Un viaggio a tappe in metropolitana nella Milano di un futuro prossimo per scoprire l’evoluzione di usi e costumi della capitale economica d’Italia.
“L’imperatore non ha niente addosso!” urla il bambino additando il sovrano che sfila nudo per le vie della città ne I vestiti nuovi dell’imperatore di Andersen. Analogamente i cinque autori di M8 – Prossima fermata Milano mettono in scena con tanta ironia e un pizzico di cinismo i difetti della metropoli italiana per antonomasia.
M8 si compone di quattro episodi della durata di un viaggio dalla periferia al centro, storie paradossali eppure straordinariamente verosimili: quanti, attendendo un mezzo di trasporto pubblico, non hanno mai intavolato discussioni con sconosciuti come quella tra le due donne di Aspettando MM?
Camilla Mattiuzzo, Carlo Guasconi, Pablo Solari, Magdalena Barile e Davide Carnevali sono la nuova generazione di autori coinvolti nello spettacolo a episodi e portano una ventata di freschezza a teatro con i loro quattro pezzi. Autori giovani ma non giovanissimi, tutti con importanti esperienze alle spalle, sfacciati e irriverenti quanto basta per non farsi intimidire dalle convenzioni sociali meneghine.
Autori di pezzi brevi, in linea con l’atteggiamento milanese di arrivare subito al sodo, magari con un tocco di aggressività, senza inutili giri di parole perché, come ricorda il signor Imbruttito, “il tempo è denaro e bisogna fatturare”.
Pezzi divertenti in un crescendo di comicità che scaturisce dal recitativo e dalla mimica, dai doppi sensi e dalle allusioni. Si ride degli attori in scena ma pure delle situazioni descritte senza clemenza alcuna.
Pezzi che fanno a pezzi i miti cittadini, dai piccioni all’edonismo, da Giorgio Armani al sindaco Sala, puntando il dito come il bambino della fiaba di Andersen contro il Bosco Verticale e proponendo soluzioni che gli diano un effettivo senso in termini ambientali. Miti e storia alimentati a dismisura dall’orgoglio cittadino che talvolta sembra non considerare che, oltre l’anello della tangenziale e la coltre di nebbia, si estende un mondo altrettanto bello ed evoluto.
Milano, come ricordano gli autori, pur vantando una storia millenaria e ospitando capolavori che attraggono appassionati d’arte da tutto il mondo, non basa l’intera sua economia sul turismo ma, applicando gli insegnamenti dei tycoon della finanza, diversifica i settori: dall’industria al commercio, dalla moda al design, dal terziario alle produzioni porno. M8 racconta una città in continua trasformazione ma non necessariamente in evoluzione: capitale economica d’Italia è la cartina tornasole di tante problematiche connesse all’involuzione del mercato del lavoro. Delivery Service di Carlo Guasconi e Pablo Solari denuncia le condizioni dei ryders che, in sella alle biciclette, soddisfano i nuovi bisogni dei milanesi, in un circolo vizioso che crea nuove esigenze man mano i vecchi capricci vengono esauditi. Quel che resta del porno di Magdalena Barile va invece ampiamente al di là delle boccaccesche aspettative che il titolo può lasciar intuire e lancia profondi spunti di riflessione su una città dove la maggior parte del capitale umano è costituito da immigrati obbligati a riporre competenze e aspettative, entrando nel mercato del lavoro dal livello più infimo e a paga irrisoria. Un mercato del lavoro basato più sul nepotismo che sulla meritocrazia.
Reincollare le zampe ai piccioni e altre proposte geniali per migliorare Milano in vista delle Olimpiadi invernali del 2026 di Davide Carnevali mostra Fabrizio Lombardo nei panni del giovane creativo spavaldo e ipereccitato nell’illustrare i propri progetti per aumentare l’offerta di intrattenimento in occasione dei giochi olimpici. Lombardo sciorina sondaggi e grafici a supporto di idee surreali, per laboratori per bambini e iniziative per adulti, ponendosi come la perfetta combinazione tra l’imbonitore di televendite e un rampante manager in una città dove il dominio assoluto è in mano ai creativi.
M8 – Prossima fermata Milano va in scena con l’allestimento minimalista di Nani Waltz composto da una sorta di scultura postmoderna che di episodio in episodio rivela la propria duttilità. Ai piedi di siffatto oggetto di design si sviluppano le quattro storie, ciascuna ambientata a una differente fermata dell’immaginaria linea 8 della metropolitana milanese. Considerati i tempi di realizzazione dovrebbe essere un futuro molto lontano eppure si connota come non molto distante dall’attuale contemporaneità.
Al dovuto tributo alla dissacrante visionarietà degli autori deve necessariamente aggiungersi il plauso a Francesco Aricò, Giorgia Coco, Natascia Curci, Fabrizio Lombardo e Giorgio Rosa – in rigoroso ordine alfabetico – che sanno rendere verosimili storie surreali e conferire umanità a quei personaggi introversi, boriosi ed ego riferiti che sempre più spesso si incrociano in metropolitana.
Silvana Costa
Lo spettacolo continua:
MTM Teatro Leonardo
via Andrea Maria Ampère, 1 – Milano
fino a domenica 8 dicembre 2019
orario: da giovedì a sabato 20.30
domenica 16.30
www.mtmteatro.itM8 – Prossima fermata Milano
autori Camilla Mattiuzzo, Carlo Guasconi, Pablo Solari, Magdalena Barile, Davide Carnevali
ideazione e regia Aldo Cassano
con Francesco Aricò, Giorgia Coco, Natascia Curci, Fabrizio Lombardo, Giorgio Rosa
sound design Antonio Spitaleri
costumi Lucia Lapolla
light design Giuseppe Sordi
scene Nani Waltz
illustrazioni Amalia Arosio
poster Ehsan Mehrbakhsh
coordinamento autori Greta Cappelletti
organizzazione Vanessa Radrizzani
durata dello spettacolo: 90 minutiPRIMA FERMATA
Aspettando MM
di Camilla Mattiuzzo
con Giorgia Coco, Natascia CurciSECONDA FERMATA
Delivery Service
di Carlo Guasconi, Pablo Solari
con Francesco Aricò, Fabrizio LombardoTERZA FERMATA
Quel che resta del porno
di Magdalena Barile
con Francesco Aricò, Giorgia Coco, Natascia Curci, Giorgio RosaQUARTA FERMATA
Reincollare le zampe ai piccioni e altre proposte geniali per migliorare Milano in vista delle Olimpiadi invernali del 2026
di Davide Carnevali
con Fabrizio Lombardo