Sono in mostra a Milano fino al 20 ottobre le tavole realizzate da Fernando Carcupino a metà degli anni Sessata per illustrare su Grazia ed Epoca le indagini del commissario Maigret.
WOW Spazio Fumetto di Milano celebra i novant’anni dalla nascita del commissario Maigret esponendo trenta delle tavole ispirate alle sue avventure, mirabilmente eseguite da Fernando Carcupino (1922/2003). Questa serie di illustrazioni è solo una piccola porzione della produzione dell’artista milanese, un saggio della fertile creatività e delle potenzialità narrative, un lavoro commissionatogli da Mondadori per accompagnare i romanzi ancora inediti della saga di Maigret pubblicati a puntate sui settimanali Grazia ed Epoca.
La leggenda – elaborata dalla fertile fantasia dello stesso Georges Simenon – vuole che nel nebbioso inverno del 1929, durante la navigazione tra Paesi Bassi e Francia a bordo dell’Ostrogoth, sia stato scritto Pietro il lettone, primo di una fortunata serie di romanzi con protagonista il commissario Maigret. L’opera viene pubblicata dall’editore Fayard solo due anni dopo, un’esitazione giustificata dal trovarsi dinnanzi a un personaggio completamente differente dai detective-fenomeni sino ad allora in auge. Se Sherlock Holmes e Auguste Dupin affrontano senza fallo casi surreali in cui risaltano logica investigativa, competenze multidisciplinari e saccente esposizione, Jules Amédée François Maigret è un poliziotto vecchia maniera, che si confronta con ordinarie storie di violenza e dolore. Egli esplora la scena del crimine in silenzio – sovente dando l’impressione ai testimoni di vagare a vuoto – e ha una forte capacità introspettiva per merito, o colpa, della drammatica storia che ha alle spalle. Maigret è un esponente della piccola borghesia, un uomo che conosce tutta la gamma infinita dei sentimenti umani, inclusi sconfitta, collera e smarrimento, in virtù dei quali riesce a immedesimarsi nelle logiche dei criminali e a risolvere i casi. Casi che, proprio per questo motivo, non sempre si concludono con il colpevole assicurato alla giustizia.
Arnoldo Mondadori nel 1931 acquisisce i diritti per tradurre e pubblicare in italiano tutti i lavori di Georges Simenon, inclusa la saga del commissario Maigret. All’epoca i generi giallo, poliziesco e noir sono letture prettamente maschili ma, al termine della guerra, l’editore compie l’inatteso gesto di far uscire i romanzi inediti di Maigret su Grazia prima ancora di pubblicarli in volume. Grazia è un settimanale fondato nel 1938 destinato alla donna moderna. Nel 1946 si svolgono in Italia le prime elezioni a suffragio universale: i tempi stanno cambiando e così le aspettative femminili che puntano all’emancipazione e alla parità di genere. Mondadori, divulgando tramite Grazia i romanzi di Simenon, abbraccia una strategia editoriale che dimostra una notevole sensibilità e attenzione alle dinamiche sociali in corso e viene ripagata con un’impennata delle vendite.
Le avventure di Maigret escono a puntate accompagnate dalle tavole di Fernando Carcupino, il pittore di gran talento che sin dagli anni Trenta, ancora adolescente, collabora con la casa editrice con il doppio ruolo di umorista e illustratore per Settebello, il giornale diretto da Cesare Zavattini e Achille Campanile.
Nel corso dei decenni sono molti gli attori che si sono confrontati con Maigret, sia in televisione che al cinema – attendiamo ora al varco Gérard Depardieu diretto da Patrice Leconte – e Carcupino sceglie per la sua versione del commissario il rassicurante volto di Gino Cervi che lo impersona dal 1964 al 1972 in una fortunata serie di sceneggiati Rai. Dalle pellicole Carcupino non media solo il protagonista delle sue storie ma anche il linguaggio. Ciascuna tavola ha un colore dominante che ne suggerisce l’atmosfera psicologica, dai toni caldi del rosso e dell’arancione, che sottolineano l’imminente colpo di scena o invitano a perlustrare la stanza del delitto con grande attenzione, ai più freddi blu e verde che marcano le pause di riflessione del commissario. La figura massiccia di Cervi-Maigret è cromaticamente stemperata nella scenografia e non sempre è collocata in primo piano, eppure l’occhio dell’osservatore cerca d’istinto il suo volto baffuto e lo esplora in ogni sfumatura espressiva, per intercettarne le elucubrazioni. L’ispezione prosegue seguendo lo sguardo sempre greve di Maigret, tentando di capire cosa abbia catturato il suo interesse e perché. Il lettore si dedica quindi all’analisi della restante parte della composizione. Carcupino in questo modo sintetizza in una singola illustrazione un complesso piano sequenza.
Ogni tavola in mostra ha una didascalia che ne indica non solamente dimensioni, tecnica e numero della rivista su cui è uscita: essa riporta il passaggio esatto del capitolo cui fa riferimento. Non dobbiamo scordare che queste tavole sono concepite per accompagnare un testo e Carcupino ha la non comune dote di costruire scene complesse, dalla straordinaria profondità, in cui riesce a dar corpo all’azione in corso, far capire cosa è accaduto e lasciar presagire gli sviluppi futuri.
Nelle illustrazioni di Carcupino, tra i personaggi che ruotano attorno a Maigret non è raro trovare anche donne estremamente affascinanti ma il commissario le guarda con assoluto disinteresse, confermando l’apatia sessuale allusa da Simenon in tanti passaggi dei romanzi. Louise, la moglie di origini alsaziane, a sua volta è presentata ora con atteggiamento premuroso e sguardo apprensivo – quasi materno – ora complice di riflessioni a voce alta per anticipare le mosse dell’assassino di turno.
L’allestimento proposto al museo vuole ricreare il commissariato di polizia e la successione delle tavole conduce i visitatori dall’ingresso all’ufficio di Maigret. Lì, alle spalle della severa scrivania è appesa una cartina di Parigi su cui sono conficcate bandierine numerate in modo che ciascuna faccia riferimento a una delle illustrazioni esposte. Di fianco, su una libreria fanno bella mostra di sé l’immancabile bottiglia di calvados e alcuni romanzi di Simenon; l’appendiabiti spoglio indica che il commissario è fuori per indagini. Volendo attendere il suo ritorno, si può indugiare ad ammirare il contenuto delle due teche che completano l’arredo: una contenente gli attrezzi del mestiere di Fernando Carcupino e l’altra con edizioni d’epoca di Grazia aperte alla pagina con le avventure di Maigret.
Silvana Costa
La mostra continua:
WOW Spazio Fumetto
Museo del Fumetto, dell’Illustrazione
e dell’Immagine animata di Milano
viale Campania 12 – Milano
fino a domenica 20 ottobre 2019
orari martedì – venerdì 15.00 – 19.00; sabato e domenica 15.00 – 20.00
lunedì chiuso
ingresso libero
www.museowow.itIl commissario Maigret
I romanzi di Simenon nell’arte di Carcupino
a cura di Venanzio Alberti, Andrea Cassone
testi di Stefania Carcupino, Luca Bertuzzi
hanno collaborato all’allestimento Susanna Fracalanci, Anna Cavalleri
archivio e ricerca iconografica Marcella Carcupino, Demetra Alberti