Luciano Bambusi racconta la vita di Margot Minnelli, dai piccoli gesti della routine quotidiana alla trasformazione in una diva hollywoodiana. Le fotografie riescono ad andare oltre l’apparenza creata con strati di cerone, piume e lustrini per far emergere da un’occhiata fugace, una smorfia o un gesto l’anima della persona e la tenacia della professionista.
A Casa Museo Spazio Tadini, tra i materiali di studio e lavoro dell’artista morto quasi vent’anni fa, sono esposte sino al 20 ottobre le fotografie di Luciano Bambusi a Margot Minnelli.
Le stanze dove Emilio Tadini amava realizzare dipinti, disegni, sculture in vetro e ferro, immagini per la pubblicità ma anche saggi, romanzi e poesie sono oggi inserite nell’elitario gruppo delle case-museo milanesi. L’edifico risale agli anni Venti del secolo scorso: è uno dei primi palazzi in cemento armato della città e la strana distribuzione interna è dovuta al fatto che in origine era sede delle Grafiche Marucelli, una tipografia e casa editrice di proprietà del nonno dell’artista. La casa-museo è allestita per esporre il lavoro e, più in generale, il mondo di Tadini, mantenendo intatte le stanzette zeppe di libri e quaderni e le sale tappezzate di dipinti. Visitandola ci si imbatte anche in macchinari della vecchia tipografia. Una porzione dello spazio – distribuito su più livelli – è destinato a mostre di artisti emergenti in memoria del ruolo di Presidente dell’Accademia di belle arti di Brera ricoperto da Tadini dal 1997 al 2000, a coronamento del suo spendersi per le nuove generazioni di talenti.
Luciano Bambusi non è decisamente un emergente nella professione di fotografo – così come Maria Mulas che espone in altre stanze della casa – ma da anni è ospite affezionato di questa sede dove presenta i suoi fotodocumentari, a iniziare da quello dedicato a Piero Mazzarella la cui carriera di attore teatrale si è incrociata con quella di Tadini. Bambusi affianca a meticolosi ritratti di singoli personaggi reportage su tematiche sociali d’attualità, dalla comunità islamica ai centri di accoglienza per extracomunitari. Guardando le fotografie realizzate si nota il grado di forte intimità che riesce a instaurare con i soggetti davanti all’obiettivo che vedono in lui un professionista capace di comprendere e divulgare efficacemente le loro problematiche e non un estraneo che li spia e giudica.
Si coglie questo clima anche nelle fotografie scattate a Margot Minnelli che gli spalanca le porte di casa e quelle del camerino mentre è intenta nella trasformazione in una delle dive della vecchia Hollywood che impersona. La mostra, a cura di Melina Scalise, consta di 35 fotografie in bianco e nero, una selezione estremamente ridotta degli scatti prodotti da Luciano Bambusi nell’arco di cinque anni ma sufficiente a fare un ritratto vibrante, con i suoi momenti di luce e di ombra.
“Il mio nome anagrafico è Airton, a San Paolo, a scuola, mi chiamavano Fiorellino. A quindici anni ho capito che mi sentivo donna. In Brasile e in Italia ho studiato teatro e regia cinematografica, ma non è facile trovare un lavoro se vuoi vivere da donna” racconta la protagonista alla stampa. Non sappiamo gli altri visitatori ma noi personalmente ci siamo emozionate visitando la mostra e, come donne, ci sentiamo molto vicine a Margot. Dopo anni di battaglie per la parità di genere le donne ancora faticano ad affermarsi nel mondo del lavoro per quello che sono: esse devono venire a compromessi, indossare un’armatura o una maschera per scendere in campo e sperare di non farsi troppo male.
Sovente si guarda con rispetto e ammirazione a chi ce l’ha fatta e si cerca di seguirne le orme e imparare dai loro errori. Più che errori c’è tanta sofferenza – che in alcuni casi sfocia in abusi di alcool e medicinali e causa morte prematura – nelle biografie di Marlene Dietrich, Marilyn Monroe, Liza Minnelli e Carmen Miranda, le dive interpretate da Margot Minnelli. Noi ci auguriamo che i tempi bui di questa deliziosa attrice siano ormai consegnati alla memoria anche se, quando è assorta, Luciano Bambusi riesce a catturare una nuvola di tristezza che le attraversa il volto.
Non è semplice la vita di Margot, come quella di ogni donna, divisa tra gli spettacoli e lo studio, con poco tempo che rimane per sé. Sin dai primi scatti che accolgono il visitatore in mostra, si coglie la professionalità di un’attrice che si prepara con meticolosità per calarsi nei panni, nelle movenze e nel mood della diva di turno. Le immagini nei momenti di relax, siano in casa o in un caffè, rivelano un po’ di stanchezza ma l’occhio brilla di soddisfazione e orgoglio, come quando si esibisce sul palco tra l’entusiasmo e l’amore del pubblico.
Le fotografie dedicate alla vita professionale e quelle dei momenti privati dell’artista sono scisse e collocate in due ambienti separati ma comunicati della Casa Museo Spazio Tadini a simbolica allusione della personalità di Margot Minnelli scaturita dalla somma di entrambi. In realtà anche molto di più: l’abbiamo incontrata al vernissage e siamo state travolte dalla sua grande dolcezza e da quel musicale accento brasiliano che forse è l’unico dettaglio che Luciano Bambusi non è riuscito a catturare con l’obiettivo.
Silvana Costa
La mostra continua a:
Casa Museo Spazio Tadini
Via Niccolò Jommelli, 24 – Milano
fino a domenica 20 ottobre 2019
orari mercoledì – sabato 15.30-19.30
domenica su prenotazione
ingresso libero
visite guidate al museo e alle mostre 5 euro
https://spaziotadini.com/Margot Minnelli
fotografie di Luciano Bambusi
a cura di Melina Scalise
in collaborazione con Consolato Generale del Brasile a Milano