Milano festeggia gli ottant’anni di Oliviero Toscani con una ricca mostra a Palazzo Reale a cura di Nicolas Ballario.
Il protagonista indiscusso dell’estate 2022 a Palazzo Reale di Milano è Oliviero Toscani. La città in cui è nato e da cui è partito alla scoperta del mondo con la macchina fotografica al collo gli rende omaggio in occasione del suo ottantesimo compleanno con la mostra Oliviero Toscani. Professione fotografo a cura di Nicolas Ballario, visitabile sino al 25 settembre.
Fotografo, per quanto formalmente corretto, è un termine riduttivo per descrivere il peso che le immagini realizzate da Toscani hanno avuto nello stimolare il dibattito socio-culturale e politico per oltre mezzo secolo. Sin dal debutto nel mondo professionale alla metà degli anni Sessanta la sua missione è documentare il nuovo che avanza, amplificando la cesura che si viene a creare con il modo di essere, vivere e narrare precedente: la swinging London, la cultura underground newyorkese, Elvis, i Beatles, Mick Jagger, Alice Cooper Lou Reed, Patti Smith, Muhammad Ali, Man Ray, Keith Haring. Non mancano poi le glorie italiane: Federico Fellini, Carmelo Bene, Raffaella Carrà, Oriana Fallaci, Ettore Sottsass e gli stilisti Missoni, Valentino, Armani e, soprattutto, Elio Fiorucci. Un mondo nuovo che richiede nuove modalità di racconto, dirompenti al limite dello scandaloso ma assolutamente mai banali o gratuite.
Oliviero Toscani ritiene il ruolo del fotografo non debba essere tanto quello del creativo impegnato a cercare idee, quanto essere testimone del proprio tempo. La sua fortuna, come ama ricordare in più occasioni, risiede proprio nell’essere un situazionista, richiamando alla mente il movimento nato nella seconda metà degli anni Cinquanta e basato sul creare e sul partecipare a momenti di vita collettiva, lasciando si generino sinapsi tra gli individui. Toscani, come raccontano le foto scattate ai quattro angoli della Terra presenti in mostra, viaggia esplorando e partecipando al fermento in atto a Parigi, Londra e New York dove instaura un rapporto di amicizia con Andy Warhol che gli fa persino da modello per la campagna pubblicitaria di Polaroid.
Ogni medaglia ha un rovescio e Oliviero Toscani non si sottrae al dovere morale di indicare i problemi e le ipocrisie del sistema. Impossibile dimenticare celeberrime campagne di denuncia quali quella del 2007 volta a mostrare i segni distruttivi dell’anoressia su una delle tante modelle sfruttate dall’industria della moda: a Palazzo Reale quel manifesto, affisso nel corso della settimana delle sfilate milanesi, è messo in dialogo con le immagini di un reportage realizzato nelle aree più povere dell’Africa. Negli anni precedenti Toscani si esprime contro la pena di morte, il razzismo e le guerre per avere accesso all’acqua; supporta le unioni gay; crea consapevolezza sull’HIV e sulle modalità per evitarne la trasmissione per via sessuale. In mostra è presente l’iconica fotografia con i preservativi colorati, protagonista di una campagna di United Colors of Benetton.
Alla fine degli anni Ottanta Oliviero Toscani stabilisce un interessante sodalizio lungo poco più di un decennio con Benetton, ottenendo la possibilità di promuoverne i prodotti accostando a immagini convenzionali di modelli sorridenti altre attestanti impegno sociale. È un sodalizio consegnato agli annali della comunicazione che a ogni nuova stagione riesce a scuotere l’opinione pubblica e, al contempo, a incrementare il fatturato dell’azienda di moda trevigiana almeno sino al 2000 quando in America, dopo la campagna contro la pena di morte, vengono boicottati i prodotti Benetton. La magia si rompe, il rapporto si incrina ma nelle sale di Palazzo Reale sono esposte molte delle fotografie realizzate durante gli anni felici, immagini rimaste indelebilmente stampate nella memoria: il bacio tra il prete e la suora, la divisa insanguinata, le donne che piangono l’ennesima vittima di mafia, il filo spinato, i cuori e i campioni di sangue di persone di diverse etnie accostati tra loro a dimostrare l’uguaglianza degli esseri umani, il poliziotto e il criminale ma pure il neonato con ancora il cordone ombelicale, il lupo e l’agnello e i sorrisi dei bambini con indosso maglioni coloratissimi.
Un sodalizio che nel 1994 porta alla nascita di Fabrica, il centro di ricerca sulla comunicazione del gruppo Benetton. La ricerca continua e, soprattutto, il contribuire allo sviluppo dei giovani talenti è alla base di quello che Susanna Crisanti – collaboratrice e curatrice di testi e mostre su Oliviero Toscani – nel catalogo definisce “il “sistema Toscani”: Fabrica, La Sterpaia, Olivierotoscanistudio, Toscani Circus. Contenitori di menti e progetti dove la mediocrità è bandita. Architetti, fotografi, grafici, redattori, videomaker lavorano in squadra” (pag. 25). A La Sterpaia si forma anche il curatore della mostra, Nicolas Ballario, oggi noto divulgatore di arte contemporanea e fotografia, capace di far arrivare artisti e stili al grande pubblico con immediatezza.
