Omaggio a Gae Aulenti

È in corso a Torino una mostra che vuole celebrare la grande versatilità creativa di uno tra i più celebri architetti italiani.

La Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli dedica una mostra a Gae Aulenti, forse una delle prime monografiche organizzate dopo la sua morte, avvenuta ormai quattro anni fa. Lo scopo dell’esposizione è illustrare l’eclettismo della produzione di questa straordinaria progettista, autrice di autentici capolavori della storia dell’architettura e del design del XX secolo. Omaggio a Gae Aulenti è un evento complesso che unisce l’aspetto professionale – rappresentato da disegni, plastici e fotografie provenienti direttamente dall’Archivio ospitato in quello che era lo studio milanese – e il racconto di chi le stava a fianco e decide di sfogliare l’album dei ricordi privati, delle amicizie e degli interessi di una vita. La curatela è affidata alla nipote Nina Artioli che, in una delle fotografie esposte, è ritratta bambina, con caschetto e calzette rosse, mentre accompagna la nonna durante un sopralluogo al cantiere del Musée d’Orsay.
La mostra ha un impianto semplice che, allegoricamente, richiama la metodologia operativa dell’architetto Aulenti. La prima sala del percorso di visita è dedicata alla sfera più intima: le fotografie private e quelle della casa-studio milanese (1974), un grande spazio a doppia altezza saturo di libri e oggetti di design, di opere d’arte e semplici ricordi di viaggio, di piante e tanta luce naturale. Attorno a quest’ambiente si dipanano le altre sale: a volte comunicanti tra loro, in perfetta sequenza; altre sfasate per obbligare il visitatore a tornare sui suoi passi, rivedere un’idea e ammirarla poco più in là declinata in un nuovo progetto, ad una scala diversa, in un unicum in perenne movimento che, come una galassia, ruota attorno a un nucleo centrale irradiante energia. Energia che, in questo caso, è la raffinata intelligenza di Gae Aulenti che pervade le sale, ciascuna caratterizzata da una propria tipologia di “oggetti”, di differenti ordini di misura – dalla lampada all’intervento di scala urbana – eppure accomunati da una meticolosa cura nei dettagli e da guizzi di genialità. Ogni problema per Gae Aulenti si trasforma in una sfida da risolvere. Ogni necessità scatena la creatività. È indubbiamente emblematica, a tal proposito, l’invenzione di Cestello, il sistema di illuminazione ideato con Piero Castiglioni ad hoc per Palazzo Grassi (1986) affinché si prestasse a tutte le necessità allestitive delle mostre temporanee che sarebbero state ospitate in questa sontuosa dimora veneziana. Cestello, entrato anni dopo nel catalogo di lampade di iGuzzini, è ora utilizzato nei più importanti musei e gallerie di tutto il mondo.
Ritroviamo nei lavori di Gae Aulenti la grande passione per l’arte in ogni sua forma, rafforzata dall’amicizia con pittori, registi e intellettuali, con cui ha avuto modo di collaborare nel corso della carriera. Sono circa settecento i progetti sviluppati in sessantanni di attività (1953-2012). È impensabile raccontarli tutti articolatamente perciò Nina Artioli ha optato per una selezione che, per grandi aree tematiche, mostri le opere più suggestive piuttosto che i progetti che hanno scatenato sinergie interdisciplinari. Cinque le sezioni: Teatro, in cui si alternano vedute prospettiche e foto di scena di spettacoli ormai consegnati alla storia. Citiamo tra i tanti lo strepitoso palcoscenico che si sviluppa a nastro attorno alla fossa dell’orchestra concepito per  Il viaggio a Reims di Gioacchino Rossini,  con Claudio Abbado direttore d’orchestra e Luca Ronconi alla regia, allestito alla Scala nel 1985, o le atmosfere incantate de La fiaba dello Zar Saltan di Rimskij-Korsakov, diretto sempre da Luca Ronconi, al Teatro Romolo Valli di Reggio Emilia nel 1988. Ça va sans dire che Nina Artioli non manca di citare le esperienze del Laboratorio di Prato (1976-1978) e di ricordare i riconoscimenti assegnati a Gae Aulenti per il suo contributo al mondo teatrale.
Allestimenti, è la sezione in cui spicca la Casa detta “del collezionista” (1968), realizzata a Milano (1968) per Gianni Agnelli come luogo ove ospitare parte della collezione d’arte moderna, o l’epocale Italy: The New Domestic Landscape, la mostra-evento allestita al MOMA di New York nel 1971, o, ancora, il geniale sistema espositivo ideato per l’esibizione itinerante Olivetti: Formes et recherche (1969-1971).
Design e Showroom, in cui trovano spazio sia i singoli oggetti – la poltrona Sgarsul (1962), le lampade Pipistrello (1965) o Rimorchiatore (1967) – sia gli originali spazi commerciali concepiti per FIAT e Olivetti ai quattro angoli del mondo.
Musei, ovvero i monumentali edifici che hanno consegnato il nome di Gae Aulenti a fama imperitura: dalla trasformazione di una vecchia stazione ferroviaria parigina nel Musée d’Orsay (1986) al Museu Nacional d’Art de Catalunya (Barcelona,1997), sino al più recente New Asian Art Museum (San Francisco, 2003).
Eppure è la sezione dedicata all’Architettura quella che ci emoziona di più, dove un progetto apparentemente essenziale come quello per l’Aeroporto di Perugia (2012) è esemplificativo di un approccio che non ha mai cercato scorciatoie né si è mai espresso per gesti plateali fini a sé stessi, o poco più. La conoscenza del territorio in cui si trova ad operare è parte imprescindibile dell’approccio a ogni nuovo lavoro. In questo specifico edificio, Gae Aulenti è andata oltre la facile soluzione di adottare lo stile internazionale high-tech che caratterizza le grandi infrastrutture di trasporto, rendendole simili e riconoscibili in qualsiasi parte del mondo esse si trovino, eppure completamente avulse dal contesto in cui si inseriscono. L’intervento perugino, nell’intento dell’architetto, vuole lasciare al viaggiatore la memoria di un luogo particolare: i contrafforti in calcestruzzo dei padiglioni sono di color  rosso acceso e costituiscono indubbiamente un landmark visibile da grande distanza per chi arriva via terra, eppure la copertura in rame, se osservata dall’aereo in volo, consente loro di mimetizzarsi nel paesaggio; analogamente, le automobili nel parcheggio si celano sotto le fronde degli ulivi.
Ogni progetto è illustrato da tavole tecniche, da prospettive che, attraverso il raffinato uso delle ombre, mettono in luce il costante gioco di volumi, materiali e consistenze – studiate per conferire tridimensionalità ai prospetti e rendere unica ogni opera – e da fotografie realizzate dai grandi Maestri italiani, Ugo Mulas, Aldo Ballo, Gabriele Basilico in primis. Scatti che, da soli, varrebbero il costo del biglietto della mostra.

Silvana Costa

La mostra continua:
Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli
via Nizza 230 – Torino
fino a domenica 28 agosto 2016
orario mar-dom 10-19
chiuso lunedì
www.pinacoteca-agnelli.it
 
Omaggio a Gae Aulenti
a cura di Nina Artioli – Archivio Gae Aulenti
direzione della mostra Marcella Pralormo
progetto di allestimento Marco Palmieri

Catalogo:
Omaggio a Gae Aulenti
a cura di Nina Artioli
Corraini Edizioni, 2016
15 x 20 cm, 112 pagine, brossura
prezzo: 18,00 Euro
www.corraini.com

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