata dal piglio vigoroso ed indaffarato tipico delle sciure milanesi: battagliera nel difendere la propria dignità ma dolce – quasi indifesa – in amore; attenta stratega che sa trarre informazioni utili anche dai pettegolezzi; premurosa quanto intransigente con la sorella che vorrebbe più simile a sé. L’attrice strappa con vigore la protagonista dalle pagine del copione per conferirle straordinaria tridimensionalità, sia fisica sia emotiva: la Maria unisce infatti in sé il fremito dell’adolescente innamorata e la sapienza della donna matura, la leggerezza di chi non ha nulla da nascondere – anzi freme dal desiderio di far invidia a tutto il caseggiato mostrandosi abbracciata al suo bel Romeo – e la severità nel contenere i capricci del giovane amante nullafacente. Gianna Coletti conquista il pubblico sin dal suo apparire in scena con una telefonata dall’alto tasso di sensualità – scandalosa per l’epoca – e lo invita a seguirla nel suo mondo.
Margò Volo, ammirata solo pochi mesi fa su questo stesso palcoscenico a dissertare con ironia di Scarpe!, dà prova di grande attrice abbandonando l’elegante aria glamour per un grembiule consunto, le calzette di spugna e i capelli arruffati di Enrica. Non esita infatti a mortificarsi nell’aspetto per conferire al suo personaggio non tanto l’allure di angelo del focolare rassegnato a subire i tradimenti del marito quanto l’immagine di una donna che gestisce con oculatezza il modesto bilancio famigliare, anteponendo le vacanze estive dei figli alla propria vanità, l’appagamento di madre alla valorizzazione della propria femminilità.
Stefano Annoni è Romeo Camisasca, il bijoux che la Maria Brasca ama sfoggiare con orgoglio, il toy boy dalla lingua lunga che si vanta delle sue mature conquiste, la preda ambita da tutte le ragazze del quartiere. Annoni ormai ha stabilito una grande famigliarità con questi personaggi belli e dannati della Milano operaia: egli è infatti il teddy boy che ammalia Pasolini ne La nebbiosa e il taciturno investigatore Duca Lamberti de I ragazzi del massacro, due recenti successi diretti da Paolo Trotti.
Per ultimo, ma solo per rispettare l’ordine di apparizione in scena, applaudiamo Giuseppe Scordio che, a differenza delle precedenti produzioni di Spazio Tertulliano, ha abbandonato il ruolo del protagonista maschile per interpretare Angelo, il cognato adultero della Maria Brasca. Un ruolo solo all’apparenza secondario, che con poche battute riesce a delineare la carica anticonformista della Maria e l’ipocrisia di una società maschilista, perbenista e ipocrita.
Il testo è datato 1960 eppure riesce a descrivere un contesto socio culturale molto simile a quello attuale, nonostante le condizioni di base siano tanto distanti e il panorama urbano profondamente rivoluzionato. E noi ci domandiamo che fine abbiano fatto le conquiste degli anni Sessanta e Settanta, ottenute a suon di cortei di protesta e cariche della polizia, se oggi ci ritroviamo si nuovo a codesto punto.
Silvana Costa
Lo spettacolo continua:
Spazio Avirex Tertulliano
via Tertulliano 70 – Milano
fino a domenica 27 maggio 2018
orari: giovedì, venerdì e sabato ore 21.00 – domenica ore 20.30
lunedì, martedì e mercoledì riposo
venerdì 18 e sabato 19 maggio non è prevista replica
www.spazioavirextertulliano.itLa Maria Brasca
di Giovanni Testori
regia Giuseppe Scordio
con Gianna Coletti, Giuseppe Scordio, Margò Volo e Stefano Annoni
disegno luci Ian Orsatti
scelte musicali Giuseppe Scordio
produzione Spazio Tertulliano
prima nazionale