Oliviero Toscani. Professione fotografo attraversa i sessant’anni della produzione di Toscani che, confida a Ballario, “ho fatto il fotografo perché ero figlio di fotografo. Allora funzionava così” (pag. 26 del catalogo). Suo padre Fedele Toscani (1909-1983) è autore di celebri servizi giornalistici: Wallis Simpson ed Edoardo d’Inghilterra in vacanza sul lago di Como, i cadaveri di Mussolini e Claretta Petacci a piazzale Loreto, il Giro d’Italia, il reportage nei manicomi a supporto della legge Basaglia e i ritratti ai personaggi del momento, da Churchill a Hitler in visita a Roma, da Picasso a Montanelli. Fedele Toscani pubblica principalmente sul Corriere della Sera ma fonda anche con un socio l’agenzia Publifoto e anni dopo, da solo, la Rotofoto.
Fotografo è anche Mariarosa, la sorella di Oliviero, che appena diciottenne lascia l’Accademia di Belle Arti di Brera per aiutare il padre. Successivamente al matrimonio con Aldo Ballo, Mariarosa nel 1953 fonda lo studio Ballo+Ballo, ancor oggi insuperabile punto di riferimento per quanti si cimentano con la fotografia di design. La mostra rende omaggio al lavoro di Fedele Toscani e di Ballo+Ballo con una rassegna di immagini posta a premessa del percorso espositivo che, anche da sola, vale la visita.
Quando è la volta di Oliviero di accedere alla professione i famigliari lo inducono a raffinare tecnica e cultura fotografica frequentando un corso serio: la scelta ricade sulla Kunstgewerbeschule di Zurigo, una scuola che vanta la presenza di Johannes Itten, il maestro del colore della Bauhaus, quale preside e di alcuni dei più importanti grafici e fotografi del mondo quali docenti. Inizia così la straordinaria avventura riassunta nelle sue tappe principali da Nicolas Ballario nelle sale di Palazzo Reale, scegliendo di esporre le fotografie stampate in grande formato, evocando i manifesti pubblicitari che hanno portato Oliviero Toscani nelle vite di tutti noi.
Il percorso, salvo alcune sale monotematiche come quella dedicata alle copertine di Elle, si sviluppa giocando su contrasti e assonanze, accostando per esempio fotografie a condanna della guerra, ritratti agli avventori del Max’s Kansas City (1975) con i loro look stravaganti – il club è considerato il catalizzatore della cultura underground di New York – e, sulla parete di fronte, i volti rassicuranti delle madri con i propri figli e quelli gioiosi degli alunni di una scuola multietnica. Lì, in una manciata di metri quadrati, si assiste a un autentico inno alla vita, a un’esortazione ad accettare quelle diversità etniche, politiche, culturali o anche solamente di estro con cui, attraverso l’abito, si esprime la propria personalità.
Il filo conduttore di sessant’anni di lavoro di Oliviero Toscani alla fine sembra non essere altro che il tentativo di fotografare l’infotografabile: l’essenza dell’essere umano, quell’elemento che lo rende unico in una società via via sempre più globalizzata e omologata. Un’unicità che va ben al di là dell’etnia. Una ricerca morfologica che, per le foto di moda, gli fa preferire lavorare con modelle alle prime armi per coglierne la freschezza non ancora artefatta e, per sua curiosità antropologica, dal 2007 lo fa errare per le piazze di mezzo mondo con il progetto Razza Umana a ritrarre quante più persone possibile. Modelle e persone comuni, per servizi su commissione o ricerca personale, posano tutti davanti a quel fondo bianco su cui sono putate le luci dirette a esaltare colori e tratti somatici divenuto nel tempo cifra stilistica di Toscani.
Segnaliamo infine che dal 22 settembre al 29 gennaio 2023 Palazzo Reale di Milano ospiterà un’altra interessante mostra antologica dedicata a uno dei maestri della fotografia contemporanea: Richard Avedon. Relationships.
Silvana Costa
La mostra continua a:
Palazzo Reale
piazza Duomo, 12 – Milano
fino a domenica 25 settembre 2022
www.palazzorealemilano.itOliviero Toscani
Professione fotografo
a cura di Nicolas Ballario
progetto di allestimento BC Progetti di Alessandro Baldoni e Giuseppe Catania
con Francesca Romana Mazzoni
lighting designer Sater
progetto immagine coordinata e grafica di mostra Angela Scatigna
una mostra Palazzo Reale, Comune di Milano – Cultura, ArthemisiaCatalogo:
Oliviero Toscani
Professione fotografo
saggi di Nicolas Ballario, Luca Beatrice e Susanna Crisanti
Skira, 2022
24 × 28 cm, 304 pagine, cartonato
prezzo: 32,00 euro
www.skira.net