Grazie a immagini d’archivio e a un reportage realizzato in questi ultimi mesi da Francesco Radino – uno dei Maestri della fotografia italiana – la mostra organizzata alla Casa dell’Energia e dell’Ambiente di Milano conduce alla scoperta dei luoghi dove nasce l’energia elettrica.
A Milano, all’alba del XX secolo, è in corso una frenetica attività per dotarsi di un sistema d’illuminazione elettrico: non è questa una mera necessità funzionale ma un’importante occasione di modernizzazione sociale e culturale. Risale in realtà al 1883 l’inaugurazione della prima centrale termoelettrica – la prima in assoluto di tutta l’Europa continentale – in via Santa Radegonda, di fianco al Duomo. In breve tempo però quell’impianto si rivela inadeguato a soddisfare le esigenze della città e gli ingegneri devono sviluppare nuovi e più complessi progetti. Prendono così il via, a Cassano d’Adda e in Valtellina così come in punti urbani strategici, i lavori di realizzazione di nuove centrali, colossali dighe, officine del gas, stazioni ricevitrici e monumenti elettrici. In molti dei team di progettazione, attivati durante la Prima Guerra Mondiale e nel decennio successivo per far fronte all’impennata della richiesta energetica, ricorre il nome di un giovane architetto: Piero Portaluppi, allora neolaureato ma poi uno dei professionisti più contesi dalla committenza milanese. Sua la pittoresca centrale del Roasco, a Grosio (1918-22), decorata con merlature alla guisa di una fortificazione medievale, in omaggio ai ruderi del Castello Visconti Venosta che sorgono sui rilievi alle sue spalle.
Probabilmente poche sedi avrebbero potuto essere un luogo più appropriato della Casa dell’Energia e dell’Ambiente – la sede della Fondazione AEM ricavata nella ex sottostazione elettrica di piazza Po – per esporre la rassegna fotografica Architettura, industria e paesaggio nelle immagini di Francesco Radino e degli Archivi Storici Aem. Sul camminamento, affacciato sull’imponente spazio a tutta altezza un tempo destinato all’alloggiamento dei macchinari e oggi dedicato alla didattica, si fronteggiano storia e innovazione, bianco e nero e colore, in un continuo gioco di assonanze tra passato e presente, tra Nord e Sud Italia. Acqua, aria, fuoco e terra, gli elementi naturali che, secondo i filosofi dell’antica Grecia, danno origine alla materia, sono il filo conduttore della mostra curata da Francesco Radino e Fabrizio Trisoglio. È un viaggio tra valli e boschi, sino a giungere alle porte dei grandi centri urbani, per scoprire dove e come nasce quell’energia cui la vita moderna sembra non poter più rinunciare. Alle diverse latitudini, l’uomo si ingegna per sfruttare le risorse messe a disposizione dalla natura per produrre elettricità; scorrono così, sotto gli occhi dei visitatori, le emozionanti fotografie delle dighe valtellinesi, dei termoutilizzatori, della centrale termoelettrica di Monfalcone o, ancora, degli impianti idroelettrici nel crotonese.
Il servizio fotografico realizzato da Francesco Radino è una sorta di aggiornamento e ampliamento dell’incarico conferitogli trent’anni fa da AEM: documentare con Gabriele Basilico e Gianni Berengo Gardin le centrali in Valtellina. Lo stesso Radino, nel catalogo che accompagna la mostra, ricorda quell’esperienza (citando Civiltà delle macchine, un brano scritto per Francesco Radino, Fotografie 1982-1994, Milano, Skira, 1995, p.72): “Quando vidi le prime turbine rimasi come folgorato: erano macchine enormi, nere, lucenti. Se ne stavano ordinatamente in fila, ronzando all’infinito come giganteschi calabroni operosi governati da una volontà invisibile. Mi capitò in seguito di imbattermi in altri prodigiosi macchinari: erano aerei, navi, treni e motori costruiti dentro rumorosi edifici industriali popolati da robots infaticabili che scandivano i tempi di quello che noi chiamiamo progresso”.
Le stampe fotografiche di grande formato aiutano a rendere l’imponenza delle infrastrutture paesaggistiche e dei “macchinari neri” che vi trovano alloggio. Le centrali sono edifici maestosi e luminosi, autentiche cattedrali in cui si celebrano i riti del progresso tecnologico: non è certamente un caso che tra gli impianti di nuova generazione sia presentato il Termovalorizzatore Silla 2 (1997-2001), insignito nel 2003 dalla Triennale di Milano della Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana per la committenza privata. L’edificio reca la firma dello studio di architettura Quattroassociati, celebri autori di edifici sacri in cui la luce naturale è gestita con maestria per scolpire lo spazio. La tecnologia si combina all’architettura di qualità per dar vita a strutture possenti ma capaci di entrare in dialogo con l’ambiente, naturale o antropizzato che sia.
Silvana Costa
La mostra continua:
Casa dell’Energia e dell’Ambiente
piazza Po, 3 – Milano
fino a venerdì 27 gennaio 2017
orario: da lunedì a venerdì 9.30 – 17.00
ingresso libero
www.fondazioneaem.itLe cattedrali dell’energia
Architettura, industria e paesaggio nelle immagini di Francesco Radino e degli Archivi Storici Aem
a cura di Francesco Radino e Fabrizio TrisoglioCatalogo:
Le cattedrali dell’energia
Architettura, industria e paesaggio nelle immagini di Francesco Radino e degli Archivi Storici Aem
a cura di Francesco Radino e Fabrizio Trisoglio
Fondazione Aem – Gruppo A2A
23x21cm; 96 pagine; cartonato